fbpx Riserva Di Lusso
CALCIO ITALIANO

Una guida ai playoff di Serie B

Con la sfida di stasera alle 18 tra Cittadella e Brescia, hanno inizio i playoff che decreteranno la squadra che raggiungerà Empoli e Salernitana in Serie A nella prossima stagione. La formula, ormai consolidatissima, prevede la partecipazione di sei squadre che si affrontano in un tabellone tennistico, dettato dalla posizione in classifica al termine della stagione regolare in Serie B.

Il regolamento dei playoff di Serie B

Gli incontri del primo turno, che vedono di fronte la squadra di Venturato contro le Rondinelle e la sfida  tra Venezia e Chievo, decreteranno un vincitore in gara unica. Le squadre di casa potranno avere, oltre al fattore campo, la possibilità di avanzare al prossimo turno anche con un pareggio al termine dei tempi supplementari. Nelle semifinali – in cui subentreranno Monza e Lecce, rispettivamente terza e quarta al termine della stagione regolare – e finali, si giocherà andata e ritorno, con la migliore classificata che potrà vincere il doppio confronto anche qualora esso termini in parità (non vale la regola dei goal doppi in trasferta) al termine dei 180 minuti.

Nelle ultime due stagioni, i playoff hanno portato in massima serie il Verona e lo Spezia, ossia le due maggiori rivelazioni degli ultimi due campionati di Serie A, riscattando le prestazioni delle squadre che sono state sì in grado di ottenere la promozione diretta, ma venendo immediatamente retrocesse l’anno successivo.

Gli esempi della compagine scaligera e di quella ligure rappresentano perfettamente quanto possa essere interessante seguire questa appendice della stagione nel campionato cadetto: per chi magari non ha avuto modo di seguire la stagione nel corso dell’anno, andiamo a presentare le protagoniste in ordine di piazzamento, oltre a scegliere un giocatore da osservare per ciascuna delle contendenti.

Monza (terza classificata, 64 punti)

Le ambizioni in Brianza all’inizio della stagione erano decisamente molto alte. La proprietà non è certo una di quelle che lesina quando ci sono da investire soldi sul mercato, per cui, seppur da neopromossa, il Monza aveva sin da subito il ruolo dell’ammazza-campionato, ma le cose non sono andate come previsto al 100%. La squadra allenata da Brocchi parte, comunque, con i favori del pronostico e della miglior classifica in questi playoff, ma le perplessità restano.

Dal mercato estivo sono arrivati tanti giocatori di grido per la categoria: su tutti l’acquisto di Kevin-Prince Boateng, l’uomo decisivo nell’ultimo Scudetto vinto da Silvio Berlusconi da presidente del Milan, a cui Adriano Galliani ha aggiunto tanti giovani in rampa di lancio come Davide Frattesi e Andrea Colpani a centrocampo, Dany Mota in attacco e Lorenzo Pirola e Davide Bettella in difesa. A garantire esperienza ci sono altri nomi illustri per la categoria e non solo: basti pensare all’ex nazionale azzurro Gabriel Paletta e all’ex difensore del Leeds Giuseppe Bellusci. Come se non bastasse, il mercato invernale ha portato in dote all’ex tecnico di Milan e Brescia due nomi pesanti in attacco come Mario Balotelli – nome che non necessita di ulteriori presentazioni – e Davide Diaw, centravanti cresciuto lo scorso anno a Cittadella e che aveva già raggiunto la doppia cifra a Pordenone nella prima fase del campionato.

Il probabile undici titolare del Monza per i playoff di Serie B
Il probabile undici titolare del Monza

Nonostante questo materiale, Brocchi non è stato in grado di mettere in piedi una squadra capace di imporre la propria superiorità in campo. Anzi, tante volte la squadra brianzola è sembrata finire in preda al proprio avversario, incapace di costruire azioni da goal e soprattutto di sfruttare la grande qualità del rombo di centrocampo: l’unico modo che la squadra trovava per risalire il campo era quello di allargare il gioco per i terzini e cercare di sviluppare l’azione lateralmente, lasciando spesso e volentieri spazi alle spalle degli stessi esterni, in cui gli attacchi avversari hanno banchettato.

Così, nelle ultime giornate, il Monza ha virato verso una difesa a 3 che, seppur non migliorando la qualità del gioco in fase di possesso, quanto meno ha dato maggiori coperture delegando le soluzioni offensive alle giocate individuali dei tanti giocatori di talento a propria disposizione. Basterà questo per riportare in Serie A una squadra di proprietà di Silvio Berlusconi?

