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CALCIO ESTERO

Yusuf Yazici è la nuova stella del calcio turco

È il 27 settembre 2011 ed un sorprendente Trabzonspor affronta la sua prima storica fase a gironi di UEFA Champions League. Nella prima uscita casalinga, all’Hüseyin Avni Aker, arrivano i campioni di Francia del Lille di Rudi Garcia. A bordo campo, a fare il raccattapalle ed ammirare con stupore i suoi idoli, c’è un ragazzino locale che milita nelle giovanili del club. Si chiama Yusuf Yazici, ha 15 anni e non saprà ancora che queste due compagini rappresenteranno un pezzo importante della sua carriera calcistica.

Perché Yusuf sarà prima promessa del club, poi giovane capitano, sino a divenire vendita record proprio quando nell’estate del 2019 deciderà di accasarsi al Lille. Conquistando la ribalta assoluta in questa stagione, grazie soprattutto alle due triplette in Europa League, di cui una a San Siro, quella che ha permesso ai Dogues di battere il Milan e farsi ammirare da mezza Europa. Un futuro dalle mille possibilità che sembra avere, ad oggi, sempre meno ostacoli davanti a sé.

Dalle colline del Mar Nero

Alcuni tifosi del fan club parigino del Trabzonspor salutano Yazici poco prima del suo match inaugurale con il Lille, l’11 agosto 2019 (Foto: Philippe Huguen/AFP via Getty Images – OneFootball)

Il percorso di Yazici rappresenta quanto di più veritiero e genuino possa vivere un giovane ragazzo turco per diventare un calciatore professionista. Fuori dalla capitale, lontano dalle realtà di Galatasaray, Fenerbahçe e Beşiktaş, farsi spazio è un percorso ancora più complicato e tortuoso. Yusuf Yazici nasce il 29 gennaio 1997 a Trebisonda. La sua famiglia è di Çaykara, un piccolo comune di 2000 abitanti a circa 100 km dal capoluogo Trebisonda.

Una zona umile, che ha nella rigogliosa natura e nei ricchi e floridi altipiani una delle poche fonti di sostentamento: la regione è conosciuta prevalentemente per la produzione del più famoso tè turco, il çay. In un territorio così impervio, austero e isolato dal mondo, Yusuf si fa notare quando, a Trebisonda, trionfa con il suo liceo Trabzon Erdoğdu High School nel campionato mondiale delle scuole superiori. Si tratterà del lasciapassare verso le giovanili del Trabzonspor, che in quegli anni avviava un percorso di consolidamento sportivo che porterà i suoi frutti in futuro.

Nelle giovanili del Trabzonspor il talento di Yazici è già ben scrutabile, tanto che il ragazzo brucerà le tappe in maniera repentina, passando da un primo contratto professionistico nel dicembre 2015 ad essere il calciatore più giovane a segnare con la maglia dei Bordo-Mavililer. Con una partita di cartello l’8 maggio 2016: quella in cui il calcio turco iniziò a conoscere il nativo di Çaykara, durante un derby contro il Rizespor, vinto poi per 6-0 grazie a due gol e due assist dello stesso Yazici.

L’anno successivo rappresenterà la vera consacrazione come calciatore ed orgoglio del club: in campo, Yazici mostra personalità, carisma, una giusta dose di egoismo e si conquista la titolarità e la convocazione con l’Under 21 turca. L’estensione del contratto sino al 2022 è già un presagio di quello che dalle parti di Trebisonda si chiacchiera da tempo: il club ha finalmente trovato, e formato, un talento puramente locale che rappresenterà negli anni una regione che cerca riscatto. Il ragazzo ha i mezzi e la forza mentale per farsi carico della nouvelle vague di talenti nel calcio turco.

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In Nazionale, con un ruolo sempre più centrale (Foto: Ozan Kose/AFP via Getty Images – OneFootball)

Anche perché nel 2017, a 20 anni e con soli due anni di professionismo alle spalle, Yazici debutta in Nazionale maggiore nelle qualificazioni mondiali. Il match, un trionfo per 4-1 contro il Kosovo valido per le qualificazioni ai Mondiali 2018, vedrà registrare già un primo importantissimo assist per la Turchia. In due anni la versione di Yazici al Trabzonspor migliora: da calciatore di tocco, dotato di ampie qualità tecniche, Yusuf diventa poi atleta totale. Mutando in un profilo che resta sì trequartista puro, ma che dimostra capacità di condotta palla da metà campo per strappare, spezzare le partite e guidare la squadra in transizione.

