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CALCIO ESTERO COPPE UEL

L’Europa League più bella di sempre

Quando lunedì nel primo pomeriggio abbiamo iniziato ad assistere alla lunga serie di sorteggi delle competizioni europee, in molti erano focalizzati sugli ottavi di Champions. Sappiamo tutti come è andata, con la UEFA che ci regala una nuova dimostrazione di inefficienza organizzativa proprio nell’anno in cui ha ridisegnato le coppe europee nel modo adatto a stabilire le gerarchie del calcio europeo. Il sistema contenente anche Europa League e la Conference League rappresenta una bozza su come potrà essere il futuro del calcio, con tre competizioni europee da cui si può scendere e salire in base ai risultati ottenuti, un po’ come se fossimo di fronte ad una serie A europea (la Champions), una serie B (l’Europa League) ed un serie C (la Conference League).

Possibile che questa suddivisione sostituirà i campionati nazionali nel futuro del calcio? Potrebbe essere la soluzione più ragionevole per permettere di creare una gerarchia ed allo stesso tempo evitare ricerche di competizioni che di sportivo avrebbero ben poco in un contesto come quello europeo (sì, Superlega sto parlando proprio di te!).

Ma perché questa digressione? La fase a gironi di Europa e Conference League ha mostrato di essere un importante incubatore per la crescita del calcio europeo: soprattutto la seconda competizione europea ha mostrato un livello tecnico molto importante non lontanissimo dal livello dei top club, mentre nella Conference non abbiamo visto risultati così scontati come pensavamo in partenza.

I palloni della Conference League
Il “nuovo” protagonista della Conference League (Foto: Shaun Botterill/Getty Images-OneFootball).

Per questa ragione i sorteggi di queste due competizioni portavano con se l’attesa di accoppiamenti molto interessanti e così è stato, anche pensando al fatto che è bastato un solo tentativo per completarli, un elemento non scontato a questo punto.

L’Europa League è molto competitiva

Caratteristica dell’Europa League sta nell’ospitare diverse squadre che fanno dei giovani il punto di riferimento della propria strategia societaria. Se a questo uniamo dei sistemi di gioco atti ad esaltarne l’entusiasmo e la creatività, il mix diventa perfetto: due squadre che hanno vinto i propri gironi in scioltezza come Monaco e Bayer Leverkusen hanno chiuso la fase a gironi mettendo in campo squadre dall’età media rispettivamente di 23,9 e 24,3 anni, il tutto in un contesto in cui l’età media della competizione era inferiore ai 26 anni.

Tanti sono gli elementi di grande prospettiva che abbiamo visto all’opera in questa fase a gironi e che rivedremo nei prossimi turni della competizione: si parte ovviamente da Florian Wirtz, il fuoriclasse classe 2003 del Bayer Leverkusen per passare al suo coetaneo Ryan Cherki che ha trascinato il Lione a stravincere il proprio gruppo, ma non possiamo non citare i nati post-2000 di cui dispone il Monaco, capeggiati da Aurelien Tchouameni.

Karl Toko Ekambi in azione durante il match di Europa League contro i Rangers.
Karl Toko Ekambi è il capocanniere della fase a gironi di Europa League assieme a Galeno (Foto: Ian MacNicol / Getty Images-OneFootball).

Se invece vogliamo scavare alla ricerca di nomi meno conosciuti ma che hanno attirato l’attenzione degli osservatori non possiamo non nominare i due esterni del 3-4-3 del Braga di Carlos Carvalhal, ossia Wenderson Galeno a sinistra e Yan Couto a destra. La squadra plasmata da Ruben Amorim due stagioni fa continua a mantenere la propria identità ed a mettere in mostra elementi di grande prospettiva in grado di poter fare gola alle grandi del calcio europeo prima che le tre grandi del Portogallo ci mettano le mani addosso. Per loro l’avventura europea potrebbe essere ancora ricca di soddisfazioni visto che la squadra portoghese è stata accoppiata per il turno di spareggio allo Sheriff, la rivelazione “moldava” della Champions League.

Infine, gli exploit di squadre come Spartak Mosca e Galatasaray nei gironi delle due italiane hanno portato alla retrocessione in Conference League di squadre come Leicester e Marsiglia partite con ambizioni diverse dall’uscire dai gironi di questa competizione. I moscoviti hanno messo in mostra il proprio uomo d’ordine a centrocampo Nail Umyarov, classe 2000 ed elemento necessario al ricambio generazionale del calcio russo; i turchi, oltre ad una grande organizzazione difensiva ci daranno la possibilità di osservare le evoluzioni di Alexandru Cicâldau, trequartista rumeno classe 1997 che ha mostrato grandi cose con la maglia dell’Under 21 rumena e che adesso siamo curiosi di vedere all’opera nel calcio dei grandi.