Giocatore da seguire

Cresciuto nelle sempre floride giovanili della Roma, Davide Frattesi non ha vissuto una gran stagione d’esordio tra i professionisti lo scorso anno ad Empoli, fagocitato dalle prestazioni negative della squadra toscana. Quest’anno, pur immerso in una squadra altrettanto ambiziosa e problematica, è riuscito a non far mancare mai il proprio apporto da mezzala destra nei vari schieramenti provati da Brocchi nel corso della stagione. La sua crescita è anche mostrata dalle 8 reti realizzate (capocannoniere della squadra) e dalla sua crescente leadership nella nazionale Under 21 che andrà a giocarsi l’Europeo di categoria tra poche settimane.

Frattesi che esulta dopo la rete realizzata nella vittoria di Salerno in Serie B
Davide Frattesi è stato il giocatore più utilizzato dal Monza in campionato, con 37 presenze (Foto: Alessandro Garofalo/Imago Images – OneFootball)

Lecce (quarta classificata, 62 punti)

La squadra salentina si presenta a questi playoff in una condizione psicologica non ottimale. Fino a poche settimane fa, infatti,  la squadra allenata da Eugenio Corini sembrava lanciata verso la promozione diretta grazie ad un sistema di gioco spettacolare, in grado di garantire tanti goal e produrre tante occasioni da rete.

Difatti, la formazione giallorossa ha il miglior attacco della Serie B, ma fatica tremendamente in difesa, dove soprattutto il comportamento in area di rigore da parte della linea difensiva risulta alquanto lacunoso. Un problema che l’ex tecnico del Brescia, tra l’altro, ha ereditato dalla scorsa stagione di Serie A, in cui la squadra allora allenata da Fabio Liverani fu in grado di giocarsi la salvezza fino all’ultima giornata nonostante numeri difensivi sconcertanti.

Il potenziale offensivo del Lecce, invece, è molto al di sopra della categoria, sia a livello di individualità che in termini di strategia di attacco, con una squadra che ama attaccare con più uomini. Il 4-3-1-2 di Corini prevede che le due mezzali, il trequartista e le due punte occupino tutte le zone centrali in avanti, sia tra le linee che in profondità; questo costringe le difese avversarie a stringere molti uomini centralmente, liberando spazio per le discese dei terzini e generando molteplici soluzioni offensive.

Il probabile undici titolare del Lecce
Il probabile undici titolare del Lecce

Tuttavia, la grande differenza tra prestazioni offensive e difensive ha generato una stagione di alti e bassi degna di una montagna russa, che non ha consentito ai giallorossi di ottenere la promozione diretta. Adesso si presentano a questi playoff reduci da una sola vittoria nelle ultime 6 partite, a cui si è aggiunta la vicenda della malattia del capitano Marco Mancosu, che potrebbe avere un forte impatto a livello psicologico per la squadra.

Giocatore da seguire

Nelle ultime due sessioni di mercato, le operazioni in casa Lecce sono state gestite da Pantaleo Corvino, storico direttore sportivo tornato in Salento dopo una serie di avventure in giro per l’Italia, in particolare a Firenze, e ben conosciuto nell’ambiente per essere in grado di scovare giovani prospetti in giro per l’Europa su cui poi far valere importanti plusvalenze. E Pablo Rodriguez non è il solo.

Nell’ultimo mercato di gennaio, l’ex direttore sportivo del Bologna ha portato al Via del Mare diversi giocatori di grande interesse, soprattutto a centrocampo: uno di questi è Morten Hjulmand, classe 1999 e nel giro della fortissima nazionale Under 21 danese, che ha mostrato grande qualità e comprensione dei tempi di gioco con il pallone tra i piedi. Corini lo ha schierato sia davanti alla difesa che come mezzala: ha ancora qualche difficoltà nel proteggere la linea difensiva quando viene schierato vertice basso, ma si nota chiaramente che si tratta di un giocatore dalla sintassi calcistica sopra la media.

Morten Hjulmand in azione nella partita persa dal Lecce a Monza in Serie B
Hjulmand ha raccolto 19 presenze in Serie B dopo il suo arrivo a gennaio dall’Admira Wacker (Foto: Claudio Grassi/Imago Images – OneFootball)

Venezia (quinta classificata, 59 punti)

Ci spostiamo in Laguna, dove è in atto uno dei progetti più interessanti dell’intero calcio italiano: una proprietà americana molto ambiziosa, che sta abbinando alla progettualità tecnica un’ottima strategia di brandizzazione del marchio Venezia, legando maggiormente la squadra alla città.

