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CALCIO ESTERO

La Stella Rossa e la forza del blasone

Questa sera, poco prima di cena, andrà in scena Stella Rossa-Milan, incontro valido per l’andata dei sedicesimi di finale di Europa League.

Flashback 1991

La festa

Il 30 maggio del 1991 avevo 9 anni e, come spesso capitava, i miei famigliari mi portavano di pomeriggio a fare un giro in centro a Bari. La spiegazione ufficiale era la necessità di acquistarmi un capo d’abbigliamento per qualche avvenimento di famiglia – la primavera in Puglia è da sempre teatro di prime comunioni e matrimoni -, ma si sa, era solo un pretesto. L’obiettivo era semplicemente quello  di fare window shopping su Via Sparano.

Dunque ero già pronto a sorbirmi un’altra lunga passeggiata per la via dello shopping barese, quando invece quel pomeriggio mi fu allietato da tanti ragazzi altissimi e robustissimi – specie per l’occhio di un bambino di 9 anni come me – con facce dipinte di bianco e rosso ed una sciarpa degli stessi colori al collo.

Facevano tutti festa in giro per la città con canti di cui non sapevo il significato – che poi, ahimè ho imparato tramite i libri di storia pochi anni dopo – e, complici i colori che indossavano, avevano fraternizzato con la città. Quella gente quel giorno festeggiava la vittoria della Coppa dei Campioni della Stella Rossa, ottenuta la sera prima allo stadio San Nicola ai rigori contro l’Olympique Marsiglia.

Il dramma

Quella vittoria fu l’ultimo momento di felicità per quella gente che, nel giro di pochi mesi, si troverà coinvolta in una guerra lunga e cruenta che ha cambiato e segnato le loro vite e che ha chiuso, di fatto, la storia gloriosa della Stella Rossa.

Come se le due storie volessero intrecciarsi, quel pomeriggio fu l’unico momento di quell’anno in cui Bari poteva essere associata a qualcosa di gioioso: come per la Stella Rossa, eventi tragici e dolorosi hanno segnato la storia della città in quell’anno.

L’8 agosto, pochi mesi dopo quei giorni di festa, Bari sale alla ribalta della cronaca per l’approdo in porto dei 20.000 disperati cittadini albanesi sulla nave Vlora, un evento che ha cambiato totalmente la città dove da allora “nessuno è straniero”. La notte del 27 ottobre, invece, un rogo doloso si portò via uno dei maggiori elementi di orgoglio della città: il teatro Petruzzelli.

30 anni dopo

Sono passati 30 anni da quegli eventi prima festosi e poi amaramente nefasti, oggi la Stella Rossa rappresenta una nuova nazione e, dopo anni di gravi difficoltà, ha ritrovato l’aria dell’Europa ed oggi affronta il Milan nei sedicesimi di Europa League in una sfida che profuma tanto di quel passato glorioso.

Bari, invece, è diventata una città orgogliosa della sua storia e della sua cultura, anzi, delle sue culture, imparando a metterle in bella mostra. Quegli immigrati disperati scesi dalla Vlora 30 anni orsono, oggi sono perfettamente integrati con la città e la sua provincia ed il teatro Petruzzelli dopo tante vicissitudini è tornato ad essere un ritrovo culturale della città m -, come la Stella Rossa – non con lo stesso prestigio di cui godeva prima di quel maledetto 27 ottobre.

La lenta risalita della Stella Rossa

Il ritorno in Champions League

Dopo anni di grandi difficoltà nel dopoguerra – soprattutto a livello economico -, la Stella Rossa è tornata progressivamente a dominare in Serbia: fu con Walter Zenga in panchina che la squadra ritrovò il successo in patria, mentre si è dovuto attendere un rocambolesco preliminare contro il Salisburgo nel 2019 per rivedere il Maracana di Belgrado riaccendersi per un match di Champions League. L’atmosfera in casa Stella Rossa quell’anno partorì 4 punti contro Napoli e Liverpool, un vero miracolo visto il materiale a disposizione dell’allora coach Milojevic.

