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CALCIO ESTERO

Occhio alla scadenza: le opportunità Garcia, Puig e De La Cruz

Con l’avvicinarsi della prossima finestra di mercato, spuntano svariate occasioni in scadenza: tra di esse, abbiamo analizzato i casi di Eric Garcia, Riqui Puig e Nicolas De La Cruz.

Manca ormai poco all’arrivo delle festività natalizie e con esse il sopraggiungimento delle frenesie scaturite dal mercato invernale 2021, che come di consueto si aprirà il primo lunedì del nuovo anno. Sono molti gli allenatori a sperare di trovare un regalo in ritardo sotto l’albero, e altrettante le società che cercheranno di mettere le toppe agli errori commessi durante la scorsa sessione di mercato, quest’anno più confusionaria che mai.

Spesa intelligente

Il 4 gennaio si apriranno ufficialmente le porte del calciomercato e – in un tempo di forti ristrettezze economiche come quello che stiamo vivendo – si cercherà di guardare al risparmio anche nel mondo del calcio. Dove, tra le tante trattative che ci apprestiamo a seguire, ci saranno ovviamente anche quelle per l’ingaggio dei prossimi giocatori ad andare in scadenza il 30 giugno 2021. Un ambito del mercato che spesso riserva la possibilità di fare ottimi affari, creando delle vere e proprie faide tra le parti in causa. Mai come in questa stagione, proprio l’ingaggio di questi calciatori potrebbe avere un peso più importante del solito, complici due fattori determinanti.

Il primo è ovviamente quello prettamente economico. In un’annata condizionata dalla scarsa liquidità, sono molte le squadre che farebbero volentieri a meno di compiere esborsi economici, qualora ci fosse la possibilità di un’opzione altrettanto valida a costo zero. O magari capaci di fiondarsi su questi, cercando di riuscire a strapparli in anticipo alla concorrenza, pagando una piccola indennità alla società attualmente proprietaria del calciatore. La quale si potrebbe accontentare, evitando così di veder svanire il proprio patrimonio economico senza riscuotere niente (come ad esempio nel caso che portò Eriksen all’Inter circa un anno fa).

L’altra motivazione riguarda invece un discorso solo ed esclusivamente tecnico. In quanto, al momento, il parco dei giocatori prossimi alla scadenza è – paradossalmente – più ricco che mai, comprendendo al suo interno nomi di assoluto livello e per ogni esigenza tattica. Con molti di essi già sicuri di non rinnovare i rapporti con la propria squadra.

Abbiamo davvero elementi di ogni tipo. Si parte dal migliore di tutti, Messi, e da quella che potrebbe rivelarsi la telenovela più gettonata del nuovo anno, con un possibile cambio di casacca già ipotizzato nell’estate appena passata, il quale segnerebbe la parola fine su una delle storie calcistiche più belle e proficue di sempre.

Garcia, Puig e De La Cruz non sono le uniche occasioni da cogliere al volo (Foto: Miguel Medina/Getty Images – OneFootball)

Si potrebbe poi ripresentare il caso di Gigio Donnarumma, a cui poco speriamo, onde evitare di rivivere gli scempi già vissuti nell’estate del 2017. Inoltre, la lista continua con giocatori di ogni tipologia ed età. Dai più vegliardi ma sempre affidabili Sergio Ramos ed Aguero, o Di Maria il Matador Cavani, senza dimenticare l’ex Pallone d’Oro Luka Modric. Fino ad arrivare a giocatori nel pieno della loro maturità calcistica e fisica come Alaba, Depay o Calhanoglu. Il tutto passando per calciatori che potrebbero finalmente fare il salto di qualità definitivo verso i top club, come nel caso di Thauvin.

Figure che farebbero gola a chiunque, senza considerare anche molti giovani. E proprio tra questi abbiamo deciso di prendere in considerazioni tre nomi. Tre elementi in grado di poter giovare a qualsiasi squadra, e che potrebbero rivelarsi dei veri e propri affari per chiunque, soprattutto nel prossimo futuro.

Garcia, Puig e De La Cruz: il catalano del Barça

La capacità della Masia di sfornare giocatori dal talento cristallino è ormai nota a tutti, e da anni rappresenta la maggior sorgente per dare nuova linfa alle radici della prima squadra. Uno degli ultimi prodotti usciti dalla cantera blaugrana è il catalano Riqui Puig, che anche chi meno conosceva ha ben avuto modo di osservare nel confronto che ha visto coinvolta la Juventus al Camp Nou durante la settimana scorsa.