L’architettura tecnica verte su una tipologia di calcio propositiva ed uno scouting molto competente, capace di andare a scovare talenti interessanti in giro per l’Europa, così come nelle serie inferiori: responsabile di quest’attività è l’ex centravanti dell’Udinese di Zaccheroni Paolo Poggi che, assieme al direttore sportivo Mattia Collauto, ha costruito una rosa di grandi prospettive allenata da un allenatore anch’egli dal futuro roseo come Paolo Zanetti che a sua volta ha raccolto l’eredità da Alessio Dionisi, il tecnico che ha trascinato l’Empoli alla vittoria del campionato.

Il probabile undici titolare del Venezia
Il probabile undici titolare del Venezia

Il Venezia non ha un modulo base di riferimento, difatti a seconda dei giocatori a disposizione Zanetti cambia l’assetto tra 4-3-3 e 4-3-2-1. Di sicuro non cambia la strategia, basata sulla ricerca della risalita del pallone mediante la costruzione dal basso, in cui l’ex allenatore dell’Ascoli richiede parecchio coraggio ai terzini ed ai centrali difensivi nella conduzione della palla e anche nella ricerca della giocata individuale. Una volta superata la prima pressione, la squadra arancioneroverde occupa la trequarti avversaria e l’area di rigore con più giocatori, creando i presupposti per tanti pericoli per le difese avversarie.

Le statistiche confermano la bontà del gioco del Venezia, che è la terza squadra per expected goals prodotti alle spalle di Empoli e Lecce e la seconda come qualità media dei tiri effettuati, dietro al Brescia. Questo sistema permette alla squadra lagunare di avere quasi sempre la supremazia territoriale; supremazia che si riverbera anche nei dati difensivi, visto che solo il Chievo subisce meno tiri a partita dei veneziani in Serie B. Tutti numeri che ci lasciano intendere che siamo di fronte alla probabile mina vagante dei playoff.

Giocatore da seguire

Il Venezia ha una serie di giovani elementi da segnalare, ma quello che più attira la nostra attenzione è Luca Fiordilino, tuttofare del centrocampo arancioneroverde e capace di agire tanto in fase di costruzione quanto in fase di rifinitura. Nella narrazione calcistica di qualche tempo fa sarebbe stato definito come il motorino di centrocampo, un giocatore vitale per legare tutti i meccanismi della squadra. Nello scacchiere di Zanetti si occupa dello sviluppo dell’azione sul lato destro del campo, mentre in fase di non possesso è il primo a rientrare per supportare il vertice basso del centrocampo nello schermare la linea difensiva. Ha anche messo a segno 4 reti e realizzato 1 assist: indipendentemente da come andrà a finire questa fase finale della stagione, merita di giocarsi le proprie chance in una squadra di Serie A.

Luca Fiordilino in azione durante Venezia-Cosenza in Serie B
Luca Fiordilino è arrivato a Venezia da svincolato, dopo il fallimento del Palermo nel 2019 (Foto: Tim Rogers/Imago Images – OneFootball)

Cittadella (sesta classificata, 57 punti)

Per il quinto anno di fila la squadra del piccolo borgo veneto si presenta ai playoff di Serie B e lo fa senza tradire il proprio modus operandi: identità di gioco costante nel corso degli anni, con Venturato in sella per il sesto anno consecutivo, ed il grande lavoro del direttore sportivo Stefano Marchetti, sempre in grado di scovare giocatori adatti al sistema in giro per i campionati minori.

Il sistema di gioco del Citta è basato su un 4-3-1-2 con un centrocampo a rombo il cui vertice basso è l’immortale Manuel Iori, capitano e leader in campo della squadra. L’ex centrocampista del Chievo è il giocatore a cui è affidato l’inizio dell’azione che poi viene sviluppata in zone esterne dove si muovono la mezzala, il terzino ed il trequartista, i quali consolidano il possesso per poi cercare il passaggio decisivo nell’area di rigore che viene riempita dalle due punte e dalla mezzala del lato opposto. Tanti sono i goal costruiti utilizzando questa costante e non è un caso che i principali realizzatori della squadra siano le mezzali Mario Gargiulo e Federico Proia che, insieme, hanno trovato la rete per 15 volte in questa stagione.

Il probabile undici titolare del Cittadella
Il probabile undici titolare del Cittadella

Altro marchio di fabbrica della squadra granata è il pressing: una volta perso il pallone, il posizionamento dei giocatori in campo permette di avere sempre più elementi in zona palla e quindi andare ad aggredire l’avversario anche in zone alte del campo. Le statistiche confermano la bontà di questo atteggiamento tramite l’indice PPDA, ossia il numero di passaggi concessi all’avversario prima di recuperare il pallone, che è di gran lunga il migliore del campionato.