L’anno successivo, invece, il miracolo non si è ripetuto: fuori dal girone con un parziale di 0 goal fatti e 15 reti subite in 3 partite contro Tottenham e Bayern Monaco – sì, hanno di nuovo pescato nel girone i futuri vincitori del trofeo – e fine della gestione Milojevic.

Stella Rossa
I festeggiamenti della squadra per la clamorosa vittoria contro i futuri campioni d’Europa del Liverpool (Foto: Srdjan Stevanovic/Getty Images – OneFootball)

L’arrivo di Dejan Stankovic

Dopo il nuovo giro meno glorioso in Champions dello scorso anno, quest’anno l’accesso alla fase a gironi della massima competizione continentale è stato fallito – eliminazione ai rigori per mano dell’Omonia Nicosia al terzo turno preliminare -, ma questo non è bastato a fermare il lavoro di Dejan Stankovic, che ha deciso di iniziare la propria carriera da allenatore proprio lì dove aveva iniziato, ed è diventato grande, da calciatore.

Oggi la Stella Rossa è saldamente in testa al campionato serbo con 18 vittorie e 2 pareggi in 20 partite disputate e, soprattutto, ha ottenuto il pass per la fase ad eliminazione diretta di questa Europa League arrivando seconda nel girone vinto dall’Hoffenheim. Decisiva per il passaggio del turno è stata la vittoria nel doppio confronto contro il Gent tra la terza e la quarta giornata, due vittorie che hanno permesso alla squadra di Stankovic di gestire le ultime due partite del girone e portare a casa la qualificazione.

Stella Rossa - Deki
Dejan Stankovic è in carica sulla panchina della Stella Rossa da dicembre 2019 (Foto: Daniel Roland/AFP via Getty Images – OneFootball)

La Stella Rossa 2020/2021

L’arrivo di Pippo Falco

La lunga militanza in Italia, incluso l’ottenimento del patentino da allenatore a Coverciano, è ben visibile non solo negli accorgimenti tattici di Stankovic, ma anche nella composizione della rosa della Stella Rossa che, da quest’anno, ha aggiunto al proprio organico due elementi provenienti dal nostro campionato come Diego Falcinelli e, da poche settimane, Filippo Falco.

In due stagioni e mezzo con il Lecce Filippo Falco ha collezionato 75 presenze e 14 reti (Foto: Maurizio Lagana/Getty Images – OneFootball)

La posizione preferita dal fantasista salentino è quella di trequartista esterno: partendo da destra utilizza il suo sinistro per entrare in campo e generare situazioni di pericolo in attacco o tentare il tiro da fuori area.

Nello scacchiere della Stella Rossa, la sua posizione, anche come caratteristiche, è generalmente appannaggio di Mohamed Ben Nabouhane, nazionale comoriano classe 1989, alla sua quarta stagione a Belgrado e quindi grande protagonista del ciclo di questi ultimi anni.

Stella Rossa - Ben Nabouhane
Ben Nabouhane ha collezionato con la maglia della Stella Rossa 111 presenze con 57 goal e 30 assist (Foto: Srdjan Stevanovic/Getty Images – OneFootball)

Al momento Falco ha collezionato appena 7 minuti con la nuova maglia, per cui sarà interessante capire se l’ex Lecce avrà un posto in squadra per la partita con il Milan: sarà una riserva di lusso – per gli standard della Stella Rossa – o Stankovic ha già un piano per disegnare la squadra con lui in campo?

Non è da escludere, infatti, una convivenza tra Falco e Ben Nabouhane: mentre il giocatore salentino è molto a disagio in posizioni diverse da quella di esterno destro a piede invertito, il comoriano in questi anni ha giocato in diverse posizioni: seconda punta, mezzala ed anche esterno a tutta fascia.

Dall’utilizzo contemporaneo o meno capiremo con quale atteggiamento la Stella Rossa andrà ad affrontare il Milan. Se li schiererà simultaneamente, vorrà dire che Stankovic vorrà giocare la partita a carte scoperte, in caso contrario l’approccio alla partita non cambierà rispetto a quanto visto nel girone di Europa League.

