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La stagione 2003/2004 fu una stagione molto particolare che si chiuse con una serie di risultati alquanto clamorosi: il Porto che vince la Champions League, la Grecia che vince l’Europeo, il Valencia che vince la Liga sfruttando il suicidio del Real Madrid dei Galacticos, l’Arsenal che vince la Premier da imbattuta. In Italia, invece, è l’annata in cui l’albero di Natale di Carlo Ancelotti riporta lo scudetto nella Milano rossonera che mancava dall’impresa di Zaccheroni nel 1999.

Il 10 luglio 2018 è una data che i tifosi della Juventus non dimenticheranno mai, perché in quel giorno venne ufficializzato l’acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della società bianconera. Da subito etichettato come il colpo del secolo, l’arrivo del fenomeno lusitano a Torino (in Italia, in Serie A!) venne subito acclamato come la venuta di un Dio in Terra, un giocatore forse troppo grande per il nostro campionato. Non c’erano tante parole per definire un colpo di mercato così impossibile da diventare l’esatto contrario.

Il 242esimo Derby d’Italia andato in scena ieri sera al Meazza di San Siro è stata una partita tutt’altro che spettacolare, per ampi tratti anche piuttosto deludente a voler essere pienamente sinceri. Un 1-1 quello di Inter-Juventus in cui entrambe le squadre non hanno brillato, né tantomeno emozionato, ma che nonostante ciò ha regalato diversi spunti di riflessione su quello che potrebbe essere il futuro cammino delle due squadre nella stagione.

Il mondo è da sempre diviso così: chi guarda al cambiamento con coraggio ed entusiasmo, chi invece preferisce la sicurezza determinata dallo status quo. Certo, in ognuno di noi esistono sfumature legate all’una e all’altra visione delle cose, ma generalmente una parte prevale sull’altra in maniera pressoché riconoscibile. Che voi siate per il progresso o che voi siate per la cara vecchia strada da non lasciare mai per quella nuova, concorderete su un fatto: davanti alla sensazione di una storia finita male che sta per ripetersi, siamo tutti un po’ scettici verso l’immediato futuro.

C’erano tutti i presupposti per vedere finalmente l’Atalanta sollevare un trofeo, coronare anni e anni di lavoro e mettere la ciliegina sulla torta che Gian Piero Gasperini ha saputo assemblare magistralmente. E invece la ciliegina è finita su quella che più che un dolce sembrava un pasticcio, la Juventus di Andrea Pirlo. Il Maestro ne ha di motivi per brindare: ha conquistato la Coppa Italia, lo ha fatto nel giorno del suo 42° compleanno e ha messo a tacere – almeno momentaneamente – le critiche sul suo conto.

A sei giornate dalla fine del campionato, la Juventus vincitrice degli ultimi 9 scudetti è impelagata nella lotta per un posto nella prossima Champions League, a soli 2 punti di margine sul Napoli quinto. La squadra di Andrea Pirlo ha vissuto una stagione altalenante, i cui bassi sono coincisi con sanguinosi punti persi contro squadre della parte destra della classifica, che a conti fatti potrebbero costar caro.

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