Giocatore da seguire

La rosa del Cittadella ha davvero tanti giocatori molto interessanti da seguire, ai già citati Proia e Gargiulo però, vorremmo aggiungere Christian D’Urso, prodotto delle giovanili della Roma e che rappresenta l’elemento di fantasia a disposizione di Venturato che gli ha affidato la maglia numero 10 ed il ruolo di trequartista alle spalle delle due punte. Nelle ultime giornate di campionato, lo abbiamo visto anche vestire i panni della mezzala: giunto a 24 anni, questi playoff sono la miglior occasione per capire se può alzare il livello della propria carriera. Tuttavia il suo rendimento rischia di essere influenzato da alcuni eventi di cronaca delle ultime settimane in cui è stato, suo malgrado, protagonista.

Christian D'Urso che si coordina per un tiro da fuori area
Christian D’Urso ha registrato solo 3 goal ed 1 assist ma il suo apporto alla fase di rifinitura è superiore rispetto ai numeri espressi (Foto: Ettore Griffoni/Imago Images – OneFootball)

Brescia (settima classificata, 59 punti)

Reduci dalla retrocessione dello scorso anno, le Rondinelle si sono presentate a questo campionato con lo scopo di ritornare in Serie A ma senza fare pazzie sul mercato. Tutte le operazioni in entrata sono state fatte per colmare delle uscite: dal Groningen è arrivato Tom Van de Looi per sostituire Tonali ceduto al Milan, mentre dalla Dinamo Zagabria è arrivato il terzino destro Karacic per sostituire a gennaio il partente Sabelli.

Per il resto, la squadra è rimasta la stessa delle ultime due stagioni, mentre a cambiare, come da consuetudine del presidente Cellino, sono state le guide tecniche: la stagione era iniziata con Del Neri in panchina, per poi passare a Diego Lopez e poi a Davide Dionigi, tutti allenatori che hanno vissuto lo stesso ciclo di vita di una farfalla. Quando la situazione era prossima a precipitare, il club sceglie di affidare la panchina alla strana coppia formata da Pep Clotet e Daniele Gastaldello, una scelta a prima vista pittoresca che invece si è rivelata come quella vincente: il tecnico catalano ha ripristinato, su consiglio dell’ex centrale difensivo veneto, il rombo a centrocampo, ridando certezze alla squadra che, da quel momento, ha inanellato una serie di prestazioni che le ha permesso di risalire la classifica a suon di reti ed accedere, dunque, a questi playoff.

Il probabile undici titolare del Brescia
Il probabile undici titolare del Brescia

I numeri, come già raccontato per il Lecce, parlano di una squadra molto prolifica in attacco ma altrettanto perforabile in difesa, a dimostrazione di un roster costruito a trazione anteriore, anche a causa dello scenario che si era creato ad un certo punto della stagione in cui Il Brescia non aveva nulla da perdere. Chissà che con questo spirito la squadra di Clotet non riesca a fare il colpo grosso in questi playoff.

Giocatore da seguire

Dopo essere arrivato la scorsa stagione dai francesi del Clermont per due milioni di euro, c’erano molte aspettative su Florian Ayè che, invece, non si mostrò pronto all’impatto con la nostra Serie A. Una situazione, questa, che aveva abbassato le aspettative sull’attaccante transalpino in questa stagione di Serie B, tanto da essere considerato indietro nelle gerarchie rispetto a Torregrossa e Donnarumma: ma, tra infortuni e la cessione dell’attuale attaccante della Sampdoria, l’oggetto misterioso inizia a ritagliarsi tanto spazio fino ad esplodere nella seconda parte di stagione. Con l’arrivo di Clotet in panchina, realizza 14 delle 16 reti messe a segno in questo campionato: il Brescia si affida a lui per tentare il colpaccio e lasciare nuovamente la Serie B.

Florian Ayé esulta dopo il goal realizzato al Monza nell'ultimo turno di campionato
Florian Ayè ha una percentuale realizzativa del 31,37% dei suoi tiri in questa stagione in Serie B (Foto: Mairo Cinquetti/Imago Images – OneFootball)

Chievo Verona (ottava classificata, 56 punti)

Sono lontani i tempi dei “Mussi volanti” dei primi anni del 2000, con Gigi Del Neri che mandava il Chievo in Europa, e della squadra che negli anni successivi fu in grado di restare in Serie A pur avendo un bacino d’utenza a dir poco irrisorio. Con la retrocessione del 2019, il presidente Campedelli ha iniziato un processo di ringiovanimento della rosa che è stato completato in questa stagione sotto la guida in panchina di Alfredo Aglietti.

