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Lo Sheriff Tiraspol sogna la Champions League

Dopo più di un ventennio di lavoro locale ed esperienza a livello europeo tra preliminari, Coppa Uefa e successivamente Europa League, lo Sheriff Tiraspol è ora riuscito a compiere una vera e propria impresa per il calcio moldavo. Ovvero qualificarsi per la fase a gironi della Champions League. Una prima volta storica e ricca di significato soprattutto per i mezzi che questo club ha messo in campo in soli 24 anni di vita. A niente sono serviti i tentativi della Dinamo Zagabria per cercare di recuperare il pesante 3-0 subito proprio in Moldavia. Qual è stato il percorso dello Sheriff in questi anni e cosa ha portato a raggiungere finalmente un obiettivo cercato da anni?

Tra le contraddizioni di Transnistria

L’incredibile storia del calcio a Tiraspol, città moldava ma anche capitale dello stato indipendente de facto di Transnistria (non riconosciuto dall’ONU, situato in Moldavia non lontano dall’Ucraina), nasce soltanto nel 1996 sotto il nome di Tiras Tiraspol. Qualche mese dopo, mentre il club era impegnato in terza divisione, il Tiras viene acquisito dall’azienda Sheriff. Si tratta di un’imponente compagnia della zona, fondata da due ex esponenti del KGB ed impegnata in moltissimi settori del mercato e con un fatturato miliardario. Dall’azienda deriverà il cambio logo, con una stella da sceriffo molto simile a quella della nuova società, ma anche una vera e propria novità come struttura e potere d’acquisto per una società calcistica moldava. Il nuovo stadio, denominato anch’esso Sheriff, diventerà parte di un più grande complesso sportivo terminato nel 2002 e fatto di alloggi per i professionisti, un campo al chiuso per gli allenamenti invernali ed una scuola calcio.

Da queste basi, lo Sheriff approderà in prima divisione in soli due anni, monopolizzando poi il campionato a partire dagli anni duemila. In 21 anni la compagine di Tiraspol vincerà ben 19 titoli nazionali, lasciandone per strada solo un paio, nel 2011 e 2015. Oltre a ciò, lo Sheriff acquisisce sempre più esperienza in campo europeo, non solo partecipando alle fasi preliminari, ma anche grazie a tre qualificazioni ai gironi di Europa League. Da ricordare l’annata 2017, in cui i moldavi sfiorarono i sedicesimi sotto la guida italiana di Roberto Bordin.

I progressi dello Sheriff Tiraspol in campo ma soprattutto fuori

Oltre alla potenza economica ed alla struttura radicata nella compagine di Tiraspol sin dai primi anni, risultava difficile, perlomeno all’inizio, competere con le altre società europee dal punto di vista non solo della visibilità e della fruizione del prodotto, ma anche della cultura calcistica. Storicamente, la Moldavia ha sempre faticato sia in campo internazionale che a livello di club e lo Sheriff è improvvisamente diventato l’esponente di grido del paese, nonostante l’intricata storia geopolitica nella quale è inserito. Prima di uscire dai confini era quindi importante costituire una cultura di tifo che permettesse al club di essere seguito. Nel complesso, oltre allo zoccolo duro di ultras ben più schierati sui temi politici della Transnistria e favorevoli all’indipendenza, la popolazione si è ben integrata con la società e la sua crescita, tanto da far diventare i match dello Sheriff un vero e proprio intrattenimento da queste parti. Stesso discorso per i canali social del club, con un’organizzazione comunicazionale che rispetta gli standard delle più grandi società: su Instagram e Facebook con foto e video in diretta di allenamenti, interviste tra la popolazione per tastare il terreno sulle prestazioni della squadra, video highlights aggiornati di ogni partita e grafiche sempre accattivanti per annunciare le partite o i nuovi acquisti.

