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CALCIO ESTERO

La nuova speranza del Canada

Jonathan David ha una duplice ed ardua sfida: diventare uno degli attaccanti più forti d’Europa e portare il Canada sul mappamondo calcistico.

Qui niente football

Pur essendo lo sport di gran lunga più praticato e diffuso al mondo, il calcio non ha ancora “penetrato” alcune roccaforti rimaste storicamente e culturalmente legate ad altri movimenti sportivi. L’India ne è un esempio, affascinata ed appassionata di cricket, gli Stati Uniti dove il “football” è tutt’altra cosa rispetto a quel che intendiamo in Europa, oppure gli stati oceanici, legati principalmente al rugby. Mentre il centro gravitazionale del nostro “football” rimane l’Europa, con Brasile ed Argentina esotici ospiti d’onore, altri movimenti si affacciano al mondo del calcio.

Tra questi, seppur “indietro” ma fortemente collegato e trascinato dai cugini USA, c’è il Canada. Fenomeni dell’hockey, principi indiscussi del lacrosse ed adesso, voce emergente del “soccer”. Il sistema MLS nel quale sono integrati i Vancouver Whitecaps, i Montréal Impact ed il Toronto FC sta riscuotendo un crescente successo dal 2007 in poi (basti pensare agli investimenti del City Football Group, di Red Bull e degli altri proprietari) modellandosi sulle profonde radici del sistema chiuso già adottato dalle altre quattro maggiori leghe sportive USA.

Certamente, l’essere “ospiti” con sole tre squadre piuttosto giovani – Toronto è in MLS dal 2005, Vancouver e Montréal rispettivamente 2011 e 2012 – e generalmente non competitive ha rallentato lo sviluppo del movimento calcistico, ma ultimamente qualcosa si sta muovendo. Oltre al fenomeno Alphonso Davies, arrivato da “homegrown player” della franchigia cascadiana, altri notabili giocatori sono sbarcati in Europa o stanno crescendo in MLS. Al di là dell’esterno del Bayern Monaco, Jonathan David è sicuramente il prospetto più talentuoso a disposizione della Nazionale.

David
Jonathan David contrastato da Daniel Morejon in Cuba-Canada (Foto: Grant Halverson/Getty Images – OneFootball)

Gand, città dei “diamanti grezzi”

Nato a Brooklyn e cresciuto calcisticamente ad Ottawa, dove i genitori si trasferirono da Port-Au-Prince nella già ampia comunità haitiana in Québec, David è arrivato in Europa grazie all’ormai famoso sistema di scouting del Gent, veramente fenomenale nel trovare talenti in ogni angolo del mondo. Scoperto a 17 anni in un video, viene invitato a Gand ad allenarsi. A 18 anni, il minimo consentito per poter firmare il contratto, viene aggregato in prima squadra.

In Belgio, David studia da attaccante moderno e mobile, capace di associarsi con i compagni e di vedere la porta come un numero 9. Jess Thorup lo utilizza sia come esterno destro che come punta nel 4-2-3-1, ma la mobilità e l’attitudine a coprire molto spazio in campo non sono racchiudibili in una semplice posizione. Questa tendenza a svariare è caratterizzante nel suo modo di stare in campo – Michel Louwegie, attuale DS della Gantoise lo definì “una punta che corre 12 km” -, sia come presenza fisica che anche come atteggiamento ed approccio verso la partita.

Pur con una prima stagione di ottimo livello per un diciottenne, David è esploso quando Thorup gli ha concesso la possibilità di cercare liberamente gli spazi da occupare ed attaccare e le connessioni da stringere con i compagni. Nella stagione passata, l’arrivo di Laurent Delpoitre e l’intesa con Roman Yaremchuk sono stati fondamentali per lo sviluppo delle trame offensive della squadra belga. Con il possente attaccante belga a fungere da “target man”, David ha fatto brillare le sue capacità di raccordo tra costruzione e finalizzazione della manovra.

Non è una prima punta di ruolo, o meglio, fare esclusivamente il riferimento avanzato non rende giustizia alle sue qualità in conduzione ed in rifinitura. Estremamente veloce in campo aperto, predilige tocchi piuttosto lunghi potendo comunque contare su un’agilità negli spazi stretti che gli consente di cambiare passo senza problemi. Dribbla quasi esclusivamente col corpo, utilizzando scientificamente finte di busto e tocchi di esterno per saltare difensori senza perdere il momentum del bruciante primo passo. Protegge molto bene la palla in queste situazioni utilizzando le spalle ed il busto per coprirla in corsa. La finalizzazione rimane comunque la gemma più brillante del suo gioco.

David ha istinti naturali nello scegliere la conclusione più efficace nelle varie situazioni. Il buon tempismo nell’attaccare lo spazio dietro alla difesa (solo 4 offside quest’anno con il Lille in 1500 minuti giocati) lo porta spesso all’ 1v1 con il portiere. Piazzare il pallone di piatto rappresenta la sua prima soluzione ma con il Gent ha dimostrato di saper concludere sia dal limite dell’area, di esterno ed in acrobazia. Non possiede la forza bruta di chi vuole spaccare la porta ma sa cogliere l’attimo anticipando lo sviluppo dell’azione e facendosi trovare al posto giusto nel momento giusto.

