fbpx
VIE DEL CALCIO

Vie del Calcio: Venezia

Raccontare Venezia è una responsabilità paragonabile solamente al doverla amministrare. La sua bellezza e la sua unicità sono sulla bocca di tutti, nel cuore di chi l’ha vissuta anche solo per un pomeriggio, e radicate nell’anima di chi combatte per il suo futuro.

Sei sul treno alla fermata di Mestre, guardi l’orologio e ti accorgi che manca poco all’arrivo. Davanti a te siede una ragazza con un’enorme cartellina tra le mani e dei lunghissimi stivali in gomma, e improvvisamente comprendi che se avessi guardato il meteo prima di uscire di casa, non avresti indossato delle sneakers bianche. Ti guardi attorno e speri di notare qualcuno che come te ha lasciato il buon senso alla fermata di casa, ma tutto passa in secondo piano quando finalmente il treno sfreccia nel mezzo della laguna.

Improvvisamente non ti importa più cercare conforto nelle scarpe di qualche pendolare, la vista della laguna che domina il paesaggio fuori dal finestrino ti calma il cuore, la voce dell’altoparlante interrompe la conversazione tra la nonna ed il nipote per la prima volte sull’Isola, e tu ti senti semplicemente parte del cast di The Tourist.

Probabilmente il tragitto verso l’isola sarà l’ultima cosa che si ricorderà dopo averla visitata. Quando ci si incammina in una qualsiasi direzione passando tra le calli si entra nel vivo della vita isolana: barche di diverse dimensioni attraversano i canali, qualche abitante del posto cerca di farsi largo tra la folla per andare al lavoro, i ponti sono più numerosi del previsto ma arrivarvi in cima significa poter godere di una vista su case colorate rispecchiate nell’acqua e lenzuola sospese in aria. Immergersi nella città dell’acqua alta, significa inoltre scendere a patti con concezioni spazio-tempo totalmente diverse da quelle a cui eravamo abituati prima di approdare con il treno sulla laguna. Passeggiando per Venezia, infatti, è estremamente facile perdersi, ancor più facile è credere di aver finalmente imparato la strada per arrivare nel bàcaro di fiducia, per poi trovarsi misteriosamente in un Campo mai visto prima.

I Campi sono la parte larga della strada pubblica, ossia ciò che in tutte le altre città chiameremmo “piazza”. Il nome Campo non è casuale, perché un tempo quelle che ora potremmo definire delle piccole piazze erano veri e propri campi coltivati, come in qualsiasi altra campagna. Sono particolarmente caratteristici perché in ciascuno di essi troveremo sicuramente una Chiesa e un pozzetto che in antichità permetteva agli abitanti di avere acqua potabile.

I Campi non sono luoghi turistici, ma nel caso in cui Maps smettesse di funzionare proprio mentre vi state recando a San Marco, e doveste far affidamento sul vostro senso di orientamento, potreste casualmente trovarvi in uno dei tanti Campi: non preoccupatevi nel caso in cui doveste imbattervi in bambini che giocano a calcio e non in una coppia di innamorati intenti a farsi un selfie, siete sempre a Venezia. I campielli, infatti, sono spesso popolati da ragazzini che, nonostante i divieti urbani, giocano tra loro sperando che qualche mancato fuoriclasse non crossi in direzione del Canale più vicino. Dopo aver riavviato Google Maps, scegliere una prima meta da raggiungere può non essere facile, ma non temete, qualsiasi sia l’itinerario della vostra giornata, raggiungere anche solo un bagno pubblico vi porterà alla scoperta di luoghi magnifici.

Fondaco dei Tedeschi

Situato nel cuore della città a due passi – letteralmente – da Rialto, Fondaco dei Tedeschi in origine era un’area commerciale dove mercanti provenienti dalla Germania e dall’Europa del Nord si recavano in cerca di spezie e coloranti per le loro lane. Al giorno d’oggi, il palazzo torna ad esercitare la sua originaria funzione di emporio commerciale, a seguito di secoli non molto fortunati, che iniziarono con un incendio e finirono con l’abbandono, prima della definitiva rivitalizzazione del Palazzo.

Si tratta di un centro commerciale diverso dagli altri: una volta entrati si aprirà davanti a voi un cortile sovrastato da logge disposte su quattro piani, allestiti a magazzini di lusso. Se dopo aver scoperto la funzione attuale del Fondaco, vi state chiedendo la ragione per cui dovreste iniziare il vostro tour da un foro di negozi di lusso, la risposta sta nel quarto piano. Salendo le scale fino alla cima, infatti, giungerete ad una terrazza dalla quale potrete godere di una vista mozzafiato che abbraccia tutta la laguna, ma non solo: spesso al quarto piano vengono ospitati eventi culturali di vario genere ai quali è possibile partecipare.

