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CALCIO ESTERO

La Ligue 1 non è solo una fabbrica di talenti

Dopo il prologo dato dalla vittoria in Supercoppa del Lille contro una versione ridotta del PSG, questa sera – con l’anticipo tra Monaco e Nantes – prende il via la stagione in Francia con la prima giornata di una Ligue 1 ricca di spunti di interesse sia per le vicende extra-campo che per quelle in campo.

Si riparte, quindi, con un Lille che proverà a difendere il titolo dagli assalti di un PSG che non ha alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire la vittoria del campionato per il secondo anno di fila. Ma non è certo questo l’unico tema di interesse di questa stagione, difatti diverse sono le squadre che hanno costruito una squadra competitiva, altre che stanno cercando di ricostruirsi con cambi societari e di gestione tecnica, altre che sono lì a mostrare il motivo per il quale il campionato francese sia considerato la lega dei talenti, come recitava fino al 2020 lo slogan del campionato.

Le vicende extra-campo

Il campionato francese non ha vissuto bei momenti nell’ultima stagione: il blocco della stagione 2019-2020 ha creato diversi danni economici sia per i mancati introiti da stadio ma anche perché ha influito sulla questione diritti televisivi, con Canal+ detentrice dei diritti della stagione che ha omesso i pagamenti fino ad ottenere una riduzione del costo dei diritti. Situazione peggiore si è delineata nell’ultima stagione, con il canale Telefoot, emanazione di MediaPro, che, dopo aver acquisito i diritti ha ritenuto la spesa insostenibile ed ha chiuso i battenti in corso d’opera nella stagione appena conclusa lasciando la lega con il proverbiale cerino in mano e sostanzialmente senza le entrate televisive.

Questa situazione ha messo in seria difficoltà diversi club, tra tutti proprio il Lille che ha dovuto cambiare proprietà in maniera forzosa, una situazione, per intenderci, molto simile a quella che ha portato Elliott a diventare il proprietario del Milan, talmente simile che il fondo americano è dietro anche a questa operazione.

Altro club che ha visto acuire le proprie difficoltà economiche è stato il Bordeaux, già alle prese con diverse peripezie nell’assetto proprietario negli anni precedenti, e che adesso è passato nelle mani di Gerard Lopez, l’uomo che aveva messo a repentaglio i conti del Lille di cui sopra; tuttavia, questo passaggio di proprietà è stato sufficiente quanto meno a garantire l’iscrizione al campionato, non concessa in prima istanza ai girondini. Stesso discorso per l’Angers, squadra rivelazione delle ultime due stagioni, che però è riuscita a sanare in maniera relativamente più agevole l’inottemperanza riscontrata inizialmente dall’organo di controllo dei bilanci.

Gerard Lopez alla presentazione di Vlado Petkovic
Gerard Lopez alla presentazione di Vlado Petkovic (Foto: Imago Images – One Football)

Ultima, ma non meno importante, la scelta della federazione di procedere alla riduzione dell’organico del campionato da 20 a 18 squadre a partire dalla stagione 2023/2024, una scelta indubbiamente utile per ridurre il carico di partite per i calciatori e per alzare il livello tecnico medio della competizione. Un ulteriore passo, quindi, per cercare quel percorso di avvicinamento del campionato dei nostri cugini di Oltralpe ai top campionati europei a livello di competitività tecnica.

I detentori del titolo

È opportuno iniziare la presentazione della prossima Ligue 1 con la detentrice del titolo: il Lille. La squadra della città francese più vicina a Bruxelles che a Parigi ha vissuto dei mesi segnati da montagne russe emozionali, con da un lato le vicissitudini societarie e dall’altra la meravigliosa cavalcata culminata con il quarto titolo nazionale a 10 anni di distanza da quello ottenuto da Rudi Garcia in panchina e Gervinho ed Eden Hazard in campo.