Il sorteggio dell’Europa League

In genere la fase a gironi della seconda competizione europea non regala grandi sorprese o gironi giocati fino all’ultimo per contendersi i posti disponibili per la fase successiva; tuttavia, la nuova formula ha alzato il livello delle contendenti ed allo stesso tempo ha “costretto” le squadre a dare tutto fino alla fine in quanto ogni posizione nel girone aveva un valore.

E così grazie a questa formula abbiamo otto squadre che ricominceranno a giocare solamente a marzo, mentre ne vedremo altre 16 lottare per proseguire il cammino. Da questi accoppiamenti sono già venute fuori partite di grandissimo livello, su tutte ovviamente la sfida tra Barcellona e Napoli, una sfida che appena due anni fa valeva l’accesso ai quarti di Champions e adesso vale un ottavo di finale in Europa League.

 

La retrocessione di squadre come Borussia Dortmund e Lipsia alzerà ulteriormente il livello della competizione, pensate ad Haaland pronto a devastare ogni record realizzativo di questa competizione. Per i gialloneri ci saranno i Rangers di Glasgow, pronti a loro volta a mettere in mostra i talenti su cui ha lavorato Steven Gerrard negli ultimi 3 anni e che adesso sono sotto la gestione di Giovanni van Bronckhorst. Su tutti mi permetto di citare Joe Aribo, giocatore ormai pronto a palcoscenici molto ma molto importanti.

L’accoppiamento Lipsia-Real Sociedad vedrà di fronte due formazioni dalla forte identità tecnica e tattica. Da qui a febbraio dovremo vedere come Domenico Tedesco avrà rimodellato la squadra di proprietà della Red Bull, mentre la Real Sociedad si presenterà con il suo solito atteggiamento propositivo e con un sistema di pressing tra i migliori d’Europa, e per non guastare potremo vedere all’opera il talento di Ander Barrenetxea, se gli infortuni non si metteranno di mezzo.

Un’altra retrocessa di lusso ma che ha le chiavi della bacheca dove è riposto il trofeo è il Siviglia che farà sicuramente di tutto per alzarlo per la settima volta, tanto più quest’anno che la finale si disputa nel suo stadio. La storia di questa competizione ci ha già mostrato che essere profeti in patria in Europa League è alquanto difficile (bussare Juventus 2014 e soprattutto Sporting Lisbona 2005 per ulteriori informazioni), tuttavia l’armata di Lopetegui ha un rapporto troppo privilegiato con questa competizione per non far cadere questa “maledizione”. Il messaggio di bentornati lo consegnerà la Dinamo Zagabria, una squadra con tanto talento (su tutti Orsic ed Ivanusec) e che, come da tradizione slava, è in grado di battere chiunque tanto quanto di perdere con chiunque, per cui siamo di fronte ad una sfida dall’esito non del tutto scontato.

Lopetegui che alza l'Europa League.
Rivedremo questa immagine il prossimo 18 maggio al Sanchez Pizjuan? (Foto: Ina Fassbender / Getty Images-OneFootball).

La Spagna sarà anche rappresentata dall’altra squadra di Siviglia, ossia il Betis dell’ingegner Pellegrini, squadra di grande talento ma con poco equilibrio. Per loro di fronte ci sarà lo Zenit San Pietroburgo, anch’essa squadra ricchissima di talento dalla cintola in su ma che, a differenza del proprio avversario, non ama affatto scoprirsi fino al punto di auto-disinnescare la qualità di cui dispone lì davanti (la Juventus ancora ringrazia). Non è una doppia sfida capace di eccitare le fantasie, ma una partita con in campo contemporaneamente Claudinho da una parte e Fekir dall’altra non può essere ignorata così facilmente.

Si impreziosisce anche la Conference League

La terza competizione europea, nata quest’anno, ha mostrato come prevedibile un livello di molto inferiore rispetto alle competizioni disputate ai piani più alti; tuttavia, nonostante questo, i due gironi più equilibrati hanno sancito l’eliminazione dell’Union Berlino e (sub iudice) quella del Tottenham, ossia la squadra più importante a livello di rosa di questa competizione.

Ma anche la Roma che ha superato il proprio girone da prima classificata, ha dovuto subire le insidie di questa competizione nel doppio confronto contro il Bodo/Glimt, due partite che hanno mostrato la grande qualità della formazione norvegese e l’impossibilità per i giallorossi di poter giocare questa competizione con il freno a mano tirato.

Le retrocessioni dall’Europa League hanno portato al turno di spareggi squadre come Il Leicester, il Marsiglia, il PSV ed il Celtic, oltre a squadre con progetti tecnici interessanti come i danesi del Midtjylland o lo Sparta Praga. Con squadre come Slavia Praga, Paok, Partizan e Vitesse (dando per scontata l’uscita di scena del Tottenham) dall’altra parte del tabellone era possibile prevedere sorteggi interessanti e così è stato.