L’attuale rosa messa in piedi da Sergio Pellissier, passato dal campo alla scrivania al termine dell’anno della retrocessione in Serie B, ha un’età media inferiore ai 25 anni ed è stata costruita prendendo giocatori che si sono disimpegnati molto bene nella serie cadetta nella scorsa stagione, come il centrocampista centrale Luca Palmiero, il terzino destro Vasile Mogos e l’esterno Luigi Canotto.

Il probabile undici titolare del Chievo
Il probabile undici titolare del Chievo

L’allenatore vincitore dei playoff 2019 con il Verona ha disegnato per questa squadra un 4-4-2 in cui i due esterni offensivi in genere operano a piede invertito: sul lato destro generalmente agisce un giocatore mancino (Amato Ciciretti), discorso opposto sull’altro lato dove invece agiscono Luca Garritano ed Emanuele Giaccherini, la chioccia di questo gruppo. Tuttavia, in corso d’opera, questo schieramento è diventato quasi asimmetrico, in quanto sul lato destro Aglietti spesso preferisce schierare Luigi Canotto, i cui compiti sono molto diversi rispetto a quelli di Ciciretti.

Ne vien fuori una squadra che avanza il campo tramite combinazioni laterali e che cerca di entrare in area mediante cross e sovrapposizioni interne. La giovane età della squadra e l’assenza di due attaccanti con il fiuto del goal non hanno convertito le buone idee di gioco in risultati: questo Chievo è una squadra che difficilmente si fa mettere sotto dall’avversario – come testimonia il dato degli 8,88 tiri subiti di media a partita, miglior dato difensivo della serie cadetta – ma allo stesso tempo non sembra sufficientemente maliziosa per portare a casa il risultato. Per questo vanno considerati come la squadra meno attrezzata alla vittoria di questi playoff.

Giocatore da seguire

Luca Garritano, cresciuto nelle giovanili dell’Inter, è forse arrivato al punto giusto di maturazione della sua carriera da calciatore: classe 1994, è stato centrale in tutte le nazionali giovanili azzurre e nel 2013 esordì anche in Serie A con i nerazzurri di Stramaccioni. Negli anni successivi ha fatto la spola tra Serie A e Serie B con le maglie di Cesena e Chievo ma senza imporsi: sceso in cadetteria con i clivensi sembra aver trovato un ruolo da leader tecnico in un gruppo di giocatori più giovani di lui. La sua posizione di esterno sinistro che rientra al centro del campo e che va al tiro gli sta regalando una stagione da 8 goal e 7 assist, decisamente il migliore della squadra in entrambe le statistiche.

Luca Garritano esulta dopo uno dei suoi goal in campionato
Luca Garritano ha una media di 1,36 passaggi smarcanti a partita (Foto: Paola Garbuio/Imago Images – OneFootball)

Il valore dei playoff e della Serie B

Con questa formula a sei squadre, il campionato cadetto ha trovato un sistema molto interessante per attirare una maggiore fetta di pubblico: purtroppo la pandemia limiterà molto l’accesso agli stadi che, in caso contrario, sarebbero stati strapieni per queste partite da dentro o fuori.

La nostra seconda serie sta pagando parecchio il gap economico con la Serie A: le differenze economiche tra le due categorie ne hanno accentuato anche il divario tecnico. Tuttavia, nelle ultime stagioni stiamo assistendo a club che stanno cercando di limitare i danni diventando laboratorio per il lancio di alcuni giovani, ma anche luogo di sperimentazione tattica con proposte come quelle di Vincenzo Italiano a La Spezia lo scorso anno o Alessio Dionisi ad Empoli in questa stagione, che lasciano ben sperare in un avvicinamento della competitività di questi piccoli club a quelli del piano superiore.

In questi playoff ci sono tante storie diverse, tra club che hanno investito tanto, altri che stanno puntando sul lanciare nuovi giocatori ed allenatori nel grande calcio ed anche qualche esempio di programmazione tecnica. Questo potpourri arricchisce la fase finale di stagione, sperando che sia il principio per una risalita che vada oltre il raggiungimento della promozione dalla Serie B alla massima serie.

Fonte statistiche: Wyscout

Autore

Cresciuto con l'amore per la Samp di Vialli e Mancini e della curva Nord dello stadio San Nicola. Da grande trasformo il mio tifo in passione per lo sport, la tattica e la performance analysis. Giochista convinto.

Lascia un commento

Top