Se credete di aver fatto una mossa sbagliata nel portare la vostra ragazza nel centro commerciale più lussuoso del veneziano, prendete un bel respiro e pensate che non siete gli unici ad aver avuto delle incomprensioni tra quelle mura. Leggenda narra, infatti, che a seguito di un incendio nel 1505 vennero commissionati degli affreschi al Giorgione e al suo allievo Tiziano; quest’ultimo, in particolare, dipinse un affresco così bello – La Giustizia – che venne scambiata per opera del suo maestro: i due litigarono furiosamente per questo, dunque armatevi anche voi di pazienza e proseguite il vostro itinerario.

Venezia
Fondaco dei Tedeschi (Foto: Wikimedia)

Piazza San Marco

Dopo aver valicato il ponte di Rialto, ed aver scattato una foto al via vai di imbarcazioni sul Canal Grande, eccovi finalmente arrivati in Piazza San Marco. Improvvisamente non ricorderete più quante Calli avete percorso o su quanti ponti siete passati. Giungere dopo una camminata a San Marco, significa liberare lo sguardo e dimenticarsi di aver prenotato la visita a Palazzo Ducale.

Napoleone ve lo aveva detto, e voi non gli avevate dato retta a scuola, ma ora siete nel mezzo del salone più bello d’Europa. La prima cosa che vi interesserà sapere, è che se siete capitati a Venezia in una giornata di sole, siete stati fortunati. Infatti, quando il sole non splende sulla Serenissima, e si creano i presupposti per l’innalzamento del mare, Piazza San Marco è il primo luogo della città sommerso dall’acqua alta. Per moltissimi turisti invece, sapere di poter camminare sulle passerelle in una giornata di acqua alta, è un’esperienza più unica che rara. In effetti, la simmetria delle architetture riflesse sullo specchio d’acqua sono uno spettacolo imparagonabile.

Ora, davanti a voi, solo l’imbarazzo della scelta: potete decidere se passeggiare lungo il perimetro della Piazza accompagnati dai musicisti del Caffè Florian, fiondarvi al cospetto della Laguna che si scorge in lontananza, oppure addentrarvi alla scoperta della Basilica, o di Palazzo Ducale. In alternativa a tutto ciò potreste estrarre il vostro telefono, lamentarvi di non aver acquistato il modello appena uscito con il grandangolo, e mandare una foto a vostra madre scrivendole che siete nel luogo in cui Tom Hanks cercava il Santo Graal nel Codice Da Vinci.

Venezia, Piazza San Marco
Piazza San Marco (Foto: Wikimedia)

Ponte dei Sospiri

Proseguendo la camminata da San Marco in direzione Giardini della Biennale, passerete necessariamente per questo famosissimo ponte. Forse vi sarete stufati di vedere ponti, di percorrerli e anche di sentirne parlare, ma questo in particolare è situato in un contesto diverso dagli altri, che spesso è stato trascurato del tutto in favore di leggende acchiappa-bacio.

Il Ponte dei Sospiri, ribattezzato anche Ponte degli innamorati, con questi ultimi non ha nulla a che fare: ci troviamo di fronte ad un passaggio costruito per collegare Palazzo Ducale e Prigioni Nuove, con la funzione di agevolare il passaggio dei prigionieri verso gli uffici degli Inquisitori di Stato, un storia tutt’altro che romantica.

Si dice che il ponte abbia preso il nome proprio dal fatto che i prigionieri, consapevoli del loro destino una volta attraversato il passaggio, sospirassero guardando per l’ultima volta il mondo esterno. Oggi, invece, orde di turisti bloccano il passaggio sul Ponte della Paglia per scattarsi una foto con lo sfondo del bellissimo gioco architettonico che accompagna il Ponte dei Sospiri, sperando di avvertire quel romanticismo che tanto viene decantato.

Venezia, Ponte dei Sospiri
Ponte dei Sospiri (Foto: Pixabay)

L’Arsenale

L’Arsenale è indubbiamente un complesso di straordinaria importanza storica, erede del periodo più virtuoso della Serenissima Repubblica di Venezia come potenza economica e militare. Con i suoi 48 ettari di estensione, rappresenta il primo esempio al mondo di industria navale. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, per prevenire il declino inevitabile del complesso, sono state studiate delle soluzioni  per non abbandonare al proprio destino un luogo che ha pur sempre rappresentato una parte importante della storia veneziana. Sfida particolarmente difficile, considerata la vastità dell’area.