Lo schieramento tattico della Stella Rossa

Andando a rivedere tutti gli schieramenti in campo della Stella Rossa in questa stagione non è possibile identificare un modulo di riferimento: sostanzialmente Stankovic preferisce modificare lo schieramento in base ai giocatori da schierare e l’avversario da affrontare. Una scelta che si rende necessaria, dato il divario esistente tra il campionato serbo e le competizioni europee.

Indipendentemente dal modulo di base, tuttavia, le costanti di gioco della Stella Rossa mostrano come Stankovic abbia assorbito alcuni princìpi parecchio di tendenza negli allenatori freschi di abilitazione a Coverciano.

La fase di possesso

In particolare, l’impostazione da dietro vede applicato il principio dei 5 costruttori e dei 5 invasori utilizzato dagli allenatori contemporanei: cinque giocatori si occupano di costruire l’azione davanti alle linee di pressione avversarie, mentre gli altri 5, invece, cercano di occupare gli spazi sulla trequarti avversaria, meglio se tra le linee di difesa e centrocampo avversarie e ancora meglio se i 5 sono scaglionati in ampiezza e profondità.

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Come si evince dai fermo immagine, l’atteggiamento cambia a seconda che si parli di campionato o di competizioni internazionali: molto spesso nel campionato serbo l’avversario lascia pochi uomini in pressione offensiva, rendendo superflua la presenza di 5 giocatori in costruzione.

Al contrario, in Europa, l’atteggiamento di Stankovic si mantiene giocoforza più prudente, per questo motivo tende a schierarsi con una difesa a 3 oppure con una difesa a 4 in cui, però, è solo uno dei terzini ad alzarsi oltre la metà campo, lasciando l’altro più legato ai costruttori (vedi le passmaps sotto, Fonte: Between The Posts).

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La fase di non possesso

In fase di non possesso, invece, l’atteggiamento varia a seconda della situazione di partita e dell’avversario: Dejan Stankovic sembra essere molto pragmatico in tal senso. In situazioni di vantaggio o in contesti in cui vuole lasciare il possesso all’avversario, il baricentro della squadra si abbassa. Ovviamente l’approccio cambia qualora la situazione sia opposta.

Come si evince dal grafico sopra (Fonte dati: FbRef/StatsBomb) ciò che invece non cambia è la tipologia di pressione: la Stella Rossa non va ad aggredire il portatore e non va a cercare il contrasto, bensì cerca di chiudere sia le linee di passaggio che gli spazi all’avversario. A questo si aggiunge il baricentro che, specie in Europa League, si mantiene molto basso: a livello statistico il dato relativo alle pressioni esercitate nel terzo di campo avversario mostrano come la Stella Rossa sia una squadra che sostanzialmente rinunci a contendere il pallone in zone alte del campo.

Non ci sarà da sorprendersi, dunque, se l’atteggiamento della squadra contro il Milan sarà quello di chiudersi nella propria metà campo, cercando di limitare gli spazi ai velocisti a disposizione di Pioli.

Ma il talento?

Le difficoltà post-guerra

La Stella Rossa è stata, specie negli anni ’90, fucina di grandissimi giocatori che hanno dominato il calcio europeo in quegli anni. La crisi che ha colpito il club dopo la guerra non ha risparmiato, ahimè, neanche il settore giovanile, dove gente come Mihajlovic, Jugovic, Savicevic e Pancev sono ormai un lontano ricordo.

Dopo quella generazione si contano sulle dita di una mano, purtroppo, i giocatori usciti dal settore giovanile della Stella Rossa che poi hanno avuto una carriera di livello. Uno di questi è proprio Dejan Stankovic, ultimo fuoriclasse partorito dall’accademia biancorossa.