Playmaker a tutto tondo, senza dimenticare i maggiori pericoli provenienti dai calci piazzati, una vera peculiarità: il sinistro di Yazici è affilato, tagliente, ricco di un effetto che permette al pallone di cambiare traiettoria in qualsiasi momento. Quando il Trabzonspor diventa una realtà troppo piccola per il suo talento, in molti prevedono una partenza verso una big del paese. Ma ancora una volta saranno spiazzati da un suo colpo ad effetto.

L’approdo a sorpresa di Yazici in Ligue 1

7 agosto 2019: Yusuf Yazici viene presentato come nuovo acquisto del Lille (Foto: Francois Lo Presti/AFP via Getty Images)

Dopo una lunga estate di corteggiamenti, il Lille decide di puntare su di lui dopo la vendita di Nicolas Pépé. Gli allora dirigenti Luis Campos e Marc Inglà, assieme al presidente Gérard Lopez, decidono di rendere Yazici la pietra miliare del nuovo progetto lillois, quello successivo al secondo posto del 2018/2019. Le aspettative sono tante, così come la cifra d’acquisto di 17,5 milioni, che lo renderanno la vendita più cara della storia del Trabzonspor.

Gli inizi non sono quelli sperati, perché Yazici soffre il periodo di adattamento al nuovo campionato e stenta a diventare un titolare per l’allenatore Christophe Galtier. Quando a fine ottobre il suo ruolo inizia a prendere forma, con un filotto di partite convincenti, giunge la doccia fredda: una rottura al crociato occorsa il 21 dicembre lo terrà fuori dai campi per il resto della stagione.

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I primi, complicati, esordi in Champions League (Foto: Kenzo Tribouillard/AFP via Getty Images – OneFootball)

Per chi si è fatto da solo, dolore ed ostacoli rappresentano solo un pezzo del percorso che porta al successo. Yusuf si ritira qualche giorno nella sua Turchia, rigenerando lo spirito prim’ancora del corpo.

Ho fatto il check up medico: necessito un intenso trattamento di cavolo nero, pane di mais e zuppa di ossa.

Affermava così, sorridente, in un post su Instagram il giorno di Natale, abbracciato a sua nonna.

“Se lavoro di più, tornerò più forte”

La stagione successiva ha tutto un altro sapore per Yazici, che inizia col giusto piglio sin dalle prime uscite. Il Lille lo ha aspettato e coccolato, sapendo tenere a cuore la sua personalità:

Luis Campos e Gerard Lopez mi chiamavano ogni giorno per sapere come andasse il recupero.

Nel nord della Francia l’avvio sprint del ragazzo mette d’accordo società e tifosi, da sempre fiduciosi e confidenti. Il vero talento di Yusuf aveva solo bisogno di tempo per venire fuori. Se Christophe Galtier ha saputo plasmarlo, rendendolo una seconda punta pura per il suo 4-4-2, Yazici ha cambiato alcuni aspetti tattici che lo frenavano dall’imporsi in Francia. Divenuto più maturo, oggi Yazici è capace di far ripartire la squadra con qualità ma anche di inserirsi in area e senza palla.

Nella tripletta contro lo Sparta Praga, il gol del provvisorio 0-2 è totalmente creato dalla nuova versione del turco, che prima scarica sul terzino sinistro e poi si inserisce, di testa, sul secondo palo. Anche fuori dal campo, la sua immagine è ben più rilassata e solare: a Lille si apprezza uno Yazici molto più a suo agio, sia sui suoi canali social che durante gli allenamenti, in cui parla francese coi compagni.

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A Praga, la prima tripletta in Europa League (Fotp: Michal Cizek/AFP via Getty Images – OneFootball)

Le mani al cielo di San Siro, dopo un’altra tripletta in Europa League, sono una liberazione ed uno sfogo dopo tanta sofferenza. Yazici si è messo in luce alla scala del calcio: un’impresa riuscita soltanto ad un certo Rivaldo, nel 2000 con il Barcellona. E per un Lille che viaggia col vento in poppa anche in campionato, il premio di Uomo del mese di dicembre in Ligue 1 acquista ancora più valore, oltre ad essere la prima volta assoluta per un calciatore turco. Un’altra barriera distrutta, un altro traguardo raggiunto: proprio come quando, partendo dalla sua ÇaykaraYusuf ammirava quel Trabzonspor-Lille di Champions League senza poter lontanamente immaginare quello che avrebbe fatto in futuro.

Autore

Nato in Italia, girovago per studi tra Francia e Spagna, poi Argentina per passione: scrivo per amore innato verso questo sport e per la necessità di esprimermi condividendo le mie idee. Amo raccontare storie particolari e poco conosciute, da quelle legate al calcio francese o agli angoli più remoti dei confini argentini.

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