Puig rappresenta il perfetto prototipo del calciatore made in Catalogna, sulla scia e all’ombra di quello che poi è diventato uno dei più forti di sempre. Piccolo e dal fisico gracile – ma dalla reattività disarmante -, con grandi qualità di dribblatore oltre che di passatore, con la capacità di saper gestire la palla in ogni situazione. Una qualità che alla Masia – se potessero – insegnerebbero quasi prima di camminare. Tutte doti che fanno di Puig un perfetto elemento nello scacchiere del famoso tiki taka. Un modo di giocare da cui i blaugrana stanno anche cercando di separarsi, ma che rimane indissolubilmente nel loro DNA.

Garcia Puig e De La Cruz
L’abbraccio di Messi, una sorta di attestato qualitativo (Foto: Lluis Gene/Getty Images – OneFootball)

Le probabilità che la società catalana lasci partire a zero il classe ’99 sono poche, eppure il calciomercato ci ha insegnato che al suo interno non esistono regole. Dopotutto, al Barça la concorrenza nel ruolo è alta e numerosa, e le ultime indiscrezioni – veritiere o meno – che vedono in Puig la talpa nello spogliatoio che Koeman cercava da tempo di scovare non lasciano certo presagire un ambiente tranquillo.

Ecco che potrebbero accendersi le spie di mercato di chi un occhio a Barcellona lo tiene costantemente rivolto, ovvero il City di Guardiola, capace già in passato di sottrare alla sua tanto amata società talenti dal potenziale inestimabile. Puig, d’altronde, sarebbe un tipo di giocatore capace di far gola a chiunque.

Tuttavia, un giocatore abituato a giocare solo un certo tipo di calcio, difficilmente riscontrabile in campionati diversi da quello spagnolo. Puig rappresenta il classico elemento tutta tecnica che in campionati con maggiore impatto fisico e meno spazio alla fantasia potrebbe faticare, ma naturalmente con una carriera davanti per potersi migliorare ed adattare ad ogni tipo di calcio.

Garcia Puig e De La Cruz
Puig in azione (Foto David Ramos/Getty Images – OneFootball)

Garcia, Puig e De La Cruz: lo spagnolo del City

Ci siamo già spesi in complimenti sull’elevata produzione di talenti da parte del settore giovanile blaugrana, e di come questi spesso finiscano con il rinvigorire le linee della prima squadra. Ma ci tocca anche notare quanto spesso invece la società catalana si sia fatta scappare – o comunque abbia ceduto – giovani dal futuro roseo, ancor prima che questi potessero dimostrare a pieno il proprio talento. Alcuni di loro hanno finito inevitabilmente per esplodere in lidi distanti da Barcellona, di frequente anche con le casacche delle principali avversarie dei blaugrana.

Uno di questi è proprio il nostro secondo osservato speciale della giornata. Eric Garcia entra nei settori giovanili blaugrana nel 2008, a soli sette anni, e vi rimane per 9 anni. Un arco di tempo in cui i tecnici della Masia ne osservano e guidano la crescita come calciatore, inculcando in lui i concetti della filosofia calcistica blaugrana e cercando di limarne i difetti. Una mole di lavoro umano incalcolabile a cui nel 2017 viene dato un corrispettivo economico: 1,7 milioni di euro.

Garcia Puig e De La Cruz
Eric Garcia affronta il proprio passato in una partita di Youth League (Foto: Monika Majer/Getty Images – OneFootball)

Questo il prezzo con cui la società catalana si priva di uno dei suoi talenti, oltretutto al beneficio di chi – come già detto – al suo vecchio orto guarda con occhio sempre attento. Dopo una vita con la casacca blaugrana, Eric fa le valige e si trasferisce a Manchester, ovviamente sulla sponda blu. Con i Citizens, Garcia passa in due anni dall’Under 18 alla prima squadra, a cui viene aggregato all’inizio della stagione appena trascorsa. Nella seconda metà del campionato, inoltre, arriverà anche a giocare con discreta continuità, complici i vari infortuni subiti dal reparto difensivo della squadra di Guardiola.

Poche partite in sostanza, ma che lo ergono subito come uno dei nuovi migliori prospetti nel ruolo, portandolo anche all’esordio con la nazionale maggiore spagnola, avvenuto lo scorso 6 settembre. Il tutto mentre il prezzo del suo cartellino continuava a lievitare, fino a giungere ai 20 milioni attuali. Decisamente molti se confrontati alla cifra di acquisto, destinati ancora ad aumentare negli anni a venire.