Al giorno d’oggi, all’Arsenale è possibile ammirare le opere esposte in occasione della Biennale, un evento che ci permette di passeggiare tra un padiglione e l’altro dimenticandoci di essere all’interno di una vecchia fabbrica di navi, o forse questo è proprio l’aspetto che più caratterizza il viaggio tra le istallazioni.

Recarci alla punta Ovest dell’Isola per visitare questo sito storico è un esperienza che ci permette di uscire dal paesaggio architettonico intricato tra i Campi, e fare un tuffo in una parte importante della storia della città. Ci consente al contempo di conoscere una parte di quella Venezia che non si trova sempre sulle guide turistiche, dato che recarci in questo posto significa anche passare in vicoli poco trafficati, nei quali si respira la quiete di una bella giornata.

L’Arsenale di Venezia (Foto: Comune di Venezia)

Dopo aver passato la giornata con i piedi indolenziti e lo scatto a portata di mano, l’unica cosa di cui siamo certi è la necessità di trovare un posto dove sederci e ricaricare le pile. Nulla può rispecchiare le nostre esigenze quanto trovare un piccolo bàcaro dove poter gustare del baccalà sorseggiando uno spritz. Lo so, baccalà e spritz non sono ciò che vi sareste immaginati da un luogo così romantico, ma non possiamo dire di essere stati a Venezia se non abbiamo visitato il tempio dell’aperitivo.

Vivere anche solo una giornata da turista ci immerge in uno stile di vita unico. Non solamente “diverso”, proprio unico. Aspettare un mezzo pubblico con vista Laguna è unico, fare la spesa in palazzi storici è unico, camminare tra l’acqua alta per raggiungere l’università è unico.

Forse è la vita che tutti sognano, ma non quella che tutti sono disposti a vivere. Nonostante il suo fascino da femme fatale, alcuni sostengono lo slogan del “bella, ma non ci vivrei”. Vivere in un luogo che ci costringe a scendere a patti con le moderne concezioni spazio-tempo non è sicuramente per tutti. In un mondo che cerca di accorciare le distanze, che promuove il last minute, il tutto-subito, il pacco Amazon a casa tua dalla California in 24 ore, Venezia rappresenta l’ultimo baluardo di un mondo che si ferma e prende il tempo per respirare.

Nella dialettica tra chi ci vivrebbe e chi no, c’è poi chi ci vive veramente, ed ha a che fare tutti i giorni con ciò che l’essere veneziano comporta. Una responsabilità da un lato, e un immenso orgoglio dall’altro. Le responsabilità derivano dalla consapevolezza di vivere nel luogo più bello e fragile al mondo, che per essere mantenuto in vita nelle sfide della modernità ha bisogno di essere preservato con cura, con tenacia, battendosi per il futuro della città.

Tuttavia, dobbiamo riconoscere che le sfide che riguardano chi vive nelle isole e chi vive in terraferma, sono totalmente diverse. La Città Metropolitana comprende un vastissimo territorio di terraferma che presenta sicuramente altre esigenze e altre soluzioni da adottare rispetto agli abitanti delle isole. Da qui deriva la grande responsabilità di chi si trova ai vertici per amministrare una città così singolare a variegata all’interno dei propri confini.

Tutte le difficoltà e le derivate instabilità che hanno sempre caratterizzato la gestione del capoluogo si sono riflesse in qualsiasi ambito della vita cittadina, investendo anche lo sport. Forse non viene mai ricordato abbastanza, ma tra i tanti vanti della città, lo sport è uno di questi. Le eccellenze veneziane iniziano dal patrimonio culturale del centro, passano per la Serie A cestistica con la Reyer e si concludono con il Venezia FC. Il nostro itinerario si conclude proprio qui, nel templio del calcio veneziano.

Stadio Pierluigi Penzo

Tra chi lo vorrebbe situato in una zona più accessibile alla terraferma, e chi invece non ne vuole sapere di rinunciare al calcio con vista, lo storico stadio Penzo ospita da più di un secolo le partite dei Leoni veneziani. Una volta scesi dal treno, per raggiungere l’impianto è necessario prendere un vaporetto verso l’Isola di Sant’Elena, un quartiere collocato alla punta ovest del centro storico: una trasferta caratteristica ma impegnativa per gli ospiti. A causa di alcuni problemi gestionali e metereologici, il rapporto con con lo Stadio non è mai stato troppo lineare. Due trombe d’aria costrinsero lavori di ricostruzione dell’Impianto, che venne poi riadattato diverse volte in occasione delle promozioni sali-scendi della società.

