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CALCIO ITALIANO

E se la Juventus non avesse comprato Cristiano Ronaldo?

Il 10 luglio 2018 è una data che i tifosi della Juventus non dimenticheranno mai, perché in quel giorno venne ufficializzato l’acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della società bianconera. Da subito etichettato come il colpo del secolo, l’arrivo del fenomeno lusitano a Torino (in Italia, in Serie A!) venne subito acclamato come la venuta di un Dio in Terra, un giocatore forse troppo grande per il nostro campionato. Non c’erano tante parole per definire un colpo di mercato così impossibile da diventare l’esatto contrario.

Così la Juventus aveva aggiunto un altro fuoriclasse alla già nutrita lista di top player in rosa. Per molti, quello sarebbe dovuto essere l’ultimo step per arrivare alla vittoria della Champions League. Ma come ben sappiamo, le cose sono andate molto diversamente, e con un anno in anticipo rispetto alla scadenza del suo contratto, CR7 ha lasciato la Juventus per tornare al Manchester United, con tanti rimpianti e lasciando una tifoseria col cerino in mano.

Nei tre anni di Ronaldo alla Juve, la stampa e il tifo non hanno perdonato praticamente nulla al portoghese, che già alle prime partite in Serie A venne criticato per non aver trovato immediatamente la rete. In tante occasioni Cristiano Ronaldo ha salvato la Juventus da risultati deludenti, ma anche per colpa di una squadra e tre gestioni tecniche rivelatasi non all’altezza, il grande sogno Champions League si è sempre interrotto bruscamente agli ottavi, o al massimo ai quarti di finale.

Sulla base del declino generale affrontato dalla Juventus a partire proprio da quel 10 luglio 2018, la domanda che voglio pormi oggi è molto semplice: cosa sarebbe successo se la Juve non avesse mai comprato Cristiano Ronaldo? Cosa sarebbe successo se non si fosse indebitata a tal punto per portare a Torino l’asso ex Real Madrid? Voglio tratteggiare una linea di fantasia e immaginare come sarebbero andate le cose se i bianconeri non avessero interpretato la figura di Icaro, cercando di avvicinarsi al sole senza bruciarsi, ma fallendo miseramente. 

Ronaldo esulta con la maglia della Juventus
Ronaldo nella sua classica esultanza dopo un gol all’Udinese. (Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images – OneFootball)

Ringiovanire per crescere

Il grande sacrificio economico orchestrato dalla dirigenza bianconera per arrivare a Cristiano Ronaldo, come detto, pesa tuttora gravemente sulle finanze del club di via Druento. Ma la Juve aveva davvero bisogno di dilapidare così un patrimonio, cercando di fare il passo più lungo della gamba? Guardando alla rosa bianconera della stagione 2018/2019, c’è ancora un Gonzalo Higuain nel suo prime, che l’anno prima aveva comunque superato ampiamente la doppia cifra di goal, proprio come la sua spalla Paulo Dybala. E poi Mandzukic, ancora nel pieno delle forze, Bernardeschi, che era ancora un giovane di belle speranze arrivato solo l’anno precedente, e Douglas Costa, che nella stagione 2017/2018 si era presentato bene ai tifosi bianconeri, coi suoi strappi a partita in corso.

Di certo la rosa bianconera aveva già bisogno di pensare al domani, vista l’età dei suoi maggiori interpreti. In quell’estate, la Juventus andò molto vicina all’acquisto del centrocampista russo Aleksandr Golovin, poi accasatosi al Monaco dopo il Mondiale in Russia. Si vociferava inoltre di un interesse concreto dei bianconeri nei confronti di Milinkovic-Savic. Ora immaginatevi se i cento milioni di Ronaldo fossero stati investiti sulla mezzala della Lazio, allora ancora 23enne, e (oppure) su Golovin, classe 1996.

Molte volte si è parlato di un interesse della Juventus verso Milinkovic-Savic, che qui festeggia dopo un gol all’Inter. (Foto: Marco Rosi – SS Lazio/Getty Images – OneFootball)

Il centrocampo della Juve quell’erano era formato da gente di esperienza come Khedira, Pjanic e Matuidi, più Emre Can, 24enne giunto a parametro zero dal Liverpool, tutti mandati via nel giro di un paio di stagioni. Sicuramente portare in squadra l’atletismo di Milinkovic-Savic e le geometrie di Golovin avrebbero pesato diversamente sul monte ingaggi dei bianconeri. Inoltre avrebbero iniziato il processo di ringiovanimento della rosa bianconera al momento giusto, cioè quando ancora sarebbe stato produttivo mettere alla porta i centrocampisti citati prima, ovvero nel momento in cui avrebbero ancora fruttato una minima plusvalenza. Di quelli nominati prima, successivamente solo Pjanic ed Emre Can hanno generato un positivo nelle casse dei bianconeri.

