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RdL Awards

Riserva di Lusso dell’Anno: Luis Muriel

Dopo il Gol dell’Anno, la Matricola dell’Anno, il Giocatore più Migliorato dell’Anno e l’Allenatore dell’Anno, arriva la quinta categoria nella settimana degli RdL Awards, i nostri premi per la stagione di Serie A 2020/2021 appena conclusa. È il turno della Riserva di Lusso dell’Anno: il nostro premio preferito, guess why.

Come abbiamo stabilito questi ed i restanti premi? La nostra redazione ha espresso tre preferenze per categoria: 1 punto per il bronzo, 3 punti per l’argento e 5 per l’oro. Dopodiché, abbiamo calcolato chi fossero il terzo, il secondo ed il primo classificato per punti raccolti. Ed eccoli qui.

3° posto: Matteo Politano, Napoli (34 punti)

di Nicola Boccia
Matteo Politano in maglia Napoli
L’uomo in più per il Napoli (Foto: Alessandro Garofalo/LaPresse/Imago Images – OneFootball)

Sarebbe potuta essere un’ulteriore stagione difficile dopo quella già passata l’anno scorso, dove prima all’Inter era stato messo alla porta da Conte e poi, accolto dal Napoli, non si era dimostrato capace di convincere sino in fondo, finendo per essere contrassegnato da molti come un giocatore spesso inconcludente. Sarebbe potuta davvero essere un’annata complicata, soprattutto per l’ancor maggior concorrenza nel reparto offensivo, ancor più lievitata dopo l’arrivo della tanto attesa esplosione di Lozano, altrettanto reduce da una prima stagione piuttosto anonima con la casacca partenopea. Sarebbe davvero potuta esserlo, ed invece si è dimostrata l’annata del riscatto, della redenzione di Matteo Politano.

Se il Napoli è riuscito a credere nella rincorsa, seppur poi rivelatasi amara, verso la Champions League, gran parte del merito va anche attribuito alle prestazioni messe in campo dall’ex Sassuolo, spesso determinanti sia da titolare che entrando dalla panchina. I numeri a fine campionato dicono 9 gol e 5 assist, per un complessivo di 14 partecipazioni dirette ai gol, le stesse del già citato più osannato compagno e rivale di reparto. Un contributo che oltretutto riporta finalmente Politano sullo stesso livello dell’ultima stagione in neroverde, quella che aveva messo in mostra tutto il suo talento, ottenendo praticamente gli stessi numeri ma con ben circa novecento minuti in meno nelle gambe.

A far la differenza in primis è stata senza ombra di dubbio la fiducia, finalmente ritrovata in sé stesso, indispensabile per un calciatore con le sue caratteristiche e che se privo finirebbe come per spegnersi, inibito dal tentare quelle giocate tipiche del suo repertorio che invece quest’anno tanto hanno fatto male alle difese avversarie. Il tutto ovviamente incentivato da un ambiente e da un allenatore che lo hanno fatto sentire importante e a proprio agio, calato in un sistema di gioco calzante a pennello con le sue qualità.

Politano è tornato ad essere Politano, lo ha fatto con le sue corse, i suoi dribbling, i suoi rientri verso il centro per poi tirare, con il suo modo di giocare a volte un po’ prevedibile e forse non sempre amato da tutti, ma risultante oggettivamente efficace quando testa e gambe girano nella giusta maniera. Lo ha fatto accettando un ruolo non da prima scelta ma da comprimario – seppur poi gli infortuni abbiano anche invertito tale tendenza per un certo periodo -, dimostrandosi una variante di capillare importanza nel gioco del Napoli. Lo ha fatto con una disposizione al sacrificio sempre mostrata in campo, anche quando il pallone era costretto a rincorrerlo. Ma soprattutto con umiltà, proprio come una vera Riserva di Lusso.

2° posto: Matteo Darmian, Inter (39 punti)

di Gerardo Chiuri
Matteo Darmian applaude in maglia Inter
Underestimated (Foto: Nicol Campo/Imago Images – OneFootball)

