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CALCIO ITALIANO

E se il Sassuolo iniziasse a vincere con le piccole?

Colui che ruba ai ricchi per dare ai poveri. Una delle massime espressioni del concetto di fine che giustifica i mezzi. Questo è Robin Hood, o meglio, la versione che n’è arrivata sino a noi, quella sopravvissuta e affermatasi nel corso dei secoli, la più fiabesca, sicuramente la più semplice da narrare, tutta luci e niente ombre. Una figura divenuta metafora in cui il Sassuolo sembra ormai essersi calato da qualche anno a questa parte, ma che mai era riuscito ad interpretare così bene come in questa stagione.

Numeri alla mano la squadra di Dionisi ha ad oggi collezionato contro le 7+1 sorelle ben 18 punti, in pratica la metà del proprio totale acquisito in classifica (su 39 totali), di cui 10 arrivati per di più contro le prime quattro della classe su 15 potenzialmente a disposizione – ad eccezione dell’Inter, deve affrontare ancora la gara di ritorno con tutte – , quasi un en plein insomma. Bottino a cui come se non bastasse si aggiunge il riconoscimento di sola quarta squadra nella storia capace di vincere durante l’arco di un solo campionato con Juventus, Milan ed Inter nei rispettivi domicili.

Se da un lato è evidente come i neroverdi abbiano ormai acquisito un certo gusto nel collezionare scalpi di rilievo, dall’altro è preoccupante come invece spesso si conceda facilmente in sacrificio al groppone delle formazioni con le quali il rapporto di forza dovrebbe parlare, se non a proprio vantaggio, quantomeno alla pari.

Questione di dettagli

È quasi incomprensibile come in alcune di queste occasioni il Sassuolo finisca per disgregarsi completamente. In questa stagione Consigli ha subito finora più di 2 gol in quattro occasioni, tre delle quali non proprio con l’avversario che ti aspetteresti. Ad eccezione della sconfitta per 2-4 col Verona – squadra con una media gol imbarazzante dall’arrivo di Tudor – le altre sono arrivate con Bologna (0-3), Sampdoria (4-0) e Udinese (3-2), non proprio tre formazioni dall’attacco scintillante nell’attuale Serie A.

In un certo senso l’apparente inspiegabilità di tue tonfi clamorosi come quelli con Bologna e Sampdoria, ci aiuta a comprendere meglio la fenomenologia di questi avvenimenti, che non può essere ricondotta semplicemente al differente atteggiamento degli avversari.

Le squadre che ci sono sopra in classifica giocano per vincere, questo ci dà opportunità di giocare e proporre.

Quello che afferma Dionisi è indiscutibilmente vero, ma c’è anche da dire che il Sassuolo non modifica il proprio modo di giocare in base all’avversario di giornata, un gioco ch’è volto sempre e comunque al dominio di quest’ultimo – l’unica partita in cui è stato costretto a vestire i panni del dominato è stata probabilmente il pareggio per 1-1 di Torino – , qualunque esso sia. Certo, nel momento in cui il Sassuolo va a San Siro è palese trovi a disposizione più spazi per attaccare in campo aperto, dove spesso e volentieri si dimostra letale, ma l’atteggiamento della squadra è pur sempre quello di costruire la propria partita. Come dimostra il dato sul possesso palla, nella cui classifica la squadra di Dionisi occupa il quarto posto con il 55,7% (Dati: FbRef).

Frattesi e Lopez esultano nella vittoria del Sassuolo allo Stadium
La cerniera di centrocampo formata da Frattesi e Maxim Lopez è la chiave per consolidare il possesso e far sì che tutto funzioni nel verso giusto. (Foto: Marco Bertorello/AFP via Getty Images – OneFootball)

A far la differenza tra le prestazioni contro le prime della classe e le cosiddette “piccole” è piuttosto l’attenzione che la squadra pone nell’applicare i propri principi. Quello del Sassuolo è un gioco che espone ad evidenti rischi, la cui forza risiede ovviamente nella coralità della manovra e che dunque necessita la giusta applicazione da tutto l’undici per evitare che gli ingranaggi si inceppino.

Per riprendere le parole di Dionisi, con le squadre di alta classifica oltre che avere più spazi per giocare è anche più semplice riuscire a creare nel gruppo il giusto approccio nell’affrontare la partita. “Certe partite si preparano da sole” come spesso si sente dire, ed infatti è raro vedere il Sassuolo scendere in campo distratto al momento dell’appuntamento con le big del campionato. Attenzioni che invece spesso mancano nell’affrontare avversari più modesti, finendo per trascurare dettagli altresì fondamentali.

