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VIE DEL CALCIO

Vie del Calcio: Verona

Benvenuti in un articolo che parla di Verona, la città di Romeo e Giulietta, il giorno di San Valentino. Gli esperti affermano che una combo così tragica non si registrava dai primi anni 2000, quando il Chievo, per la prima volta nella massima serie, sbeffeggiò l’ormai affermato Hellas nel derby scaligero. Non temete, per alleviare la tragicità di questa situazione troverete anche utili consigli per dell’ottimo vino tra le colline del Valpolicella.

Il territorio veronese è da sempre caratterizzato da appassionanti contrapposizioni che fanno della dialettica il tratto distintivo della cittadina veneta. Dall’appassionante contrasto tra i Montecchi e i Capuleti, la diversità territoriale sviluppata tra centro-periferia, la rivalità tra lo storico Hellas ed il giovane Chievo. Una città, insomma, dove i cittadini stanno da una parte o dall’altra. Una stracittadina quotidiana che rende lo scenario urbano particolarmente attivo.

Facendo una breve ricerca per trovare un itinerario da seguire in terra scaligera, vi accorgerete che i siti percorribili sono moltissimi. Un’indagine condotta nel 2019 dall’Osservatorio MPI (Micro e Piccole Imprese) per valutare la situazione turistica in Regione, vede località veronesi e Verona stessa occupare le prime posizioni in classifica. Solamente Roma e Venezia precedono gli itinerari scaligeri.

Se in questo periodo volete concedervi qualche visita fuoriporta senza però raggiungere centri storici, la provincia veronese potrebbe regalarvi qualche valida alternativa. A partire dalle sponde del Lago di Garda con gli stupendi colori del comune di Lazise, passando per il celebre Borghetto sul Mincio, qualche tappa tra le cantine di Soave e Valpolicella, e avrete passato una giornata un po’ alternativa in questi tempi.

Tuttavia il nostro itinerario vuole portarvi a spasso con l’immaginazione tra le vie che collegano le piazze veronesi verso il mercato cittadino, i palazzi, i colori. Un percorso dove guardare su quale sampietrino si stia mettendo i piedi non è contemplato.

Arena di Verona

Partiamo subito con le cose importanti, quelle mainstream ma mai troppo, quelle che non ti stanchi mai di fotografare perché sovrastate sempre da un cielo diverso, che dona ogni volta quel tocco in più. Quel tipo di architetture che inizi a intravedere da una stradina, nascoste dietro un albero: le riconosci e acceleri il passo come si fa con la luna piena quando ti sembra vicinissima. L’Arena di Verona è esattamente questo tipo di emozione. Quando dalla stazione ci si incammina verso il cuore pulsante della vita cittadina, è una delle prime meraviglie offerte dal centro storico, e capiamo che la città si presenta così, senza farsi attendere.

Dopo aver percorso un piccolo viale, passiamo sotto ai Portoni della Bra, due grandi archi a tutto sesto di evidente matrice medievale che ci danno il benvenuto nella coloratissima ed omonima piazza Bra. Una piazza particolarmente viva, caratterizzata da variopinti edifici posti a semicerchio sotto i quali troveremo collocati bar e ristoranti uno dopo l’altro. Alla nostra destra delle piccole isole alberate non permettono di vedere totalmente l’Arena, ma ciò che abbiamo davanti a noi è una piazza stupenda, dove alberi, edifici colorati e persone in ogni angolo rendono il contesto totalmente armonioso.

Una volta arrivati sembrerà per un momento di esserci catapultati nella Capitale: l’affiliazione consanguinea è chiara, com’è chiaro che il cugino veronese vanti uno stato di conservazione qualitativamente superiore. Al suo interno l’anfiteatro ospita ogni anno eventi culturali di diverso genere. Dal 1913 si assiste alle rappresentazioni del Festival lirico areniano durante la stagione estiva, ma anche a decine di concerti ed eventi musicali collettivi. Se doveste avere la fortuna di trovarvi in città la sera di un concerto, lasciate perdere qualsiasi programma: comprate una birra, sedetevi sulle panchine rivolte verso l’anfiteatro e godetevi una magica serata senza prevendita.

Arena di Verona
Arena di Verona la sera (Foto: arena.it)

Casa di Giulietta

A pochi passi dall’Arena, avvicinandoci sempre di più alle sponde del fiume Adige, giungiamo nel luogo simbolo della famigerata tragedia shakespeariana. Una casa raggiunta in massa da coppie di innamorati per respirare quell’aria che per alcuni è amore, per altri semplicemente tragedia.

