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CALCIO ITALIANO

Roma, dove si va adesso?

Nella sua prima stagione alla Roma José Mourinho ha riportato a Trigoria un trofeo per la prima volta dopo 14 anni. Nel post-gara a Tirana tutti, a partire dal capitano Lorenzo Pellegrini, hanno sottolineato come la finale di Conference League appena conquistata dovesse rappresentare non un punto d’arrivo, ma l’inizio di un progetto. Sin dal suo arrivo il tecnico di Setubal ha ribadito di volersi mettere a capo di un piano triennale. In questo senso il secondo anno risulta decisivo per capire le reali ambizioni della squadra. Sia i tifosi che l’allenatore stesso si aspettano molto dal calciomercato.

In quest’ultima annata, tanto entusiasmante in coppa quanto altalenante in campionato, l’allenatore portoghese ha potuto individuare lo zoccolo duro su cui insistere. Allo stesso modo ha avuto modo di riconoscere chi è invece incompatibile con il suo calcio. Per ambire a competere in Europa e puntare al quarto posto però, sono necessarie alcune mosse di peso. Serve allungare la panchina innanzitutto, ma anche regalare al tecnico un paio di innesti che possano far fare il salto di qualità al gruppo dei titolari.

Il cambio della guardia?

Una delle principali certezze della Roma è Rui Patricio. L’estremo difensore portoghese, seppur non più giovanissimo, è stato tra i protagonisti assoluti della finale di Conference. Suo è anche il record di presenze nella passata stagione, 54, e quasi tutte giocate a buon livello. Si ricordano infatti un paio di svarioni di troppo (Sassuolo e andata col Bodo in particolare), ma soprattutto tante parate decisive e altrettanta sicurezza data al reparto. Dietro di lui invece ci saranno cambiamenti. Dal Benfica arriverà Mate Svilar, serbo classe ’99 con un futuro da grande promessa e un presente in cerca di riscatto. Il suo arrivo è volto a liberare Daniel Fuzato, che dopo anni da secondo proverà a guardare altrove. La terza casella per ora è occupata da Pietro Boer, non è da escludere però l’opzione prestito con conseguente promozione dell’attuale (e più promettente) portiere della Primavera Mastrantonio.

In difesa la questione è decisamente meno lineare, e molto dipenderà dal modulo che Mourinho deciderà di adottare. La Roma ha infatti finito la stagione con il 3-4-1-2, ma l’aveva iniziata con il 4-2-3-1, schieramento feticcio del portoghese. Non è impossibile immaginare un ritorno proprio a quest’ultimo sistema se il mercato lo permetterà. Certezze ci sono comunque e si trovano soprattutto sulle fasce. A sinistra è rientrato Spinazzola, ancora lontano dalla forma migliore, ma protagonista di qualche buona uscita tra Roma e nazionale. Dall’altro lato Karsdorp non è insostituibile in termini assoluti, quanto piuttosto perché privo di reali concorrenti. Rimane comunque un calciatore affidabile e gradito a Mourinho.

C’è poi Matias Vina, progressivamente sparito nel corso della stagione, che merita una seconda possibilità in condizioni più favorevoli. Il terzino uruguayano si è infatti barcamenato tra una stagione infinita e viaggi transoceanici. Non potrà che fargli bene invece svolgere l’intera preparazione estiva con la squadra senza già tante partite alle spalle. Nel suo caso comunque le cose migliori si sono viste con la difesa a 4 e anche questo va tenuto in considerazione. Dato l’addio all’evanescente Maitland-Niles, sulla fascia di destra la Roma sta cercando una riserva che possa dare fiato e persino “infastidire” il già citato Karsdorp. Il nome che si fa con più insistenza è quello di Zeki Celik del Lille. Rispetto all’olandese si tratta di un profilo più difensivo, con meno facilità di corsa, ma buon dribbling e maggiore capacità di venire dentro al campo con il pallone.

Se è una certezza Rui Patricio, qualcosa di simile si può affermare per Smalling. Il centrale inglese, superati i problemi fisici dei primi mesi di campionato, è stato praticamente un muro. Al centro della difesa a 3 sembra aver sbloccato una dimensione che non gli apparteneva al Manchester United, ma anche con la linea a 4 è un leader e giocatore solido. Su Gianluca Mancini invece i dubbi di natura tecnica sono legittimi. Il ragazzone di Pontedera in carriera ha praticamente sempre giocato come braccetto di destra, e anche in quel ruolo specialmente nell’ultimo anno non ha lesinato errori, oltre a diventare oggetto di scherno per la sua propensione all’ammonizione. Per Mourinho e l’intero spogliatoio è però un leader riconosciuto, ed è quindi davvero difficile immaginare una sua cessione.

