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La nostalgia è la mancanza di un qualcosa che non si possiede più, come un amore che ha smesso di abbracciarci o di un’infanzia svanita via col tempo. Colori, sensazioni, momenti: tutto quello che appartiene al passato è sempre più bello, lo sa bene Woody Allen che racconta nel suo film Midnight in Paris la storia di Gil Pender, personaggio entusiasta dell’epoche passate e prigioniero della nostalgia. Il personaggio alleniano è una rappresentazione della realtà umana, affascinata e continuamente attratta dalla nostalgia e del calore del passato; come i tifosi del calcio odierno, che tra lembi di verità e estremismi dilaganti rimpiangono un campionato che non c’è più, o un Baggio che non gioca più.

E così, come ormai ben noto, dal prossimo luglio Lorenzo Insigne diventerà un nuovo giocatore del Toronto FC, dividendo la sua strada da quella del Napoli, e di Napoli, dopo aver praticamente trascorso un’intera vita insieme. Un destino ormai da tempo nell’aria, ma che proprio per il suo ripresentarsi di continuo senza mai avverarsi sembrava non dover giungere mai.

Il 10 luglio 2018 è una data che i tifosi della Juventus non dimenticheranno mai, perché in quel giorno venne ufficializzato l’acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della società bianconera. Da subito etichettato come il colpo del secolo, l’arrivo del fenomeno lusitano a Torino (in Italia, in Serie A!) venne subito acclamato come la venuta di un Dio in Terra, un giocatore forse troppo grande per il nostro campionato. Non c’erano tante parole per definire un colpo di mercato così impossibile da diventare l’esatto contrario.

Natale è alle porte e in tutto il mondo impazzano gli ultimi preparativi. Tantissime persone corrono per le vie illuminate e decorate a festa, alla ricerca dei regali mancanti da porre sotto l’albero. Le famiglie si riuniscono in cucina, preparano il cibo che di lì a poche ore abbonderà sulla tavola. Altre si mettono in macchina, in viaggio per raggiungere i parenti e condividere un po’ di quella magica atmosfera. Immagini del genere si moltiplicano in tutto il mondo e si susseguono di anno in anno. Immancabili. La Vigilia di Natale è pregna di quel sentimento di attesa, di sospirata trepidazione. Eppure c’è anche chi riesce ad arricchire ulteriormente quell’attesa. Prendiamo il caso di una donna con un bel pancione, con una creaturina in grembo che ha scelto proprio quei giorni di festa per affacciarsi al mondo. Che non vuole perdersi il primo Natale della sua vita e allora scalpita per anticiparlo, per nascere prima della mezzanotte del 24 dicembre. È il caso della famiglia Salas, di mamma Alicia che il 24 dicembre 1974 dà alla luce il figlio Marcelo.

San Siro si esibisce in un ‘nooo’ di disapprovazione quando, al minuto 24 di un Milan-Sassuolo che dopo il gol in apertura di capitan Romagnoli pareva ben indirizzato per i rossoneri, Bakayoko perde un sanguinoso pallone sulla trequarti. Sul passaggio sbilenco del centrocampista rossonero si avventa come un falco Raspadori, che dopo aver lanciato un rapido sguardo al posizionamento dei compagni, serve Gianluca Scamacca, libero di ricevere in posizione centrale, a circa 30 metri dalla porta difesa da Maignan.

La sala è piena. Sono presenti i leader delle grandi potenze mondiali, degli Stati Uniti, del Regno Unito e della Germania. Tra loro anche i protagonisti dell’ultima grande guerra del Novecento. Il primo maxi-conflitto in Europa dalla fine della tragica Seconda Guerra Mondiale, da quando l’intero pianeta aveva deciso di mettersi alle spalle trent’anni di violenze e atrocità, alla ricerca di un nuovo equilibro. Di una pace forzata, di una quiete fatta di cristallo, pronta a esplodere al minimo tocco sferrato con chirurgica pressione.

Ad oggi la Genova calcistica si ritrova a vivere un periodo piuttosto difficile e a dir poco tumultuoso. Tanto sembra voler cambiare, salvo poi riapparire con diverse sembianze ma immutata sostanza. Non certo il momento migliore per un Derby della Lanterna che rischia di avere ripercussioni immani sullo stato (e la stabilità) delle due squadre. Genoa-Sampdoria potrebbe rivelarsi come lo spiraglio di luce che risolleva dalle tenebre o, al contrario, la zavorra che fa sprofondare nelle tenebre

L’acquisto di Manuel Locatelli è stato accolto dalla tifoseria juventina all’unanimità con grandissimo entusiasmo. C’erano dubbi sul tipo di compiti per i quali Allegri potesse vederlo nel suo sistema, ma il valore e le dichiarazioni fatte dal classe ’98 erano abbastanza per il matrimonio con la causa bianconera. Sono, quindi, profonde le radici del desiderio juventino su un centrocampista che, quantomeno, aspira al livello del top player.

Una delle grandi verità che ci consegna il calcio degli ultimi decenni riguarda l’importanza del centrocampo nell’analisi delle potenzialità di una squadra. Anzi, per dirla in tono sentenzioso: ‘dimmi che centrocampo hai e ti dirò che squadra sei’. Una regola probabilmente non ferrea, con una serie di eccezioni che possono subitaneamente saltare alla mente, ma una tendenza piuttosto confermata da chi sta dominando in questi anni sia la Serie A che il calcio internazionale.

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