Prendendo per buona l’ipotesi che i figli rispecchino i genitori, possiamo affermare con certezza che la squadra veneziana abbia sempre rispecchiato negli anni l’instabilità delle varie amministrazioni. Le conseguenze di una leadership miope investono qualsiasi componente di una società, dagli aspetti più sportivi a quelli più tecnici e logistici. In tutto questo secolo di storia nessuno è mai riuscito a dar vita ad un progetto serio attorno al destino dell’impianto veneziano, e stiamo pur sempre parlando del secondo stadio storico in Italia, un’arena che ha visto muovere i primi passi di giocatori e allenatori che hanno contribuito significativamente alla storia del calcio italiano. Avete mai sentito di parlare di un certo Alvaro Recoba?

Dopo decenni di gestioni fallimentari, esoneri continui, investimenti sbagliati e mancanza di una chiara visione d’insieme, il club intravide un nuovo punto di partenza con l’acquisizione societaria da parte di una holding statunitense, che vedrà alla guida del nuovo Venezia FC l’avvocato Tacopina. L’impresa degli arancioneroverdi inizia da qui, dall’iscrizione nel girone B di Lega Pro e la panchina di Pippo Inzaghi rinforzata da giocatori di calibro ed esperienza come Simone Bentivoglio e Maurizio Domizzi. La stagione si conclude con la promozione in Serie B dopo 12 anni d’assenza da parte del club.

Sembra finalmente di poter riiniziare da capo, con un nuovo progetto e la voglia di riportare il nome del calcio veneziano ai massimi livelli, ma alcuni intoppi nelle stagioni successive rischiano di far retrocedere ancora una volta i leoni veneziani sotto la guida di Walter Zenga prima e Serse Cosmi poi. Grazie alle difficoltà finanziarie del Palermo, la società può continuare a militare nel campionato cadetto.

Nonostante le peripezie che accompagnano di stagione in stagione la squadra veneziana, la voglia di rialzarsi ogni anno e combattere più ferocemente quello dopo è ormai prerogativa consolidata di questo club. Ogni squadra di calcio al mondo è di chi la ama e della gente che canta per lei ogni domenica sugli spalti. Venezia è di tutti i veneziani che sono rimasti fedeli alla maglia nonostante abbiano visto la loro squadra presa e fatta a pezzi più volte da chi non ha avuto abbastanza lungimiranza per farsi carico del Risorgimento lagunare.

Lo Stadio Penzo, per quanto decadente e obsoleto, rimane un simbolo inaffondabile non solo del calcio veneto, ma anche e soprattutto del calcio italiano. Luoghi così suggestivi che trasudano storia da ogni poro hanno bisogno che qualcuno assesti progetti che li preservino e li valorizzino. Che poi diciamocelo, in quale altro posto nel mondo avrete la possibilità di assistere ad un rinvio in laguna per guadagnare minuti di recupero, se non a Venezia?

Venezia
Stadio Pier Luigi Penzo (Foto: Venezia FC)

Nonostante il rinvio in laguna si sia rivelato una buona tattica, nel 2018 il Venezia FC ha deciso di svoltare le sorti della società e di pensare in grande. Un progetto che era nell’aria, a lungo dibattuto anche dall’opinione pubblica, e che finalmente sembra aver trovato luce.

Secondo le stime progettuali, nel 2023 gli arancioneroverdi avranno un nuovo stadio con ben 18.000 posti, nei pressi dell’Aeroporto Marco Polo. Il progetto nasce non solo per poter soddisfare le esigenze della società di avere uno stadio nuovo e poter ospitare più agevolmente competizioni di alto livello, ma anche per permettere ai tifosi di raggiungere le partite domenicali con più facilità.

L’amministrazione ha chiarito che dar vita a questo nuovo progetto non significa lasciare in decadimento lo storico Penzo, e assicura un piano di intervento. Recentemente, inoltre, il Presidente della Commissione Sport del Comune di Venezia ha espresso la volontà che una parte dei fondi europei del Recovery Fund vengano impiegati per la realizzazione dell’opera veneziana, e ricorda che l’impianto, oltre a rispettare i canoni della sostenibilità, si presterebbe anche ad eventi culturali. Si tratta di un progetto altamente ambizioso, che regala a tutti i tifosi la speranza che questa sia solo la prima di una serie di tappe che condurranno al Rinascimento della squadra lagunare.

Il progetto per la nuova casa del Venezia (Foto: Venezia FC)

VIAGGIA CON NOI PER L’ITALIA DEL CALCIO

2 Commenti

Lascia un commento

Top