Il Sassuolo femminile è stato protagonista nel corso delle ultime stagioni di una stimolante crescita. In campionato, infatti, sta tenendo il passo a Juventus e Milan, rispettivamente prima e seconda in classifica. Ma quello che più salta all’occhio è l’interessante campagna acquisti che la società neroverde ha organizzato negli ultimi anni. Tra i nuovi arrivi nelle fila del Sassuolo, ad esempio, c’è Nicole Lauria. Portiere classe ’99, Nicole ha alle spalle molti anni in maglia Bologna, e anche le convocazioni in Nazionale Under17 e Under19.
Tuttavia, acquistata dal Sassuolo nell’estate del 2019, si è dovuta fermare dopo un anno per un brutto infortunio subito al ginocchio. La stagione scorsa è comunque stata sufficiente per ambientarsi ed entrare nel gruppo squadra. Le compagne adesso stanno solo aspettando un suo ritorno in campo e l’attesa è forte anche in lei, che nel frattempo supporta e segue la sua squadra.
Abbiamo quindi parlato con Lauria, che ci ha dato così la possibilità di conoscere la sua storia e i suoi obiettivi per il futuro. Insieme, abbiamo poi concluso la conversazione con una riflessione sulla situazione del calcio femminile nel nostro Paese, che lei e il suo club stanno contribuendo a far crescere.
Due chiacchiere con Nicole Lauria
RdL: Ciao Nicole. Iniziamo dal principio: dove nasce la tua passione per il calcio?
L: Da piccola guardavo spesso un cartone animato chiamato “La squadra del cuore“, che mi fece appassionare alle gesta del portiere della squadra protagonista. Ho poi chiesto a mia mamma di farmi provare e in poco tempo ho lasciato la pallacanestro per giocare a calcio.
RdL: Hai definito il portiere come il “ruolo più bello del mondo”. Per quale motivo? Che cosa ti piace di questo ruolo? Ti ispiri a qualcuno o a qualcuna in particolare?
L: Inizialmente sono stata attratta dai gesti tecnici e dall’attenzione ai dettagli che il ruolo richiede, poi col tempo ho iniziato ad apprezzarne il senso di responsabilità e unicità. Sin da bambina mi ispiravo a Julio Cesar, al tempo portiere dell’Inter, mentre ora cerco di apprendere il più possibile da portieri moderni come Alisson, De Gea e Neuer. Nel femminile ammiro molto Panos e Thalmann.
RdL: Cosa ti ha portata a vestire la maglia del Bologna in Serie C?
L: Sono cresciuta nel settore giovanile del Bologna FC, per cui una volta raggiunta l’età limite per poter giocare con i maschi, ho iniziato a giocare per il Bologna femminile.
RdL: Giocare in Nazionale U17 prima e nell’U19 dopo, è stato un salto di qualità per la tua carriera. Che sensazione si prova a indossare la maglia azzurra?
L: È una sensazione alla quale non ti abitui mai, ed è giusto così. Quando parte l’inno è sempre un’emozione unica, poterlo raccontare è una fortuna che in pochi hanno e perciò sono memorie ed esperienze che mi porterò dietro per sempre.
RdL: Data la tua partecipazione a competizioni internazionali, ti aspettavi di essere chiamata da qualche squadra di Serie A, come il Sassuolo, dove giochi dall’estate del 2019?
L: Era sicuramente un mio obiettivo, e son felice di essere qui.
RdL: Com’è stato giocare in Serie A e affrontare le società più forti del nostro Paese?
L: Come si può immaginare il salto dalla Serie C alla Serie A non è stato per niente facile, così come confrontarmi con giocatrici che ero abituata vedere solo in tv, ma ho lavorato e lavoro tanto tuttora per esserne all’altezza.
RdL: Il Sassuolo sta crescendo molto in questi anni, anche grazie a un’intelligente campagna acquisti. Quali sono secondo te le qualità principali della tua squadra?
L: Penso che oltre ad avere giocatrici di grande talento, il nostro punto forte è che in campo siamo compatte e ci aiutiamo a vicenda, anche nelle situazioni più difficili tiriamo fuori la grinta e giochiamo di squadra.
RdL: A causa di un brutto infortunio sei dovuta stare lontana dal campo per molti mesi. Come sta andando il recupero? Cosa ti è mancato di più dello stare in campo con le tue compagne?
L: Purtroppo ho subito la rottura del legamento crociato anteriore dopo poche settimane dall’inizio della preparazione e mi sto avvicinando al quarto mese di riabilitazione, la quale sta andando molto bene. Stare lontana dal campo non è facile, soprattutto nella fase iniziale quando ancora non avevo accettato completamente la situazione. Ciò che mi manca di più è proprio il gruppo, sono però molto fortunata perché ho delle compagne di squadra che mi stanno molto vicino e non mi hanno mai fatta sentire sola o messa da parte.
RdL: Che propositi hai per questa stagione e per il tuo futuro?
L: Il mio obiettivo ora è recuperare completamente da questo infortunio. Dopodiché, penserò solo ad allenarmi e migliorarmi giorno dopo giorno.
RdL: Dato che giochi in una delle squadre attualmente più forti della Serie A, che cosa pensi della situazione del calcio femminile nella nostra società? Pensi che ci siano ancora pregiudizi nei confronti di bambine che vogliono giocare a calcio, sport considerato nell’arretrata miscela culturale italiana una cosa “da maschi”?
L: Direi che il recente caso di Olivia sia la prova che il calcio femminile non sia ancora integrato completamente nell’ottica dell’italiano medio. Tuttavia, grazie alle società che contribuiscono al suo sviluppo e alla spinta data dai Mondiali dell’anno scorso, vedo che piano piano si stanno facendo passi in avanti e sono sicura che la situazione potrà solo che migliorare.