Nell’accennata coralità del gioco dei neroverdi trascurare anche il più minimo dei dettagli rischia di essere distruttivo. Una sponda sbagliata da Scamacca, una diagonale errata di Kyriakopoulos, un passaggio sconsiderato di Maxime Lopez o un dribbling fallito sulla trequarti da Traoré sono errori tutti diversi tra loro per entità e significato, ma potenzialmente fatali in maniera eguale per il Sassuolo. Questo perché gli equilibri sono talmente sottili da non permettere la minima sbavatura.

Quando questo accade può capitare una volta su cinque che si riesca a portare la pelle a casa, mentre nelle restati quattro si finisce con il raccogliere dal fondo della rete 3 o più palloni.

Consigli con la maglia del Sassuolo
Non sempre invece capita che Consigli sia in modalità Toldo Italia-Olanda del 2000 (Foto: Marco Luzzani/Getty Images – OneFootball)

Invertire la rotta

Venezia-Sassuolo sembrava giunger nel momento perfetto per poter assistere ad un altro passo falso dei neroverdi. La squadra di Dionisi veniva dal pareggio dell’Olimpico con la Roma – altra partita che con un po’ più di attenzione avrebbe potuto portare a casa – e dalle due successive vittorie contro Inter e Fiorentina. Dall’altro lato al contrario un Venezia da una sola vittoria nelle ultime dieci e con una discreta necessità di raccogliere punti. Tutto appare apparecchiato alla perfezione ed invece pronti via arriva il vantaggio degli ospiti con Raspadori. Al netto dei tre rigori e di una prestazione della formazione di Zanetti che nel primo tempo ha sfiorato il masochismo più estremizzato, l’1-4 finale ha significato per gli ospiti la terza vittoria di fila, una continuità mai avuta prima in stagione.

Ecco perché la sfida di oggi assume tutt’altro significato. Davanti sì una squadra ormai all’ultima spiaggia e che affronterà la gara con la forza della disperazione, ma anche un campo sul quale sono passati indenni praticamente tutti o quasi. Non certo una partita impossibile. Vincere oggi avrebbe rappresentato un salto in avanti non da poco per la squadra di Dionisi, ancor di più guardando all’appuntamento della settimana prossima in casa con lo Spezia.

Queste due partite contro due piccole – con cui il Sassuolo all’andata ha ottenuto una vittoria sofferta per 1-0 con i campani e solo un 2-2 al Picco – e soprattutto in questo momento del campionato dove i bassifondi della classifica diventano una sorta di Fossa delle Marianne, rappresentano una prova di maturità che porterebbe i neroverdi in tutt’altra dimensione. Cosa che la partita di oggi è sembrata dimostrare a tratti, nella quale  Sassuolo è riuscito a reagire allo svantaggio da squadra matura, prima che l’espulsione di Raspadori compromettesse le possibilità di portare a casa i tre punti.

Riuscendo ad acquisire il giusto atteggiamento per gare del genere la squadra sarebbe in grado di compiere un ulteriore step a livello mentale mai arrivato definitivamente nel triennio di De Zerbi, invertendo un trend che ad oggi non ha permesso alla squadra di competere per qualcosa in più di un piazzamento a metà graduatoria. Passi in avanti che rimarrebbero anche al netto di eventuali ulteriori cessioni estive.

Boga, Caputo e Locatelli con il Sassuolo
Del resto non bisogna dimenticare come il Sassuolo sia ripartito nonostante abbia rinunciato a quelle che erano tre colonne portanti della squadra fino all’anno scorso (Foto: Alessandro Sabatini/Getty Images – OneFootball)

Poi se la media punti con le big dovesse confermarsi tale in quest’ultimo quarto di campionato, e davanti le varie Roma, Lazio e Fiorentina continuino ad inciampare con la stessa costanza vista sino ad ora… Beh, chissà che non si aprano scenari oggi impensabili. Il calcio del resto ci ha insegnato a non dare mai nulla per scontato.

Si può fare

Al netto della provocazione qui sopra, è indubbio come al Sassuolo sia mancato sempre quel qualcosa in più per poter ambire a quell’Europa raggiunta con Di Francesco. Certo, periodi diversi, campionati differenti. In quel momento all’interno della Serie A c’era un buco lasciato vuoto dalle milanesi che squadre come il Sassuolo o il Torino di Ventura sono state brave a sfruttare.

È anche vero che dalle parti del Mapei Stadium hanno dimostrato di avere una lungimiranza ed una progettualità seconde forse solo all’Atalanta di Percassi, fenomeno per tanti versi quasi irripetibile, ma che insegna come non sia un’utopia aspirare ai vertici del calcio non solo nostrano, ma anche continentale. Interrompere questa sorta di maledizione con le piccole potrebbe essere il primo piccolo passo di un grande percorso.

Autore

Terzino da paese in campo, fantasista sulla tastiera. Segnato fin da bambino dalle lacrime di Ronaldo del 5 maggio, ha capito subito che la vita da interista sarebbe stata dura. Scandisce il tempo in base alle giornate di campionato, sperando un giorno di poter vivere di calcio e parole.

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