Questo rende più vulnerabile la posizione di Roger Ibanez, che tra l’altro rappresenta anche un nome maggiormente spendibile sul mercato. Va notato però che nell’ultima settimana le voci riguardo la ricerca di un difensore centrale si sono affievolite. Sul finire di maggio difatti un mancino in grado di impostare l’azione sembrava prioritario, tanto che con insistenza è stato fatto il nome di uno degli avversari di coppa, Marcos Senesi. Un profilo come il suo, ma per fare altri nomi anche di Theate (Bologna) o Ndicka (Francoforte), in una difesa a 3 permetterebbe di alleggerire la pressione avversaria e sviluppare con maggiore facilità e rapidità l’azione palla al piede.

Questo recente silenzio può essere indicativo di un cambio di modulo quanto di una valutazione positiva dei miglioramenti di Ibanez. Il difensore brasiliano pecca ancora di discontinuità e cali di concentrazione, ma quando al top ha nel suo bagaglio anche un efficacissima uscita palla al piede. In finale di Conference ne ha dato dimostrazione.

Infine c’è la sottaciuta posizione di Marash Kumbulla. Il giovane albanese era finito sul banco degli imputati dopo il clamoroso 6-1 contro il Bodo/Glimt. Grazie al lavoro in allenamento è rientrato nelle grazie di Mourinho, e successivamente si è reso protagonista di prestazioni molto positive tanto da meritare gli elogi pubblici del tecnico. Tatticamente sembra essere l’erede designato di Smalling, ma esiste un freno alla sua permanenza in giallorosso. Il suo costo annuo è infatti piuttosto elevato per quello che nelle rotazioni è il quarto centrale, e questo potrebbe renderlo sacrificabile, seppur a malincuore. La Roma sta monitorando opzioni più economiche. Qualche tempo fa è stato offerto Wout Faes del Reims. A fine maggio un osservatore giallorosso era alla finale di Champions League africana, pare per prendere appunti sul marocchino Achraf Dari.

Smalling e Rui Patricio contro Dessers
Smalling e Rui Patricio sono le due certezze in una retroguardia che potrebbe essere scossa da un cambio di modulo (Foto: Gent Shkullaku/Getty Images – OneFootball)

Il colpo in canna

Solo qualche giorno fa il mondo Roma è stato scosso dalla notizia, ancora non del tutto ufficiale, dell’arrivo di Nemanja Matic. Il serbo classe 1988 è un pretoriano di Josè Mourinho (lo ha avuto sia al Chelsea che al Man United), e a livello di costi va a ricoprire la casella lasciata vuota dalla partenza di Mkhitaryan. In campo invece il suo ruolo sarà più simile a quello di Cristante, con cui presumibilmente si alternerà per non sprecare energie eccessive. La mobilità non è più quella di un tempo, ma l’esperienza, la personalità e la capacità di gestire il pallone e far girare la squadra sono quello che serve alla Roma.

Tolto il già citato Cristante, che a forza di solidità mentale e fisica si è guadagnato elogi e permanenza, in mezzo al campo c’è aria di rivoluzione. Mkhitaryan come detto è diretto a Milano, sponda Inter. Ad onor del vero il suo arretramento in mezzo al campo è stato frutto di varie coincidenze e necessità, ma si tratta in ogni caso di una perdita da coprire. Anche Sergio Oliveira è tornato al Porto, per quanto non sia da escludere un suo ritorno in prestito o a prezzo di saldo. Diawara e il rientrante Villar sono esuberi da piazzare, mentre per Darboe si sta cercando una squadra che voglia prenderlo in prestito. Superstite di questa tabula rasa è anche Edoardo Bove, su cui Mourinho e la Roma puntano tantissimo per presente e futuro.

C’è poi il nodo Veretout, forse la delusione più grossa dell’ultima stagione. Il francese avrebbe le caratteristiche giuste per affiancare Matic, ma la sua inconsistenza difensiva e la sua tendenza a sparire per larghi tratti di stagione lo rendono sacrificabile. Le richieste contrattuali incongrue poi non depongono certo a suo favore.

Il buco che sta per aprirsi tra le riserve può favorire il ritorno di Davide Frattesi dal Sassuolo, che con Veretout ha non pochi punti in comune. Con i neroverdi i rapporti sono buoni e in ballo c’è un 30% sulla rivendita del calciatore che la dirigenza della Roma ha intenzione di sfruttare a proprio favore. Anche qualche giovane, si fanno i nomi di Felix e Volpato, potrebbe entrare nell’operazione. Il centrocampista della nazionale garantisce dinamismo, inserimento e spirito da gregario, pur mancando di doti tecniche eccelse.

Se la Roma vuole fare davvero un upgrade e competere con le prime 4, è indispensabile piazzare un colpo di mercato a centrocampo. Dal 25 maggio sono stati fatti i nomi più disparati. Il più interessante è certamente quello di Yves Bissouma dal Brighton, giocatore che in mezzo può ricoprire tutti i ruoli dal mediano in su. Ha le doti del box-to-box classico, grande corsa, recupero palla e progressione. Difetta ancora di consistenza in zona gol, ma ciò è dovuto anche alla posizione che gli ha ritagliato Graham Potter. Non si tratta però di un’operazione priva di problematiche. Innanzitutto il costo e la competizione dei club di Premier League, ma anche la pesante accusa di molestie sessuali che pende su di lui.