Dopo di lui è davvero difficile trovare giocatori che abbiano lasciato il segno: nello stesso periodo in cui esplodeva Stankovic, un altro elemento che sembrava poter spiccare il volo rispondeva al nome di Perica Ognjenovic, esterno offensivo mancino su cui mise le mani il Real Madrid nel 1999 senza che, tuttavia, quelle grandi aspettative fossero anche solo lontanamente rispettate.

La rosa odierna della Stella Rossa

A dimostrazione delle difficoltà dell’attuale settore giovanile della Stella Rossa, fa specie notare come l’età media della rosa allenata da Stankovic sia molto alta rispetto alla propria tradizione: nel novero dei giocatori che rientrano stabilmente nelle rotazioni dell’undici iniziale, solo 3 elementi sono sotto i 23 anni.

Veliko Nikolic

Il primo è Veliko Nikolic, classe 1999, centrocampista avanzato che predilige agire nella zona di centro sinistra, settore del campo in cui agisce indipendentemente da quale sia la posizione di partenza prevista dal modulo con cui la squadra entra in campo. Ha il compito di connettere la fase di costruzione con quella di rifinitura della squadra, ed in Europa Stankovic lo ha utilizzato con meno frequenza rispetto al campionato, preferendogli la maggiore esperienza del gambiano Kanga.

Veljko Nikolic fa parte del giro della nazionale U21 serba (Foto: Srdjan Stevanovic/Getty Images – OneFootball)

Njegos Petrovic

Il secondo profilo è quello di Njegos Petrovic, anche lui classe 1999, centrocampista centrale che, diversamente da Nikolic, tende ad agire in zone più arretrate di campo. A lui ed a Sanogo Stankovic delega i compiti di costruzione assieme ai tre difensori. Ciò che rende il suo profilo molto interessante è la duttilità in termini di posizione in campo, in quanto può agire sia da vertice basso davanti alla difesa – posizione in cui gioca con la nazionale Under 21 -, sia da mezzala che da centrale di centrocampo appaiato ad un altro centrocampista.

Njegos Petrovic, uno dei giovani più interessanti a disposizione di Stankovic (Foto: Srdjan Stevanovic/Getty Images – OneFootball)

Zeliko Gravic

L’ultimo profilo è quello di Zeliko Gravic, classe 2000, nato in Bosnia ma di passaporto serbo, l’elemento potenzialmente più attraente: essendoci molta concorrenza sugli esterni offensivi, il suo utilizzo è ancora decisamente discontinuo – nei gironi di Europa League praticamente non è mai stato schierato. Tuttavia, a livello statistico salta all’occhio la sua propensione a cercare il duello e ad affrontare gli avversari in dribbling (6,34 tentati a partita con una riuscita pari al 64,8%). Stankovic preferisce schierarlo sulla sinistra dove può usare il destro per rientrare, mentre in nazionale Under 21 viene schierato a destra per sfruttare le sue qualità in dribbling.

Che avversario sarà la Stella Rossa per il Milan?

La Stella Rossa di oggi è indubbiamente lontana parente rispetto a quella che il Milan ha affrontato nella nebbia di Belgrado 32 anni fa. Siamo di fronte ad una squadra ben organizzata e con un allenatore che conosce molto bene il calcio italiano, tanto da farne bagaglio culturale per la sua carriera da allenatore. Mancherà anche il fascino dello stadio Maracana ed il suo clima carico di entusiasmo ed allo stesso tempo minaccioso: anche questo sarà un fattore penalizzante la formazione di Stankovic.

D’altro canto, però, un Milan che è costretto a cambiare le proprie prospettive in campionato potrebbe presentarsi alla doppia sfida con un atteggiamento non focalizzato al 100% sull’impegno e questo potrebbe, al contrario, facilitare il compito alla Stella Rossa, reduce dalla pausa invernale del campionato serbo. In questo calendario così compresso, il vantaggio di essere freschi mentalmente e fisicamente potrebbe fare tutta la differenza del mondo.

Autore

Cresciuto con l'amore per la Samp di Vialli e Mancini e della curva Nord dello stadio San Nicola. Da grande trasformo il mio tifo in passione per lo sport, la tattica e la performance analysis. Giochista convinto.

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