Prendere Milinkovic-Savic, Golovin o un qualunque altro centrocampista under-25 avrebbe probabilmente dato una grossa mano all’allora allenatore bianconero Massimiliano Allegri nella risoluzione del rebus di centrocampo, permettendo alla Juventus di vantare una o più soluzioni alternative in aggiunta a metà campo.

Il dilemma attaccante

Una delle tante colpe addossate a Cristiano Ronaldo nel suo periodo alla Juventus è quella di aver ridimensionato l’importanza dei suoi compagni di reparto. Tutti dovevano giocare per lui, solo lui doveva essere l’unico marcatore della squadra. Il che ha portato a una grossa svalutazione di Higuain, che verrà poi prestato frettolosamente al Milan prima e al Chelsea poi con pessimi risultati, e di Dybala, un elemento misterioso durante la prima stagione bianconera del fenomeno lusitano.

Eppure, come scrivevo qualche riga fa, l’attacco juventino era tutt’altro che inceppato nella stagione 2017/2018. Chiaramente, quando c’è un’occasione di mercato così ghiotta e così potenzialmente remunerativa, ha senso fiondarsi su di essa. Il problema si pone nel momento in cui ci si fionda senza pensarci una, due, mille volte. L’operazione Ronaldo per il direttore Fabio Paratici e per il presidente Andrea Agnelli apparentemente non presentava zone d’ombra.

In realtà, come notato, l’acquisto di CR7 ha precluso tante altre opportunità alla Juventus. Tra queste, la possibilità di aggiungere un’altra punta di peso (e giovane) all’arsenale bianconero. Ipotizziamo che al posto di Ronaldo la Juve avesse speso quei 100 milioni per comprare Harry Kane del Tottenham, un attaccante certamente più in grado di giocare per la squadra rispetto al portoghese. Oppure, per acquistare un’altra ala sinistra come Gnabry.

Kane difende il pallone, una delle abilità richieste ai centravanti moderni. (Foto: Shaun Botterill/Getty Images – OneFootball)

Notate bene: entrambi i profili hanno otto e dieci anni in meno di Cristiano Ronaldo, entrambi avrebbero pesato meno sulle finanze bianconere, ed entrambi, molto probabilmente, si sarebbero integrati a meraviglia col reparto d’attacco della Vecchia Signora, dando modo alla Juventus di vantare una quartetto offensivo vario, temibile e soprattutto incapace di compromettere l’equilibrio della squadra. Prendendo Kane o Gnabry, la Juventus avrebbe potuto già piazzare uno tra Mandzukic e Higuain senza fretta alcuna, avendo già in casa il sostituto ideale per le prossime stagioni.

Prevenire è meglio che curare

Nella “peggiore” delle ipotesi, la Juventus non avrebbe comprato nessuno con i soldi spesi per Ronaldo, almeno nell’estate del 2018. La rosa andava comunque bene per vincere in carrozza un altro Scudetto e pensare a ricostruire per la stagione successiva, con o senza Massimiliano Allegri. Quanta differenza avrebbe fatto però ristrutturare la squadra con la disponibilità economica dedicata al colpo Ronaldo? Innanzitutto, acquistare De Ligt nell’estate del 2019 sarebbe stato molto più sostenibile. E, col senno di poi, la Juventus avrebbe retto meglio la mazzata data dalle chiusure degli stadi a causa del Covid-19, permettendosi qualche spesa un po’ più ricca nelle stagioni successive. Invece, ora come ora ci troviamo con una squadra ampiamente inadeguata, allestita male per contenere i costi e senza fuoriclasse di primo livello. Tutto quello che poteva andare storto è andato peggio, tanto che anche spendere venticinque milioni per Locatelli o cinquanta per Chiesa è diventato un problema annoso per la dirigenza juventina, costretta a dilazionare i pagamenti fino all’inverosimile.

Il futuro della Juventus, ora come ora, probabilmente è nel player trading, comprare giovani a basso costo per ricavare con ampio margine nel giro di poche stagioni, di certo non una strategia di mercato all’altezza del blasone della Juventus, ma una linea ideale da seguire per provare quantomeno a ritornare grandi, come lo si era stati almeno fino al 9 luglio 2018. Fino ad allora, i conti della Juve erano sotto controllo, la reputazione della società non era stata macchiata dalla figuraccia Superlega e dall’inchiesta sulle plusvalenze fittizie e la dirigenza bianconera era ancora un modello da seguire in Italia e nel mondo. Il nuovo obiettivo di Andrea Agnelli e del nuovo Amministratore Delegato Arrivabene deve essere tornare a quei fasti.

Autore

Classe 2001. Studio Scienze della Comunicazione all'Università del Salento. Sono innamorato di tutti gli enganche del mondo.

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