Il potenziale attrattivo di questo luogo non sta solo nel rievocare allo spettatore la storia di un giovane amore disposto a qualunque cosa, ma anche nel poter permettere alle persone di interagire con esso, di potervi lasciare un segno. Entrando, infatti, la prima cosa che noteremo saranno i moltissimi  bigliettini attaccati sulle pareti d’ingresso. Non sono altro che fogliettini con dediche di ogni coppia, ogni persona passata di lì. Per non parlare dei lucchetti. Per i tabaccai della zona, post-it e lucchetti sono diventati fonte di un business da migliaia di euro l’anno; questo dato può sicuramente darci un’impressione della mole di turismo romantico che ospita la città.

Superando le mura ci troveremo dentro questo cortile dove le prime cose che noteremo saranno sicuramente il balcone della Capuleti – dove il drammaturgo inglese fa coincidere un bacio fugace d’addio tra gli amanti – e la statua della stessa. La casa è visitabile anche all’interno, molti però si limitano a contemplare la suggestività del cortile ed interagire con la statua di Giulietta. Attorno a quest’ultima, infatti, vi è una ritualità un po’ particolare. Le persone in visita alla casa amano farsi fotografare mentre toccano il seno destro della Capuleti, perché una leggenda definisce il gesto di buon auspicio. Ho la sensazione che con la situazione pandemica il rituale dovrà attendere un po’, a meno che il comune non decida di inserire l’amuchina come parte integrante della cerimonia.

Verona
Casa di Giulietta (Foto: Comune di Verona)

Castel San Pietro

Dopo aver ricevuto la dose di miele quotidiana, possiamo proseguire la nostra visita tra le vie della città scaligera. Potrà capitarci, durante una camminata senza navigatore, di imbatterci nelle vicine piazze delle Erbe e dei Signori. Pur essendo così vicine, i due spazi sono visibilmente diversi. Piazza delle Erbe è lo tipico spazio della vita popolare all’italiana: mercato, aperitivi, gli alimentari di fiducia dei veronesi. La seconda invece, rappresenta la classica piazza armoniosa che un tempo ospitava la Signoria della città. Passarvi significa addentrarci nella vita veronese, quella meno turistica, che ci permette di osservare piccole abitudini della cittadinanza del centro storico.

Il nostro percorso tuttavia prevede anche una piccola tappa panoramica che permette anche ai più pigri di raggiungerla senza troppa fatica. Ci stiamo dirigendo verso Castel San Pietro, situato sull’omonimo colle veronese. Per arrivarci è necessario attraversare un ponte sul fiume Adige e decidere quanto le nostre gambe siano disposte a sopportarci. Che si scelga la via meno faticosa tramite la funicolare o quella più impegnativa salendo gli scalini, il risultato metterà d’accordo tutti. Una volta in cima capiremo finalmente da dove vengono scattate tutte le foto che vendono nei negozi di souvenir.

So che è un luogo estremamente instagrammabile e romantico, ma posso assicurarvi che ai romani interessava solamente controllare e difendere il ponte che avete precedentemente percorso sull’Adige. Tuttavia, dopo l’edificazione austriaca, la cima della collina fu adibita a caserma per ospitare circa 500 militari: una terrazza panoramica per controllare con le braccia dietro la schiena la città-cantiere, incredibile.

Una volta scesi da questo incantevole luogo panoramico, è giunta l’ora di indirizzarci verso il ring del calcio veronese. Prima, però, una promessa necessità di essere mantenuta. Nonostante non sia una meta raggiungibile in poco tempo dal centro città, un accenno alla Mecca del vino veronese è più che doverosa.

Vista di Verona da Castel San Pietro (Foto: Wikimedia)

Valpolicella 

In realtà la produzione vinicola dell’area scaligera non si limita, come vedremo nel dettaglio, al famigerato Valpolicella. Vini pregiati e riconosciuti su scala internazionali sono altresì il Soave, il Custoza, il Luagana – per citarne solo alcuni.

Una zona di particolare importanza è quella che si estende tra i numerosi comuni che costituiscono la terra del Valpolicella, un luogo perfetto per poter passare una giornata all’insegna dell’enogastronomia. Se siete di passaggio per una visita in giornata potreste provare a cimentarvi in una degustazione presso una delle cantine presenti sul territorio.