Le vicissitudini societarie hanno portato lontano dal Stadio Pierre Mauroy il demiurgo del trionfo della scorsa stagione, ossia Christophe Galtier, che ha deciso di lasciare il club per seguire un nuovo progetto in quel di Nizza; al suo posto è arrivato Jocelyn Gourvennec, allenatore inattivo da due stagioni e che rappresenta un grande rischio oltre ad un’operazione non vista di buon occhio dalla tifoseria.

Oltre all’addio dell’allenatore, il club ha dovuto monetizzare mediante la cessione del portiere Maignan, uno dei migliori della scorsa Ligue 1, acquistato dal Milan per sostituire Donnarumma, e del centrocampista Boubakary Soumaré, ceduto in Premier League al Leicester di Brendan Rodgers.

Dopo un precampionato non entusiasmante, il prologo stagionale con la Supercoppa disputata in Israele, ha visto il nuovo allenatore mantenere inalterato l’assetto della squadra con il suo 4-4-2 compatto in fase di non possesso ed una fase di possesso molto fluida che occupa molto bene il campo in ampiezza.

Se il buongiorno si vede dal mattino, il Lille potrebbe continuare ad essere protagonista della Ligue 1 e dare continuità al proprio progetto tecnico nonostante l’uscita di scena di Galtier, ma tutto ciò potrebbe non bastare per confermare l’impresa della scorsa stagione.

Il PSG vuole tornare a dominare la Ligue 1

Per molti il successo del Lille nella scorsa edizione è stato considerato – non a tutti i torti – come frutto del fallimento del Paris Saint-Germain e di alcune scelte discutibili di Leonardo, su tutte quella di separarsi con Thomas Tuchel nella settimana di Natale. Mauricio Pochettino, che ne ha ereditato la panchina, non ha avuto nella scorsa stagione la reale possibilità di portare il calcio di stampo bielsista a cui si ispira per mancanza di tempo e per la perenne indisponibilità di diversi elementi della rosa in diverse fasi della stagione.

Mauricio Pochettino in una delle amichevoli del PSG in preparazione alla nuova Ligue 1
Per Mauricio Pochettino le pressioni sono molto alte e il dato di 22,9% di sconfitte sotto la sua gestione non aiuta (Foto: Imago Images – One Football)

Quest’anno per il tecnico argentino sarà l’anno della verità: la proprietà gli ha messo a disposizione una rosa di altissimo valore con cui potrà anche tentare ad introdurre alcune delle sue idee di gioco nella squadra.

In particolare l’arrivo di Gini Wijnaldum dal Liverpool gli permette di avere a disposizione un giocatore che può fungere da coltellino svizzero tra le linee avversarie e permettere a Verratti di pulire il maggior numero di palloni possibili a centrocampo.  Con Achraf Hakimi arriva anche l’upgrade necessario ad avere una soluzione importante in ampiezza e con Sergio Ramos, oltre ad un difensore di esperienza e con un curriculum che sarebbe superfluo indicare, arriva a disposizione un giocatore in grado di alzare il livello di ardore agonistico in attesa di capire se possa essere ancora quel giocatore terribile da affrontare nei duelli individuali. E se non ci arriveranno i difensori a fermare gli avversari, alle loro spalle c’è un portiere come Gigio Donnarumma che quest’estate potrebbe aver rivelato al mondo la propria dimensione da top mondiale nel suo ruolo.

Con delle soluzioni di questo genere, per l’ex allenatore del Tottenham le scuse sono finite: deve iniziare a vincere anche per evitare di veder sporcata la propria reputazione come allenatore. E per il Paris Saint-Germain non c’è dubbio che essere favoriti in questa edizione della Ligue 1 sia più un onere che un onore.

La lotta per l’Europa vista da Sud

Il pacchetto di squadre desiderose di entrare nella lotta per la Champions è particolarmente folto: nonostante la crisi economica che vive il campionato esistono realtà che non hanno problemi di solidità economica a livello proprietario e che in questa sessione di mercato hanno cercato di rinforzarsi o, quantomeno, di non indebolirsi.