Quello che può sembrare un aspetto banale viene messo in risalto dalla situazione economica e sociale in cui viene fatto, ed è alla base dell’importanza e conoscenza che la squadra moldava ha saputo acquisire negli anni, trovandosi ad oggi sulla bocca di molti addetti ai lavori ed appassionati di calcio per le partecipazioni ai preliminari di Champions League. Tutta questa gavetta ventennale risulterà l’aspetto di primordiale importanza nel pubblicizzare la propria partecipazione alla fase a gironi del torneo.

Tiraspol si prepara ad accogliere la Champions League. Foto: Imago Images – One Football

Anche in campo la crescita sportiva e tecnico-tattica va di pari passo con quanto visto fuori. Oltre ai tanti allenatori stranieri sbarcati da queste parti, i quali hanno portato le proprie idee, i propri concetti ed il proprio savoir-faire, sono molti gli atleti che decidono di cambiare repentinamente la propria vita per provare a fare la storia a queste latitudini. Lo Sheriff è impegnatissimo ed attento nello scouting internazionale, con talenti provenienti dal Sudamerica, in particolare dalla Colombia, ma anche dai campionati limitrofi come Grecia, Slovenia o Slovacchia. Il leader tecnico della squadra è l’interessantissimo colombiano Frank Andersson Castañeda, formatosi nella piccolissima squadra dell’Orsomarso, con sede a Palmira ma dal nome ispirato dal medesimo comune italiano, e passato poi dagli sloveni del Senica prima di arrivare qui. Tra gli altri protagonisti dell’annata c’è l’ala maliana Adama Traoré, pescato in Congo dal TP Mazembe e passato poi in Francia tra Metz ed Orléans e divenuto fondamentale nella gara d’andata contro la Dinamo Zagabria grazie ad una doppietta.

Sotto una buona “stella”

Utilizzando un facile collegamento con il simbolo storico della squadra, quello acquisito ormai 24 anni fa, si può affermare che quella dello Sheriff Tiraspol appare ad oggi un’annata nata sotto una buonissima stella. Per tanti motivi: oltre al mercato particolarmente azzeccato e frutto dei progressi raccontati precedentemente, anche la guida tecnica dell’ucraino Yuri Vernydub sta dando i suoi frutti. L’ex Shaktyor Soligorsk, campione uscente in Bielorussia e fautore di una delle più belle pagine del calcio ucraino degli ultimi anni con lo Zorya Luhansk, ha portato tutta la sua esperienza e si è subito integrato alla perfezione nelle logiche della squadra. La sublimazione della bontà del lavoro è giunto dalle avversarie che lo Sheriff ha dovuto battere per arrivare fino a qui. Oltre agli albanesi del Teuta e agli armeni dell’Alashkert, compagini meno abituate ai palcoscenici europei, i serbi della Stella Rossa ed i croati della Dinamo Zagabria rappresentano una vera e propria chiave di volta nel cammino e nello spessore della squadra di Tiraspol.

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Franck Andersson Castañeda, leader carismatico dello Sheriff Tiraspol. Foto: Imago Images – One Football

Dopo il pareggio di Belgrado, in un Marakana battesimo del fuoco per tante squadre, la vittoria casalinga per 3-0 sulla Dinamo Zagabria è un altro tassello importante nella consapevolezza di sé stessi e di quello che si è diventato. Non solo per il risultato rotondo, ma anche per la maniera in cui è maturato: meno possesso palla, più decisione e verticalità nell’attaccare e tantissime occasioni da rete create. Quella che è una squadra ben assortita ed organizzata, armoniosa da vedere e chiara nei concetti e nella proposizione, ha saputo conservare il risultato di vantaggio contro una compagine ricca di giovani interessanti ed osservati da molte grandi squadre ed ora ha aggiunto una pagina storica nel libro del calcio moldavo prima, nonostante le tante contraddizioni geografiche, ed europeo poi.

 

Autore

Nato in Italia, girovago per studi tra Francia e Spagna, poi Argentina per passione: scrivo per amore innato verso questo sport e per la necessità di esprimermi condividendo le mie idee. Amo raccontare storie particolari e poco conosciute, da quelle legate al calcio francese o agli angoli più remoti dei confini argentini.

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