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CALCIO ITALIANO

Giovinco, quattro mesi per convincere

Dopo averlo ibernato nei nostri cervelli per 7 anni, Sebastian Giovinco è ricomparso prepotentemente nella tonnara del calcio italiano. Prima, in quanto precursore di Lorenzo Insigne nel trasferirsi in Canada, poi fisicamente, quando ha accettato l’offerta di una Sampdoria privata di Manolo Gabbiadini fino a fine stagione.

Per quest’ultima, è successo tutto nel giro di tre o quattro giorni. L’attaccante doriano si rompe il crociato al 36′ del primo tempo contro il Sassuolo. La dirigenza quindi, torna in extremis sul mercato degli svincolati per un sostituto. Giovinco si trova in prova a Toronto, con il quale, secondo le parole del presidente Bill Manning, avrebbe fortemente voluto un ritorno in Canada.

I have a lot of respect for Sebastian in that he’s made it clear to us that he would like to finish his career in Toronto in the right way and we’re very respectful of that. He’s made it clear to us that it’s not about money right now and that clears a big hurdle. Now it’s going to be about the fit. And Bob getting the chance to know him and him getting a chance to see Bob and where he would fit in. Then if all is good from that standpoint, we take the next steps.

Una settimana dopo, Sebastian è a Genova, di nuovo in Serie A e a ben sette anni di distanza dall’ultima apparizione con la Juventus.

Come se l’è passata in Canada Giovinco?

L’intermezzo di 7 anni della Formica Atomica (anzi, Atomic Ant a questo punto) lontano dalla Serie A è stato parecchio interessante. Come ci si poteva attendere, anche le eccellenti prestazioni in MLS non gli hanno aperto le porte della Nazionale, ma non per questo non si è riuscito a prendere soddisfazioni e riconoscimenti in un campionato in forte crescita. Giovinco ha attraversato due “ere” tecniche nel suo periodo in Canada, che possiamo dividere in pre e post 2016. La sua influenza, come anche i suoi compiti, non è cambiata notevolmente nel passaggio dall’una all’altra, ma ha tratto il massimo delle sue prestazioni nel nuovo ambiente tattico.

Gli aggiustamenti tattici sono fondamentalmente due: la rottura del rombo di centrocampo portando una mezzala tra i centrali difensivi e l’avanzamento dei terzini sulla linea mediana, trasformandoli in esterni a tutta fascia. Il capitano Michael Bradley (ex di Roma ed Hellas Verona) si trasforma in una sorta di box-to-box, attivo sia in fase di costruzione che nella risalita del campo, mentre gli spazi attorno a Giovinco si assestano in maniera ideale. Jonathan Osorio, da mezzala, può occupare la trequarti in maniera dinamica, non più come punto di partenza. Può inserirsi negli spazi lasciati dal 10 mentre la presenza dell’esterno Justin Morrow isola il suo marcatore in 1v1. La capacità di saltare l’uomo con una regolarità oltraggiosa ed il suo istinto ad associarsi hanno fatto il resto. Si intende a meraviglia con Jozy Altidore, suo partner in attacco, classico 9 di stazza, potenza e cavalcata imperiosa. In fase di non possesso poi, avere già mezzali, esterni e due punte in zona avversaria, favorisce i recuperi nella trequarti avversaria.

Giovinco festeggia con il Toronto la vittoria del MLS
Giovinco ed Osorio festeggiano la vittoria della MLS 2017 (Foto: Vaughn Ridley/Getty Images – One Football)

Un abito vintage

Al di là del contesto tattico di Toronto e dei suoi due anni al Al-Hilal, ci interessa più il futuro prossimo. Ad oggi, il contratto scade il 30 Giugno 2022 e, anche in relazione ai 35 anni del giocatore ed alle contingenze relative al suo arrivo, ci si aspetta un apporto adesso. Il recentissimo cambio di allenatore (da Roberto d’Aversa a Marco Giampaolo) ci ha tolto i riferimenti della Samp vista fino a gennaio ma ce ne ha dati molti altri. Riferimenti che, relazionati a Giovinco, potrebbero essere piuttosto interessanti.

Partiamo con l’allenatore abruzzese. Al di là dell’ultima partita col Milan, giocata in emergenza, la base della sua seconda iterazione della Samp parte dai suoi collaudati sistemi nel 4-3-1-2. Più in particolare, vanno evidenziati i compiti dei giocatori più avanzati. I tre davanti (trequartista + due punte) in fase di possesso si incaricano di fungere da vertice avanzato nei triangoli di fascia (terzino, punta, mezzala). La fluidità posizionale è fondamentale tra i tre davanti, sono frequenti i movimenti a venire incontro di una delle due punte bilanciati dalle corse in avanti di un centrocampista. Nella miglior versione giampaoliana, la Samp ha chiuso l’anno 2018-2019 con 60 goal, quinto attacco del campionato. La clamorosa stagione di Fabio Quagliarella ha avuto il suo peso, con 26 goal ricavati da 21,4 xG (dati di fbref), ma rimane un risultato migliore di squadre con ben altre prospettive ed investimenti.

Anche qui, mancando nel 4-3-1-2 una sostanziale profondità nelle zone di fascia avanzata, l’utilizzo dei terzini è esteso a praticamente tutto campo. Entrambi salgono spesso insieme, una volta consolidata la costruzione dal basso, portando praticamente ad un 2-3-5. Esistono alcune somiglianze con la Toronto che ha vinto la MLS del 2017. Pur partendo da presupposti diversi, soprattutto in build-up, non poche cose sono già familiari a Giovinco. Questo è assolutamente un bene, soprattutto perchè si chiede un contributo nell’immediato, non stiamo certamente parlando di un investimento futuro. D’altra parte, vanno fatti i dovuti conti con l’età ed il livello fisico, che va ovviamente un po’ sgrezzato.

Ultimo treno?

Che cosa possiamo aspettarci? Parliamo chiaramente di un acquisto “non voluto”, dovuto alle pessime notizie sul ginocchio di Gabbiadini e, contestualmente, alla ricerca della miglior soluzione possibile a mercato di riparazione ormai chiuso. Se il fisico dovesse assisterlo però, la Samp potrebbe averci visto giusto. Il talento di Giovinco non si discuteva già prima di andare a Toronto e tantomeno adesso. Da non dimenticare neanche l’efficacia sui calci piazzati, che può tirare da praticamente qualsiasi posizione con precisione e potenza.

Potremmo aspettarci una buona arma da partita in corso, in grado di dare mezz’ora di qualità in spazi che non troverebbe dal 1′ minuto. Detto questo, sta a Sebastian ed alle sue qualità rendere efficiente e duraturo quelli che, con buone probabilità, si avviano ad essere gli ultimi momenti in Serie A. Forse ha lasciato l’Europa troppo presto? Probabilmente sì, ma l’esperienza in MLS si è rivelata una scelta eccellente in fin dei conti. Alla fine si tratta di sliding doors, come quella che lo ha riportato in Italia appena due settimane fa.

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