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INTERVISTE

Interviste di Lusso: Joe Bryant

Il 28 gennaio 1958 vedevano la luce i primi esemplari di mattoncini Lego. C’è chi, in Inghilterra, ha fuso la sua passione per quei parallelepipedi ed il calcio: Joe Bryant.

Un ragazzo inglese di 12 anni. Semplice. Al contempo, però, un prodigio. Dando una rapida occhiata al suo profilo Twitter, si nota come le sue creazioni in Lego siano ormai di dominio pubblico. Joe costruisce stadi – principalmente della Bundesliga, il suo campionato preferito – in Lego, ma dalla teoria alla pratica ne passa di acqua sotto i ponti.

Abbiamo fatto due chiacchiere con questo talento di Ipswich, ormai divenuto decisamente noto alla maggior parte dei tifosi tedeschi.

Due chiacchiere con Joe Bryant

RdL: Ciao Joe. Prima di tutto, iniziamo con la tua passione più grande: Lego. Quando ti sei innamorato di questi magnifici mattoncini?

J: Ho iniziato a costruire tribune da piccolo, quando avevo circa 5 anni. Dopo sono andato in vacanza ed ho iniziato a seguire più spesso il calcio tedesco. Mi piacevano molto sia i Lego che il calcio all’epoca, quindi ho iniziato a costruire stadi in Lego. In più, mi piaceva la Bundesliga, quindi ho iniziato a costruire stadi tedeschi.

RdL: Sei un fan dell’Ipswich Town. Qual è il tuo ricordo preferito dei Blues? Credi in una promozione in Championship quest’anno?

J: Mi piacerebbe molto, ma non penso di accadrà. Il mio ricordo preferito probabilmente fu un Watford-Ipswich, partita importante per la promozione del marzo 2015. Abbiamo segnato un gol a tempo quasi scaduto ed i tifosi impazzirono. In più, c’erano gonfiabili su tutti gli spalti!

RdL: Quando ti sei innamorato della Bundesliga?

J: Quando avevo 5 anni, come detto in precedenza. Il viaggio in Germania ha stimolato il mio interesse verso il calcio tedesco.

RdL: Hai costruito più di dieci stadi tedeschi. Cosa ti piace più di loro? E cosa ti manca di più dall’inizio della pandemia?

J: Mi mancano i tifosi e l’atmosfera, perché negli stadi tedeschi sono molto rumorosi. Tutti gli stadi in Germania sono diversi, e credo sia un gran punto a favore. Mi manca anche il Bratwurst!

RdL: Non solo Bundesliga: hai costruito anche Constant Vanden Stock Stadium, casa dell’Anderlecht. Mi puoi spiegare questa scelta?

J: Stavamo tornando dalla Germania e volevo vedere un altro stadio. Siamo passati da Anderlecht e mi è piaciuto molto, una fantastica scoperta. Così ho deciso di costruire quello stadio, che ora è nel loro museo.

Joe Bryant ed il suo stadio in Lego nel museo dell’Anderlecht (Fonte: Twitter @AwayDayJoe_)

RdL: Nei tuoi piani futuri ci sono stadi da costruire dal resto d’Europa, magari in Italia?

J: Quando chiedo “Quale stadio in Lego dovrei costruire la prossima volta?” ci sono molti suggestioni: mi chiedono altri stadi tedeschi, ma anche dal resto del mondo. Mi arrivano commenti dal Perù all’Italia: San Siro e l’Olimpico sono tra i più richiesti, ad esempio.

RdL: Qual è stato lo stadio più difficile da costruire? Ed il più semplice?

J: Sono tutti molto complessi! Ci sono diverse caratteristiche, spesso il tetto mi dà problemi. Credo che il più difficile sia stato l’ultimo che ho costruito, quello del Wolfsburg. Questo perché il tetto si alza ed è curvo, ma in mezzo c’è un rettangolo. È stato molto complesso renderlo curvo, per la forma dei mattoncini.

RdL: Hertha Berlino, Werder Brema e Mainz hanno inserito i tuoi stadi nei loro musei. Cosa significa questo per te?

J: Significa molto, perché quando decidono di tenere lo stadio, i tifosi possono vederlo: credo che sia una cosa meravigliosa. Quando ciò non accade, mi capita di smontarli per utilizzare nuovamente i mattoncini. Quindi se lo tengono, rimane in vita per sempre.

RdL: Qual è il tuo stadio preferito nella lista delle tue costruzioni?

J: Mi piace moltissimo l’Olympiastadion, ma anche quello del Borussia Dortmund. Ad essere onesti, amo qualsiasi stadio tedesco, per svariate ragioni.

Joe ed il suo Olympiastadion (Fonte: Twitter @AwayDayJoe_)

RdL: Okay Joe, ultima domanda. Se potessi costruire un intero giocatore con i Lego chi sarebbe?

J: Bella domanda… forse un Legodowski!


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Autore

Classe 2000, scrive di calcio e basket, in attesa degli straordinari di aprile. Dall'estate 2020 dirige la redazione di Riserva di Lusso. È l'autore de "Il pipistrello sulla retina".

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