Anche in questo caso parliamo di un perfetto prodotto in stile Barcellona. Eric Garcia è un difensore centrale dalla stazza tutt’altro che imponente, fisicamente molto simile ad un altro giocatore uscito sempre dalle giovanili blaugrana come Marc Bartra. Soprattutto, si tratta di un difensore molto abile tecnicamente e nella costruzione di gioco, oltre che dalla discreta rapidità nelle medie frequenze, due qualità imprescindibili per gli interpreti del ruolo voluti da Guardiola, e con sempre più domanda all’interno del mercato calcistico.

Garcia Puig e De La Cruz
Un pezzo di futuro dei Citizens (Foto: Catherine Ivill/Getty Images – OneFootball)

Garcia, Puig e De La Cruz: l’uruguaiano del River

Chiudiamo con un nome ignoto ai più. Stiamo parlando di Diego Nicolas De La Cruz Arcosa, uruguaiano classe ’97 in forza al River Plate dal 2017. Cresciuto nel Liverpool, quello di Montevideo – città natale di Nicolas -, con cui subito si fa conoscere all’ambiente uruguagio (e non solo) come uno dei possibili futuri crack della Celeste. Tant’è che Los Millonarios decidono appunto di portarlo a Buenos Aires.

De La Cruz è il classico giocatore di cui ti innamori ancor prima di averlo visto giocare, magari solo sentendone pronunciare il nome. Esterno/trequartista dal piede destro vellutato e dal fisico scattante, l’attuale numero 11 del River è un concentrato di tecnica e velocità. Rapidissimo sia sulle brevi che lunghe distanze e altrettanto lesto nel pensiero e nell’esecuzione. È uno di quei giocatori che con un po’ di spazio e due metri davanti a sé diventano devastanti.

Inutile prenderne in considerazione i numeri, che per capire il tipo di calciatore di cui stiamo parlando non basterebbero. Il nativo di Montevideo è uno di quelli capaci di partire palla al piede e saltare mezza difesa avversaria in un fazzoletto, ma allo stesso tempo è capace di fermarsi a pensare e gestire i tempi delle manovre della squadra. Due aspetti rari da trovare nella stessa figura.

De La Cruz con la maglia del “Liverpool” U20(Foto: Norberto Duarte/Getty Images – OneFootball)

L’uruguaiano è ormai al River da quasi tre anni. In sostanza, dunque, se vuole tentare il salto oltreoceano – per testare definitivamente le proprie qualità -, questo potrebbe essere il momento giusto, prima che la carta d’identità inizi a diventare un peso. Difficile pensare, però, che il River possa lasciarsi sfuggire l’occasione di mettere a segno una plusvalenza.

Al massimo, potrebbe accontentarsi di un indennizzo nel caso in cui un club europeo di alto livello faccia delle avances verso il proprio giocatore, che a quel punto non potrebbe non essere tentato dall’offerta. Sta di fatto che vedere De La Cruz in Europa sarebbe sicuramente molto interessante, nonché divertente. Una pedina che – se inserita nel giusto scacchiere – potrebbe rappresentare un vero e proprio affare, dato anche il non altissimo prezzo del cartellino. Con la squadra fortunata che rischierebbe di trovarsi un vero e proprio fuoriclasse tra le proprie fila.

Tralasciando i discorsi fatti sui singoli giocatori – diversi tra loro sia per caratteristiche che per ambiente -, rimane la stranezza nel vedere come, in un calcio in cui le squadre fanno sempre più la corsa ad accaparrarsi il baby fenomeno di turno, alcuni dei giovani più promettenti del panorama globale finiscano per essere ancora senza rinnovo a metà dicembre. Un fattore che insieme ad altri prospetta un mercato invernale indubbiamente più pazzo che mai.

Garcia Puig e De La Cruz
De La Cruz è inoltre estremamente abile anche nell’uso del piede debole (Foto: Natacha Pisarenko/Getty Images – OneFootball)
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Terzino da paese in campo, fantasista sulla tastiera. Segnato fin da bambino dalle lacrime di Ronaldo del 5 maggio, ha capito subito che la vita da interista sarebbe stata dura. Scandisce il tempo in base alle giornate di campionato, sperando un giorno di poter vivere di calcio e parole.

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