Percorrendo il Sud della Francia lasciandosi alle spalle Ventimiglia, troviamo l’epicentro dell’hype per gli appassionati: nell’ordine Montecarlo, Nizza e Marsiglia ospitano tre progetti tecnici di grande interesse per ragioni diverse ma con un punto in comune, ossia tre proprietà ambiziose e con idee molto chiare.

Partendo, quindi, dal Principato, la squadra allenata da Nico Kovac si presenta ai nastri di partenza forte del terzo posto della scorsa stagione che è valso l’approdo alla fase preliminare della prossima Champions League (iniziata nel migliore dei modi con la vittoria per 2-0 sul campo dello Sparta Praga) e soprattutto da una stagione in cui ha messo in luce un calcio brillante quanto solido in cui ha messo in luce talenti di grandissima prospettiva, su tutti la cerniera di centrocampo formato da Fofana e Tchouameni. Con l’arrivo che sembra prossimo di Boadu dall’Az Alkmaar, la proprietà russa ha mostrato di voler tenere alta la barra delle ambizioni, sperando di ripetere il ciclo vincente dei vari Mbappe e Bernardo Silva.

Nico Kovac in conferenza stampa prima di Sparta Praga-Monaco
Il Monaco di Nico Kovac ha fatto più punti di tutti nel girone di ritorno dell’ultima Ligue 1 (Foto: Imago Images – One Football)

Muovendoci verso la Costa Azzurra troviamo Nizza, dove Sir Jim Ratcliff, munifico proprietario del club nonché del gruppo INEOS, dopo la vela ed il ciclismo ha deciso di investire in un progetto ambizioso anche nel pallone, con forti investimenti su giovani di prospettiva. Terminata la gestione  Patrick Vieira con risultati abbastanza deludenti, il club ha deciso di puntare al colpo grosso portando all’Allianz Riviera (ndr, stadio meraviglioso) il tecnico campione in carica, ossia Christophe Galtier. Oltre alla sapienza dell’ex tecnico del Lille, la squadra nizzarda ha investito pesantemente sul mercato acquistando giocatori dalle grandi prospettive: in difesa è arrivato Todibo, robusto centrale pulito in impostazione arrivato dal Barcellona, a centrocampo è arrivato dal PSV un mediano di lotta e governo come Pablo Rosario, mente in attacco troviamo l’acquisto più suggestivo, ossia quello dell’esterno Calvin Stengs dall’AZ Alkmaar; a questi elementi potrebbe aggiungersi un altro fenomeno in prospettiva come Mohamed Ihattaren. Questi elementi si aggiungono ad altri già presenti in rosa come l’attaccante Amine Gouiri o il centrocampista Khephren Thuram, secondogenito di Lilian e fratello di Marcus, attaccante del Borussia Moenchengladbach. Insomma, siamo di fronte alla squadra da seguire di questo campionato anche perché sembra costruita in linea all’idea di calcio del proprio allenatore.

Galtier in panchina durante l'amichevole contro il Milan
Galtier viene da tre anni al Lille dove aveva preso il posto di Marcelo Bielsa (Foto: Imago Images/One Football)

Proseguendo il cammino dalla Costa Azzurra alla Provenza si arriva a Marsiglia, dove sono due i nomi che riassumono il progetto dell’Olympique: Pablo Longoria e Jorge Sampaoli. Il primo, a 34 anni, è diventato presidente del club dopo vicissitudini che hanno portato al divorzio da Andres Villas-Boas per riportare un approccio pasonario all’interno dell’ambiente, rendendolo maggiormente coerente con lo spirito della città. Per cui, quale migliore scelta per la panchina che quella di Jorge Sampaoli? All’allenatore argentino ed al suo 3-1-3-3 di discendenza bielsista (e siamo a due dopo Pochettino) è affidato il rilancio assieme ad un mercato da poco meno di 50 milioni di euro che ha portato al Velodrome Matteo Guendouzi a centrocampo, William Saliba a dare passo ed aggressività alla difesa ed un trio di ex romanisti formato da Gerson a centrocampo (l’acquisto più oneroso, 25 milioni), Cengiz Under per sostituire Thauvin e Pau Lopez in porta. Gli ingredienti sono quelli di una miscela esplosiva che può riportare il Marsiglia ai vertici della Ligue 1 o un’implosione che può far saltare tutto l’ambiente.