Passiamo alla medaglia d’argento, indossata con merito da Matteo Darmian, l’uomo in più dei Campioni d’Italia dell’Inter. Un acquisto arrivato in sordina quello del numero 36, se non tra lo scetticismo generale, ma esplicitamente richiesto da mister Conte. Il tecnico leccese lo aveva portato con sé in Nazionale durante gli scorsi Europei, apprezzandone subito duttilità e spirito di sacrificio. Due caratteristiche che Matteo non ha perso sicuramente per strada negli ultimi cinque anni: col senno del poi possiamo dire che Conte ci ha visto lungo per l’ennesima volta nella sua carriera. Se è vero che i campionati si vincono grazie all’ampiezza della rosa, Darmian dimostra di essere il jolly che era sempre mancato all’Inter nelle scorse stagioni. Esterno di centrocampo abile nello svolgere entrambe le fasi indistintamente su una fascia o sull’altra, per far rifiatare l’Hakimi o il Perisic di turno. Terzino, se un particolare frangente o la necessità di portare a casa il risultato richiede il ricorso ad una difesa a quattro. In un match contro il Sassuolo persino centrale al fianco di De Vrij e Skriniar.
Un ruolo di secondo piano che molti avrebbero rifiutato o ritenuto scomodo, ma che Darmian accetta e porta avanti in silenzio, con l’umiltà e il professionismo che lo hanno sempre contraddistinto.
Per Conte e le sue idee, questo ed altro.
Eppure qualche motivo per lamentarsi ce l’avrebbe, date le prestazioni di cui si rende protagonista quando viene chiamato in causa. Nei primi mesi balza agli onori della cronaca specialmente per un gol in Champions ai danni del Borussia M’Gladbach, mentre in campionato si procura un rigore nel big match contro il Napoli. Una partita difficile, restia a sbloccarsi, trasformatasi di colpo in una vittoria fondamentale per avvicinarsi e tenere il passo del Milan, allora capolista. E in questo dettaglio si può già intravedere un barlume di quello che sarebbe accaduto a distanza di alcuni mesi. Nel girone di ritorno occupa con maggiore frequenza la fascia sinistra, a causa dell’involuzione di Young e della presenza imprescindibile di Hakimi. Nel mese di febbraio arriva il primo gol contro il Genoa: Lukaku conduce la palla fino al limite dell’area e scarica su Matteo, che aveva seguito l’azione accompagnando il belga nonostante la sua rapida ripartenza. Un gol facile quanto necessario, capace di bloccare sul nascere i tentativi di rimonta dei rossoblù.
Ma è nel mese di aprile che Darmian emerge definitivamente, guadagnandosi un posto sul podio delle Riserve di Lusso della Serie A. Con lo scudetto tra le proprie mani, i ragazzi di Conte non devono fare altro che accumulare punti per aggiudicarsi anche matematicamente il titolo. Tra gli avversari, non sembrano essere dello stesso parere il Cagliari e il Verona, che riescono a reggere per più di 75 minuti l’assedio dell’Inter. Due pareggi che risulterebbero pesanti, visto l’exploit dell’Atalanta nelle retrovie. Ma ecco che Darmian sostituisce la Lu-La e si riscopre autore di gol decisivi. Contro la squadra di Semplici parte sulla fascia destra e dimostra sin da subito di essere in partita con un tiro e un passaggio insidioso per Lukaku. Spostatosi a sinistra dopo l’ingresso di Hakimi, riceve proprio dal marocchino la palla dell’1-0 che taglia tutta l’area piccola e viene facilmente spinta all’interno della porta vuota. Una collaborazione che si ripete, seppur con diverse modalità, contro Juric e i suoi. Due vittorie per 1-0, con un gol al 76’ e l’altro al 77’, entrambi di Darmian. Un contributo enorme nella fase più calda della stagione che gli consentono di scrivere il proprio nome su un’ampia fetta dello scudetto. Mica male.

1° posto: Luis Muriel, Atalanta (121 punti)

di Cesare Milanti
Luis Muriel è la Riserva di Lusso di quest'anno
Balliamo con Luisito (Foto: Francesco Scaccianoce/LiveMedia/Imago Images – OneFootball)

Il luogo comune vuole che ciò a cui ci si abitua diventi progressivamente sempre meno interessante, più noioso. Ma Luis Muriel non ci annoia mai, specialmente se si tratta di entrare dalla panchina e fare bene il suo lavoro: portare punti a quella macchina da gol che all’anagrafe fa Atalanta.

L’anno scorso eravamo rimasti sbalorditi dalla sua capacità letale di alzarsi dalle (comode, pare) poltroncine del Gewiss Stadium, fare il suo ingresso in campo e innalzare vertiginosamente le preghiere recitate da difensori e portiere avversari. Traducendo in numeri la propensione del colombiano a mascherarsi da Riserva di Lusso, il suo tabellino per la Serie A 2019/2020 recita 11 gol e 1 assist. Un bel bottino, se consideriamo che lo ha raccolto esclusivamente entrando a gara in corso, per ben 24 volte in campionato. E via di fiumi di lodi a Luis Fernando Muriel Fruto da Santo Tomás. Ma quest’anno si è superato.

