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CALCIO ESTERO

La sottile linea verde

Dopo aver trascorso gli ultimi due anni in Cina alla guida del Dalian Yifang, Rafa Benitez ha deciso fosse ora di ricominciare a confrontarsi con il calcio del vecchio continente. Lo farà tornando a Liverpool, la città che più di tutte lo ha reso grande, regalandogli immense soddisfazioni. Con una sola eccezione, questa volta non sarà alla guida dei Reds, bensì dei Toffees.

Due passi

I rapporti tra vicini sono sempre piuttosto complicati, spesso e volentieri conflittuali, anche qualora l’apparenza sembri voler lasciar intendere altro. “L’erba del vicino è sempre più verde” non è certo un modo di dire entrato a caso a far parte della cultura popolare, e le sue svariate trasposizioni di a livello cinematografico ne sono chiara testimonianza.

In terra anglosassone la struttura dell’enunciato cambia leggermente forma, conservando però lo stesso principio “The grass is always greener on the other side of the fence”, più chiaro di così. Ed è per l’appunto in Inghilterra che si trova una delle coppie di vicini più famose di sempre, con circa 129 anni di storia alle spalle conditi da accese rivalità e scontri sanguinosi. In questo caso a separare il vicinato oltre la recinzione ci pensa lo Stanley Park, una linea verde che si estende per poco più di un chilometro nello spazio tra le due abitazioni separando Anfield, casa del Liverpool, da Goddison Park, dimora dell’Everton.

Passare da una sponda (o da un fronte) all’altra richiede una sostanziosa dose di audacia – coloro che hanno indossato entrambe le casacche possono essere infatti contati sulle dita delle mani – men che meno se ti chiami Rafael Benitez e hai il tuo nome inciso nella storia del Liverpool. Non c’è dunque da meravigliarsi se, quando si è iniziato a parlare concretamente dello spagnolo come possibile nuovo tecnico dei Toffees, quelli che ora sono i suoi nuovi vicini di casa non l’abbiano presa proprio bene.

Basti pensare che quello di Benitez sarà soltanto il secondo caso in cui un tecnico si troverà ad aver allenato entrambe le squadre del Merseyside (cosa che ovviamente non basta a giustificare lo scabroso spettacolo rappresentato di sopra). Normalmente in termini pratici si tratterebbe di soli “due passi” da uno stadio all’altro, eppure all’ex Inter dovrà essere sembrato di attraversare la via della seta a piedi prima di giungere sulla sponda blu di Liverpool.

Benitez, i motivi di una scelta

Mai come quest’anno con la fine dei campionati ha preso il via una girandola di allenatori dalle proporzioni smisurate, che ha trovato nel campionato nostrano il proprio epicentro, ma che ha finito inevitabilmente per colpire con decisione anche le arie circostanti. Uno dei tanti terremoti succedutisi ha visto Zidane lasciare la panchina del Real Madrid, scatenando una tumultuosa ricerca del nuovo allenatore, conclusasi con il ritorno di Carlo Ancelotti sulla panchina dei Blancos.

Di colpo l’Everton si è dunque ritrovato, ad appena un anno dal suo arrivo, a dover rimpiazzare un allenatore di caratura internazionale come l’italiano, il quale era stato ingaggiato con la speranza di  portare avanti un progetto pluriennale che potesse permettere al club di compiere gli step in avanti necessari per elevare il proprio status sia a livello nazionale che continentale. Riuscire a trovare un elemento che riuscisse a soddisfare tali requisiti, con la giusta esperienza in Premier League, e soprattutto disposto a calarsi in una realtà sì ambiziosa, ma ancora priva di garanzie nella possibilità di lottare ai vertici come quella dell’Everton non era certo impresa facile.

Ecco dunque che una figura come quella di Rafa Benitez è apparsa calzare a pennello per le esigenze del club. Bisognava per l’appunto trovare qualcuno pronto a dedicarsi a pieno e a credere davvero nel progetto, in cui lo spagnolo ha intravisto l’opportunità di poter rilanciare la propria carriera dopo le ultime annate non vissute propriamente al top. Si può dunque azzardare che le parti non abbiano poi impiegato troppo tempo nel riporre da parte il passato e raggiungere un accordo. D’altronde è palesemente chiaro come oramai oggigiorno passare sotto le armi di quello che fino ad un giorno prima era il nemico sia sempre più consuetudine.