Jorge Sampaoli in panchina in un' amichevole pre-stagionale
Jorge Sampaoli ha una media di 1,91 punti nelle 11 partite allenate con il Marsiglia nella passata stagione (Foto: Imago Images – One Football)

Rennes e Lione, realtà ambiziose

Dopo aver fatto un viaggio a sud della Francia, risaliamo la nazione, ci trasferiamo in Bretagna e sulle rive del Rodano: siamo lontani dal Sud ma le ambizioni europee non cambiano: Rennes e Lione hanno altissime aspettative anche per questa stagione.

La formazione bretone ha visto fermarsi la propria progressione al vertice della Ligue 1 con il sesto posto della scorsa stagione e l’esonero di Julien Stephan: al suo posto il club ha chiamato alla guida tecnica l’ex allenatore del Lione Bruno Genesio, allenatore meno affascinante a livello di proposta di gioco ma in grado di raddrizzare una pessima stagione. Le difficoltà economiche non sono un problema importante per il Rennes, la cui facoltosa proprietà (il gruppo Artemis, a cui fanno capo i marchi Kering e Puma, per intenderci) ha messo sul piatto un investimento di 35 milioni sul mercato che ha permesso l’acquisto di tre profili importanti come il centrale difensivo del Lens Loic Badè, il terzino sinistro norvegese Birger Meling, rivelazione dello scorso campionato nonostante la retrocessione del Nimes. Infine, sempre da quelle latitudini arriva Kamaldeen Sulemana, ghanese classe 2002 sorpresa dello scorso campionato danese e pronto ad innescare staffette ad alta velocità con un coetaneo che bene abbiamo conosciuto all’ultimo europeo: Jeremy Doku.

Jeremy Doku in azione con la maglia del Belgio, sicuramente uno dei giocatori più attesi della prossima Ligue 1
Jeremy Doku è senza dubbio l’uomo più atteso nel Rennes in questa stagione. (Foto: Imago Images – One Football)

A Lione, invece, il principale cambiamento arriva dalla panchina: dopo aver sfiorato la Champions nella scorsa stagione e dopo aver raggiunto la semifinale della stessa nel 2020, Rudi Garcia ha lasciato la città di Saint-Exupéry; per sostituirlo è arrivato Peter Bosz, reduce da tre stagioni di alti e bassi in quel di Leverkusen. A livello di rosa l’uscita a parametro zero di Memphis Depay seppur dolorosa era già stata preventivata: rispetto alle proprie concorrenti, però, le difficoltà economiche non hanno permesso al presidente Aulas di fare colpi di mercato in entrata, riuscendo quanto meno a racimolare 30 milioni dalle cessioni di Joachim Andersen al Crystal Palace e di Jean Lucas al Monaco. Bosz dovrà ripartire dai gioielli del settore giovanile: i vari Aouar, Caqueret e Kadewere saranno la armi principali per costruire una squadra in grado di restare al passo delle migliori.

Il sottobosco della Ligue 1

Dopo aver analizzato le sette sorelle del campionato francese, ciò che ribolle sotto la cenere non è certo di poco conto e, soprattutto, di minore interesse, visto che non sono poche le squadre pronte a dare fastidio alle grandi, se non in classifica, quanto meno per qualche sgambetto negli scontri diretti.

Tra le storie più interessanti vi è lo scambio di panchine tra Montpellier e Brest: Der Zakarian ha lasciato la squadra occitana per trasferirsi ai confini occidentali dell’Europa da dove arriva, invece, Olivier Dall’Oglio che ha deciso di seguire il percorso inverso. Il lavoro di quest’ultimo nella città portuale della Bretagna è stato tra i più interessanti del campionato nelle ultime due stagioni, con una proposta di gioco ariosa che ha messo in evidenza la qualità di alcuni elementi tra cui il terzino sinistro Romain Perraud, che, per 13 milioni, si è trasferito a Nord del canale della Manica approdando a Southampton. A proposito di passaggi di allenatori, dopo la positiva esperienza al Rennes, Julien Stephane, uno degli allenatori più progressisti del calcio francese, ha scelto di accettare le offerte dello Strasburgo, rendendo anche la squadra alsaziana una squadra da seguire.