Badate bene: non parlo di un miglioramento effettivo nel contributo realizzativo (in questa Serie A si parla di 6 reti e 3 assist partendo dalla panchina), ma lo si potrebbe definire un salto di qualità “poliedrico”. Se in larga parte della sua carriera ha vestito i panni del deus ex machina, pronto per essere chiamato a dare il suo contributo quando i colleghi iniziavano ad annaspare, quest’anno Gasperini lo ha responsabilizzato in svariate occasioni anche a partire dal primo minuto di gioco.

Complici gli acciacchi fisici del compagno di reparto e di Nazionale Duvan Zapata ed l’inserimento di Sam Lammers nel gruppo squadra pervenuto solo in parte, quest’anno si è abbassato il suo numero di ingressi a partita in corso (20, contro i 24 della passata stagione), mentre è aumentato quello delle sostituzioni (16, contro le 9 dell’annata 2019/2020). Ne ha beneficiato anche il suo rendimento totale, con 22 reti e 9 assist che ne fanno uno dei migliori giocatori del nostro campionato – stay tuned. Quest’anno, dunque, abbiamo potuto ammirare un Luis Muriel “in via di sviluppo”, pronto a togliere la muta da esclusiva Riserva di Lusso per salire sul carro dei titolari e vitale nel 3º posto raggiunto alla terza stagione consecutiva della sua Dea.

Il numero 9 che è entrato dalla panchina in questa stagione non è sicuramente quello che avrebbe vinto questo premio con un ampio e lauto plebiscito: il giocatore capace di togliere le castagne sul fuoco ai suoi in gare complesse contro SPAL e Udinese, con due doppiette in altrettanti 2-3 esterni. Ma ragionando pragmaticamente, 6 gol e 3 assist senza avere i gradi del titolare sono comunque il miglior bottino per quelli che Transfermarkt chiama i jolly della Serie A: Matteo Politano, secondo in questa speciale classifica e terzo nelle nostre preferenze complessive, dista 2 reti e 1 assist. Una distanza troppo ampia per molti, un vuoto che sarebbe colmato da Muriel stesso probabilmente in qualcosa come 30′ di partita.

E poi, valutando nel dettaglio gli ingressi del colombiano dalla panchina nell’annata 2020/2021, si scorgono comunque giocate rilevanti: un assist importante a Miranchuk per bloccare l’Inter a Bergamo, il colpo del KO nel 4-1 alla Roma, il quinto ed ultimo gol nel 5-1 contro il Sassuolo – non è la prima goleada a cui partecipa in maglia nerazzurra, chiedere a Udinese, Torino, Milan e Lecce per conferma -, un’altra ultima rete nell’1-4 di Benevento e soprattutto il gol vittoria contro il Cagliari, oltre alla prestazione stellare nel 2-5 di Parma. Insomma, ancora una volta non annoia.

Non ci sono molti dubbi sul fatto che, come già dimostrato in diverse latitudini italiane (Lecce, Udine, Genova e Firenze, prima di Bergamo) e a Siviglia, Muriel continuerà a divertirsi e a far divertire i suoi tifosi. Con le falcate in campo aperto, i dribbling nello stretto, il piede destro fatato e la freddezza sotto porta che l’ha sempre contraddistinto. Aumentano le candeline e si accorciano gli anni sul terreno di gioco, motivo per il quale la stagione “camaleontica” appena trascorsa potrebbe essere un unicum mai più esplorato nel futuro del colombiano. Ma nel dubbio, va bene anche così: al Luis Muriel da Riserva di Lusso non ci si abitua mai abbastanza.

I voti di RdL per la Riserva di Lusso dell’Anno e la classifica completa

Di seguito, tutti i voti della redazione di Riserva di Lusso per la Riserva di Lusso dell’Anno (no pun intended!):

I voti della nostra redazione per la Riserva di Lusso dell'Anno
I voti della nostra redazione

Ecco, infine, la classifica completa:

  1. Luis Muriel, Atalanta (121 punti);
  2. Matteo Darmian, Inter (39 punti);
  3. Matteo Politano, Napoli (34 punti);
  4. Borja Mayoral, Roma (24 punti);
  5. Felipe Caicedo, Lazio (13 punti);
  6. Giacomo Raspadori, Sassuolo (6 punti); Ante Rebic, Milan (6 punti);
  7. Alexis Sanchez, Inter (4 punti); Ruslan Malinovskyi, Atalanta (4 punti);
  8. Weston McKennie, Juventus (3 punti); Mattia Destro, Genoa (3 punti);
  9. Goran Pandev, Genoa (2 punti);
  10. Gonzalo Villar, Roma (1 punto); Fikayo Tomori, Milan (1 punto).

TUTTI I PREMI DI RISERVA DI LUSSO PER LA SERIE A 2020/2021

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