Ruben Neves è il grande sogno, ma nonostante la procura di Mendes il costo è probabilmente proibitivo per una squadra che non fa la Champions League. La pista Douglas Luiz, che pure è un ottimo centrocampista, pare invece raffreddata. Il motivo è forse nell’arrivo di Matic, che con il brasiliano condivide la porzione di campo abitualmente occupata. L’ultimo rumor di mercato riguarda il talento del Lione Houssem Aouar. Per caratteristiche l’ex promessa francese è più vicino a quello che manca attualmente alla Roma. Ha grandi doti palla al piede, buona corsa e numeri tra gol e assist. Un anno fa era ambito dall’Europa intera, ma viene da una stagione piuttosto negativa e il suo prezzo si è stabilizzato intorno ai 20 milioni. Caratterialmente però potrebbe non essere l’uomo giusto per Mou, e anche la sua applicazione difensiva rappresenta un punto interrogativo.

Dovendo individuare il profilo perfetto, il nome che viene in mente è quello di Rodrigo De Paul dell’Atletico Madrid. Difficilissimo strapparlo alla squadra spagnola, ma la sua abilità di coniugare le due fasi e di riempire la partita con quantità e qualità innalzerebbe davvero il livello dell’intera squadra. Se non all’argentino, è a qualcuno di simile a lui che bisogna mirare.

Nemanja Matic saluta i tifosi
Nemanja Matic è il primo colpo di un centrocampo che andrà rivoluzionato per poter davvero migliorare (Photo by Catherine Ivill/Getty Images – OneFootball)

Dubbi e certezze

In avanti, come in difesa, le operazioni dipenderanno dal modulo scelto. Le certezze in ogni caso sono due: Tammy Abraham è il titolare nel ruolo di centravanti, Lorenzo Pellegrini in quello di trequartista. Attorno a loro la situazione è complessa.

Si è parlato e si parlerà tanto di Zaniolo. Il suo contratto scade nel 2024 e la Roma non pare avere fretta di rinnovare. Entrare nella prossima stagione senza firma è un rischio che i Friedkin sono disposti anche a correre, ma la situazione Zaniolo è in toto un rebus. Il talento ligure ha ritrovato una buona condizione fisica dopo 2 anni fermo per la rottura dei crociati, ma ha faticato in zona gol ed è stato altalenante nelle prestazioni. Può essere stata una stagione di assestamento, ma il rischio che il calciatore si sia ridimensionato esiste. Di certo non parliamo di un incedibile assoluto, ma la Roma non si siederà al tavolo per una richiesta inferiore ai 50 milioni, almeno quest’estate.

In caso di passaggio al 4-2-3-1 il nome caldissimo è Guedes del Valencia. Procura di Mendes e contratto in scadenza nel 2024. Il portoghese non è un goleador, ma da ala sinistra ha ottimo dribbling e lavora tanto per la squadra. Non è sempre stato continuo in carriera, ma con Mourinho e in un contesto più solido come la Roma attuale può trovare la stabilità necessaria. In un eventuale 3-4-1-2 invece il suo arrivo sembra più probabile in caso di partenza di Zaniolo.

Nicolò Zaniolo esulta dopo la finale di Tirana tra Roma e Feyenoord
Nicolò Zaniolo e il suo futuro rappresentano la grande incognita dell’attacco della Roma (Photo by Alex Pantling/Getty Images – OneFootball)

Sempre a sinistra è un’opzione Filip Kostic, in uscita dal Francoforte. Il suo modo di giocare è totalmente diverso, giocando sul piede forte che è il mancino. Occhio comunque anche a un calciatore già in rosa: Nicola Zalewski. Il polacco di Tivoli con la difesa a 3 è il sostituto di Spinazzola, ma in caso di ritorno a 4 può ristabilirsi nel suo ruolo originario, quello di ala sinistra.

In panchina il primo indiziato alla partenza è Carles Perez, il cui sostituto può essere Ola Solbakken del Bodo/Glimt. Un’operazione intelligente, a basso prezzo, con un tasso di rischio relativamente ridotto. Felix partirà in prestito, mentre Shomurodov, visto l’esborso della scorsa estate, con molta probabilità sarà ancora la riserva designata di Abraham. L’incognita è El Shaarawy, che ha avuto la sua utilità con gol importanti dalla panchina ed è molto duttile, ma rischia di vedersi tagliato fuori dalle rotazioni e con uno stipendio davvero importante.

Certo è che, se con un miglior impiego delle risorse a disposizione o con acquisti importanti lo vedremo, la Roma ha bisogno di trovare gol per strada. Si parla tanto di difesa e soprattutto centrocampo, ma una terza opzione consistente vicino ad Abraham e Pellegrini è altrettanto fondamentale.

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