Tranquilli, non serve essere esperti di vini per poter fare questo genere di esperienza, le degustazioni sono un ottimo modo per poter conoscere meglio il territorio grazie agli imprenditori locali che vi faranno fare un viaggio tra storia e palato. Se credete invece che questa esperienza non faccia per voi, concedetevi una passeggiata tra le colline e le piccole attrazioni naturali che i comuni pianeggiati offrono, senza allontanarvi troppo dai luoghi d’interesse per l’ora di pranzo. Visitare queste zone è un opportunità per poter assaggiare piatti replicati in tutto il territorio italiano e oltre, come ad esempio il risotto o lo sfilato di manzo all’Amarone, la carne di cavallo brasato.

Queste potrebbero essere delle valide alternative al vostro soggiorno veronese se i cioccolatini di San Valentino e i lucchetti dell’amore non fanno per voi. Se è vero che alcuni tipi di piatti sono in grado di mettere d’accordo tutti, una visita nella terra del Valpolicella mi sembra un’ottima occasione per portare con voi la suocera.

Sant’Ambrogio di Valpolicella (Foto: Wikimedia)

Stadio Marcantonio Bentegodi

Nella nostra ultima tappa, ci troviamo davanti al principale punto d’interesse del calcio veronese. Uno stadio che ha contribuito a creare la storia di questo sport, che ha ospitato gare di qualsiasi livello e prestigio. Lo stadio dei quarantamila si trova particolarmente vicina al centro città ed è l’ottavo stadio italiano per capienza che vanta un primato in qualità di prima struttura sportiva in Italia con un impianto fotovoltaico che permette – grazie al ricavato – di coprire i costi di manutenzione.

L’erba del Bentegodi ha conosciuto i tacchetti di pionieri di questo sport, ospitando gare delle massima serie con Hellas e Chievo,  i Mondiali di Italia ’90, match di rugby, e pochi anni fa la Women’s Champions League.

La realtà veronese è storicamente una fornace di talenti di ambosessi che non ha eguali nel panorama calcistico italiano. La storica squadra cittadina, con circa un secolo di storia alle spalle, uno Scudetto e decenni nella massima serie ha presto sperimentato l’aspra rivalità di una giovane squadra sulla quale nessuno avrebbe scommesso molto: il Chievo Verona. La storia di questa realtà proveniente da una frazione scaligera ha appassionato i più e ha fatto tremare la storica tifoserie della curva Sud del Bentegodi. Una squadra nata in un piccolo borgo di poche centinaia di anime che scala le classifiche in un climax esplosivo, fino a a raggiungere la massima serie e regalare spettacolo.

Nessuno credeva realmente che i clivensi sarebbero riusciti nella loro impresa, tanto che i primi derby non furono particolarmente accesi a livello tifoserie. Un clima amichevole caratterizzò quei primi match. Quando fu sotto gli occhi di tutti che la piccola squadra del borgo fosse destinata a molto di più, iniziarono i primi fuochi di una rivalità particolarmente forte.

Il Bentegodi improvvisamente diventa un letto per due, e tutti sanno che quando il posto sul materasso si restringe, si litiga per le coperte. Questo litigio tra le due società si giocò sul campo delle tifoserie. Negli anni, infatti, i supporter clivensi reclamavano la possibilità di occupare la curva Nord dello stadio per avere un loro spazio, cosa che il Comune non ha mai concesso loro. Dovranno aspettare il 2015 per veder soddisfatte le richieste.

Tuttavia, è bene sottolineare che, oltre al Derby della Scala, a Verona c’è molto di più. Nonostante lo storico Bentegodi ospiti stabilmente le due società affermate, altre realtà si stanno sviluppando fuori dalle mura. Forse l’impresa del mussi volanti ha creato un precedente contagioso nella bassa veneta. Negli ultimi anni si sta guardando con particolare attenzione i rossoblù del Virtus Verona, squadra che rappresenta il quartiere di Borgo Venezia nella terza divisione. Si parla dei virtussini con la stessa speranza che caratterizzava i supporter clivensi ai tempi della scalata verso la massima serie.

Un’altra realtà che sta appassionando i veronesi e l’intera Penisola, è il calcio femminile. L’Hellas Women, infatti, vanta cinque Scudetti nella serie cadetta ed è stata una di quelle squadre apripista per l’esplosione del femminile in Italia. Le società femminili nella provincia sono parecchie e nel tempo stanno tentando la scalata del Sogno Veronese in una città fertile, pronta ad accogliere le sfide che i campionati nazionali sottopongono.

Questa è Verona, una città che vive di calcio in tutte le sue sfumature, in tutti i campionati esistenti, sullo sfondo di uno storico tempio che ha raccolto attorno a sé le speranze di tutti i giovani calciatori e calciatrici a livello nazionale.

Verona
Tramonti al Bentegodi (Foto: Marco Luzzani/Getty Images – OneFootball)

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