Non tantissimi anni fa, Udine si svegliava sotto una luce diversa. Un bagliore di vittorie, conquiste sul campo ed inaspettate tappe da segnare sul calendario. L’Udinese faceva muovere le coscienze cittadine, ma forse – sotto sotto – era anche merito di cosa circondava quel magico gruppo.
A Roma, le persone sembrano amare con più entusiasmo, uccidere con più fantasia, sottomettersi ai bisogni creatori più spesso, e perdere il senso della logica più facilmente che altrove.
Quando hai sulle spalle tremila anni di storia, il peso del tempo che passa hai imparato a gestirlo. Roma vive nel riflesso di quello che hanno scritto sui libri, cantato nelle canzoni e narrato i poeti. Roma non è retorica. È l’osteria a Trastevere che serve vino dei castelli, è l’odore di cornetti caldi in piena notte e gruppi di ragazzi che tornano dai locali.
Pensare di aver parato un rigore a Cristiano Ronaldo, di essere maturato calcisticamente con elementi del calibro di Zidane e Del Piero e di aver giocato in tre nazioni diverse, evidentemente, non è bastato. Sì, perchè la tigre non si accontenta della singola preda, bensì non è soddisfatta finchè non caccia a sufficienza; in questo caso, si tratta di un ruolo atipico, ma che rispetta come fosse un inseguimento nella savana: benvenuti nel mondo del felino più imprevedibile del panorama calcistico italiano, Stefano Sorrentino.
Il calcio è passione e la passione è donna, non c’è da stupirsi quindi se il pallone è anche rosa. Ma andiamo con ordine.