Benitez festeggia la vittoria della Champions League insieme a Gerrard
Ripensando a determinate immagini appare alquanto strano immaginare lo spagnolo come allenatore dell’Everton. (Foto: Rebecca Nadin/Imago Images – OneFootball)

Benitez – Everton, le prospettive di un matrimonio

Come già accennato in precedenza l’Everton è una società che punta fortemente a tornare in alto, come del resto dimostrano gli investimenti effettuati nelle recenti campagne acquisti. Dal 2016 ad oggi infatti la società non ha mai sborsato un ammontare al di sotto degli 80 milioni di euro per singola annata, raggiungendo il picco nel 2017 sfondando il muro dei 200 milioni (cifra in buona parte legata ai circa 85 incassati dalla cessione di Lukaku al Manchester).

Cifre non certo creanti scalpore dato lo strapotere economico dettato dai club della FA nell’ultimo decennio, ma che certo contribuisce a rendere bene l’idea di quale sia la visione dalle parti di Goddison Park. Un progetto che ha però fino ad ora faticato a prendere piede, compresa l’ultima stagione in cui nonostante un inizio promettente, i Tooffees hanno finito per chiudere il campionato in decima piazza e mancando dunque l’accesso all’Europa, inizialmente considerato come l’obbiettivo minimo prefissato data la rosa a disposizione.

L’Europeo ha per il momento congelato il mercato, risulta quindi ancora difficile ipotizzare al completo la rosa che Benitez potrebbe ritrovarsi. In ogni caso non dovrebbe esserci la partenza di nessuno dei pezzi pregiati, condizione ineccepibile se si vuol puntare ai piani alti della classifica. Al di là di quelle che potrebbero essere gli arrivi o le partenze, l’organico attuale si mostra già di per sé funzionale alle idee del nuovo allenatore, vista la predilezione di questo a giocare con il 4-2-3-1, stesso modulo adottato dal suo predecessore.

La qualità certo non scarseggia tra i calciatori presenti in gruppo, cui però è sempre sembrato mancare qualcosa nei momenti decisivi della scorsa stagione (ma anche in quelle passate), e che ancora si fa fatica a capire se sia stato qualcosa di riconducibile ad una lacuna sotto l’aspetto tecnico o mentale. A Rafa andrà il difficile compito di capire dove e come migliorare questa macchina, capace già di dare dimostrazione di tutto il suo potenziale, seppur solo a scatti.

Richarlison e Calvert-Lewin festeggiano un gol

Il sodalizio tra l’allenatore madrileno e i Blues del Merseyside resta però pieno di incognite. L’Everton ha centrato la qualificazione in Europa solo in un’occasione negli ultimi dieci anni, mentre dall’altro lato l’ex Liverpool nelle recenti esperienze non è apparso più in grado di incidere come in passato. Una sorta di scommessa da ambo i lati, dato che nessuna delle parti in causa offre garanzie certe per quelli che si prospettano dover essere i traguardi in ballo.

L’idea è quella di ritrovare la stabilità e la continuità che il club aveva raggiunto sotto la guida di David Moyes, capace di portare la squadra addirittura sino alla qualificazione in Champions – e che di recente ha cercato di ripetere l’impresa con il West Ham. In tal senso Benitez ha dimostrato per l’appunto a Liverpool di poter portare avanti proficuamente un progetto a medio-lungo termine, per le cui basi sarà però necessario partire sin da subito con una prima stagione di alto livello.

Complicato ipotizzare fino a dove questo matrimonio possa spingersi, i cui frutti potrebbero allo stesso tempo rivelarsi successi eclatanti o tonfi clamorosi. A prescindere da ogni discorso la possibilità di vedere questi due vecchi nemici all’opera è ovviamente una delle prospettive più intriganti in vista della prossima stagione di Premier League, avendo suscitato già un ampio richiamo mediatico. Ai posteri l’ardua sentenza, magari Liverpool si rivelerà ancora una volta un porto fertile per Benitez, o magari chissà, un domani non troppo lontano entrambi potrebbero rimpiangere di aver oltrepassato quella linea verde.

Benitez in una delle sue ultime apparizioni inglesi sulla panchina del Newcastle
Con l’esperienza all’Everton il tecninco spagnolo potrebbe rilanciare alla grande la propria carriera, o in caso contrario, rischiare di comprometterla irrimediabilmente. (Foto: Shaun Brooks/Imago Images – OneFooball)

 

Autore

Terzino da paese in campo, fantasista sulla tastiera. Segnato fin da bambino dalle lacrime di Ronaldo del 5 maggio, ha capito subito che la vita da interista sarebbe stata dura. Scandisce il tempo in base alle giornate di campionato, sperando un giorno di poter vivere di calcio e parole.

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