Non dimentichiamo le squadre espressione di città che vivono il calcio in maniera molto passionale come Saint-Etienne, Nantes e Bordeaux: le prime due stanno lavorando sui giovani e sperano di poterne godere dell’esplosione, a puro titolo esemplificativo segnaliamo Adil Aouchiche per Le Verts e Randal Kolo Muani per la squadra allenata da Kombuarè; la formazione girondina è reduce dalle problematiche societarie testé citate ma ha fatto sedere sulla propria panchina un allenatore di spessore come Vlado Petkovic, reduce dalla positiva campagna della Svizzera ad Euro2020, come manifesto di un progetto sulla carta ambizioso e che andrà monitorato.

Randal Kolo Muani con la maglia della Francia negli ultimi giochi olimpici
Randal Kolo Muani ha partecipato alla disastrosa spedizione della Francia negli ultimi giochi olimpici. (Foto: Imago Images – One Football)

Altre due squadre che lavorano tremendamente bene con i giovani sono il Lens ed il Metz: la squadra giallo-rossa è reduce da un clamoroso settimo posto da neopromossa nella scorsa stagione mettendo in mostra un calcio molto diretto e coraggioso, la squadra granata ha mostrato una proposta di gioco maggiormente basata sulla solidità, tuttavia entrambe sono riusciti a far salire alla ribalta tanti elementi di grande avvenire. Per questo motivo sarà interessante capire cosa proporranno queste due compagini in questa stagione, sperando che entro il 31 agosto non vengano depredate in sede di calciomercato.

Boubacar Kouyaté, una delle sorprese della scorsa Ligue 1, in azione con la maglia del Metz
Boubacar Kouyaté del Metz è un obiettivo di mercato della Fiorentina per la difesa. (Foto: Imago Images – One Football)

Menzione di interesse la meritano le neopromosse Troyes e Clermont, due formazioni con una storia differente e pronte a ritagliarsi un ruolo in questa Ligue 1. Nella città parte del comprensorio gotico ad est della nazione ha mosso i propri tentacoli il City Football Group, che dopo Girona in Spagna e Lommel in Belgio ha deciso di investire anche in Francia: lo scorso anno la squadra allenata da Laurent Batlles ha dominato la Ligue 2 ed è pronta a fare da laboratorio per giocatori di proprietà del Manchester City nella massima serie francese. Nella città della regione del Rodano, conosciuta sportivamente più per il rugby che per le imprese calcistiche, siamo alla prima apparizione in Ligue 1, principalmente merito del centravanti di origine guineane Mohamed Bayo, capocannoniere della scorsa seconda serie con 22 reti e che ora intende misurarsi nel gradino più elevato del calcio d’oltralpe.

Ligue 1: un campionato in crescita

Tra proprietà importanti, settori giovanili di primo livello e situazioni in evoluzione, la Ligue 1 è pronta a proseguire il proprio percorso di crescita: i grandi investimenti del PSG non sono isolati in questo campionato, certo non tutti hanno uno stato sovrano alle loro spalle, tuttavia molte realtà sono sempre più oggetto di interesse di investitori con grosse disponibilità e che vedono nelle strutture e nei metodi di lavoro dei club francesi un’ottima destinazione per investimenti sportivi. Il bellissimo epilogo della scorsa stagione con 4 squadre in lotta per il titolo fino a poche giornate dalla fine ha alzato l’interesse anche a livello tecnico su questo campionato, per cui siamo certi che i motivi di interesse per seguire il campionato francese continueranno a spuntare come i funghi.

Autore

Cresciuto con l'amore per la Samp di Vialli e Mancini e della curva Nord dello stadio San Nicola. Da grande trasformo il mio tifo in passione per lo sport, la tattica e la performance analysis. Giochista convinto.

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