David festeggia in maglia Gent (Foto: Jasper Jacobs/AFP via Getty Images – OneFootball)

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Uomo mercato

Gli ottimi numeri – 23 goal e 9 assist nell’ultima stagione nelle Fiandre – ma soprattutto le parole spese su di lui da Louwegie:

Il nostro obiettivo è tenere questo team assieme, anche oltre l’estate. Abbiamo esteso il contratto a David fino al 2023 per una giusta ragione… Avere un top scorer come David è magnifico ma vogliamo soprattutto trattenerlo. In ogni caso, non facciamo partire un giocatore del genere per 25 milioni.

Le ottime prestazioni il maglia Gantoise hanno scatenato una vera e propria asta quest’estate con molti top club europei accostati al suo nome.

Jonathan è assolutamente pronto per il prossimo step. Il Gent ha lanciato la sua carriera, ha fatto tantissimo per lui. Capisco che vorrebbero tenerlo più a lungo ma Jonathan vuole salire di livello. Il campionato belga è fantastico per i giovani giocatori ma è giunto il momento di fare un passo avanti.

Nick Mavromaras, il suo agente, commentò così questo inverno un’offerta rifiutata da circa 25 milioni di euro, un chiaro segnale alle sue pretendenti. Louwegie aveva ragione, 25 milioni di euro sarebbero stati già un record di incasso per il club, ma si poteva spingere ancora più in alto.

Jonathan David esulta con un tufoso dopo un goal al KAS Eupen (Photo by Virginie Lefour/Belga Mag/AFP via Getty Images – OneFootball)

L’ambientamento a Lille di David

Tra le varie possibilità Bundesliga, Premier League, Serie A e Ligue 1, Jonathan David ha sposato la causa del Lille, fresco di incasso record dal Napoli per la cessione di Osimhen ed in grado di pagare i 30 milioni necessari per  per acquistarlo. Il canadese ha mostrato anche lungimiranza nella scelta, firmando per un team attento crescita e sviluppo dei giovani in un campionato tra i top. La Ligue 1 è un’ottimo campionato per emergere definitivamente per importanza, stile di gioco e tendenza a monetizzare sui giocatori in rampa di lancio.

La sua avventura in Francia non è partita nel migliore dei modi, complice anche la sospensione del campionato belga a marzo, come ha sottolineato a più riprese l’allenatore Christophe Galtier. Jonathan David rimane comunque potenzialmente un eccellente fit nel sistema offensivo lillois. Sostituire i movimenti e le qualità di Victor Osimhen non è un compito facile ma è nelle corde del giocatore canadese.

In fase offensiva, il Lille formava un 3-2-5 molto fluido, con Renato Sanches, Jonathan Bamba ed uno dei terzini ad occupare la prima linea offensiva. I movimenti ad elastico di Jonathan Ikoné ed Osimhen fanno perdere i riferimenti ai difensori avversari, favorendo spazio per attacchi senza palla e le ricezioni dell’attuale attaccante del Napoli sulla fascia destra. Con David, il matchup fisico che si creava tra il nigeriano e gli avversari sulle palle alte – pur sfruttato poco con il 40% dei duelli aerei vinti – non è sicuramente replicabile alla stessa maniera.

In questo fondamentale, il canadese ha vinto solo il 28% dei duelli in campionato. D’altra parte, le sue qualità sia palla al piede che senza torneranno estremamente utili nell’ecosistema tattico del Lille. In questo senso può essere interessante la partita con il Lorient come manifesto di come dovrebbe arrivare a giocare David con continuità. Anzi, in alcuni aspetti rappresenta un upgrade. La visione di gioco in campo aperto e la sensibilità nell’ultimo passaggio avranno possibilità di emergere, così come gli strappi palla al piede. La libertà creativa concessa da Galtier ha bisogno di tempo e rodaggio per attestarsi, dipendendo principalmente dalle spontanee connessioni che i giocatori riescono a creare tra di loro. Lo stesso coach insiste molto su questo aspetto:

Ha bisogno di allenamento e, soprattutto, partite. Ha le capacità in alcune aree del campo di fare la differenza con le sue accelerazioni. Oltretutto, è un eccellente finalizzatore. Probabilmente ha sbagliato il goal contro il Metz perché stava cadendo ma è molto preciso in area di rigore, lo vediamo in allenamento.

Jonathan David contende palla a Mohamed Elyounoussi (Foto: Andy Buchanan/POOL/AFP via Getty Images – OneFootball)

Jonathan David è qualcosa di grande per il Canada

Al di là delle prestazioni sul campo, che comunque influiranno in maniera pesante, il Canada può contare su David ed Alphonso Davies, ossia i due talenti più fulgidi ad indossare la maglia dei Canucks per circa altri 12 anni. Dwayne de Rosario, attuale capocannoniere all-time della Nazionale canadese, ha giustamente osservato:

Se riusciamo a qualificarci per i Mondiali 2022, sarebbe veramente un grande risultato. Ho sempre pensato che avevamo le possibilità di farcela. Dobbiamo realmente metterli in condizione di portarci al successo.

Non è solo una questione di mettere una firma sulla qualificazione, è accendere un enorme riflettore sul calcio in un Paese in cui le luci sono puntate su altro. I Mondiali in questo rappresentano la maggior occasione di farsi notare. Ad esempio, la stessa MLS nacque – pur con parecchie difficoltà – praticamente nel 1994 in quanto, secondo i regolamenti FIFA, per ospitare un Mondiale è necessario avere un campionato professionistico nazionale. Raccolto il testimone dalla generazione di de Rosario, adesso è il loro turno nel mettere il Canada sulla mappa del calcio mondiale.

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