Il Leicester dovrà vedersela con il Randers, altra giovane realtà emergente del calcio danese ma che difficilmente potrà impensierire gli uomini di Rodgers. Al contrario, sarà di sicuro interesse il confronto tra il Celtic ed il Bodo/Glimt. Gli scozzesi sono usciti dal proprio girone di Europa League ma il processo di ricostruzione dopo la pessima scorsa stagione sta portando ottimi frutti, con almeno due giocatori che si stanno mettendo in luce, il terzino destro Anthony Ralston e l’attaccante giapponese Kyogo Furuhashi; dall’altra parte il 6-1 alla Roma ha dato maggiore risonanza ad una squadra che da due stagioni domina in Norvegia con un calcio molto tecnico e piacevole e con il classe 2000 Erik Botheim in rampa di lancio verso lidi più prestigiosi, magari alla ricerca di miglior fortuna del suo ex compagno di squadra Jens Petter Hauge che annaspa a trovare posto nell’Eintracht Francoforte.

Ola Solbakken che esulta dopo il goal alla Roma
Ola Solbakken è stato un altro elemento che ha messo in crisi la Roma nella doppia sfida di Conference League. (Foto: Paolo Bruno / Getty Images-OneFootball).

I confronti tra Midtjylland e Paok e Fenerbahce-Slavia Praga hanno sulla carta nei danesi e nei cechi i favoriti, ma sia nel Paok che nella squadra turca c’è del talento che cova (e nomi di culto come Mesut Ozil e Shinji Kagawa) oltre a due stadi che sanno come far sentire il fattore campo.

Chiude la rassegna la sfida tra Sparta Praga e Partizan, due squadre famose per essere tra le scuole calcistiche più rinomate d’Europa: non siamo di fronte a due squadre che possono puntare a grandi traguardi ma state certi che entrambe le compagini stanno coltivando giocatori che saranno grandi protagonisti nei prossimi anni, con Adam Hlozek da una parte e Nemanja Jovic dall’altra, entrambi classe 2002, che meritano un occhio di riguardo.

E le italiane?

Il rapporto tra le squadre italiane e la competizione europea meno prestigiosa non è mai stato particolarmente ottimale: in tanti hanno fatto passare il messaggio che le competizioni del giovedì andassero snobbate per potersi concentrare in campionato.

Vedendo il rendimento nelle ultime due stagioni, tuttavia, stiamo notando una graduale inversione di marcia. Le prestazioni prodotte da Lazio, Napoli e Roma – tra alti e bassi – hanno mostrato comunque un approccio diverso alla competizione anche a scapito dei successivi impegni di campionato (vedi i tonfi della Lazio a Bologna e Verona in primis), ora resta da vedere cosa succederà da febbraio quando si comincerà a fare i conti con lo stato di forma della rosa e con la classifica del campionato.

Al momento la Roma non è stata coinvolta da questa fase del sorteggio, conoscerà la propria avversaria di Conference League al termine degli spareggi e per questo motivo riprenderà a giocare in Europa a marzo, un vantaggio importante che la nuova formula delle coppe europee consegna a chi vince i rispettivi gironi. Diverso discorso, invece, per le tre formazioni coinvolte nel sorteggio per il turno di spareggio dell’Europa League.

Abbiamo già accennato all’accoppiamento del Napoli contro il Barcellona, un confronto meno proibitivo di quello che sembra, vista la grande aria di ricostruzione della squadra blaugrana con l’addio di Messi e l’arrivo di Xavi in panchina. Per la squadra di Spalletti sarebbe l’occasione giusta per mostrare di essere una formazione con un certo valore anche a livello europeo. I numeri della fase a gironi sono stati da squadra dominante come volumi di possesso palla e di conclusioni;  a questi numeri non ha propriamente fatto ecco la fase difensiva, ma di certo non si può affermare che la squadra partenopea abbia finora snobbato l’appuntamento europeo. Per questo motivo la doppia sfida con il Barcellona non è proibitiva e, soprattutto, può accendere la fantasia dei tifosi partenopei che sono apparsi alquanto freddi nell’accogliere le sfide della seconda competizione europea.

Luciano Spalletti sulla panchina del Napoli
Il Napoli di Luciano Spalletti ha chiuso la fase a gironi con il 60,1% di possesso palla e 16,49 tiri di media a partita, rispettivamente secondo e primo posto in queste statistiche. (Foto: Alessandro Sabattini / Getty Images-OneFootball).

La Lazio ha mostrato anche in Europa League grosse problematiche nel creare gioco nel modo voluto dal proprio allenatore.Contro il Galatasaray la squadra di Sarri non è mai riuscita a mettere in difficoltà la squadra di Terim, mentre nel doppio confronto contro il Marsiglia la squadra di Sampaoli ha mostrato una migliore organizzazione ma senza riuscire a convertirla con una vittoria. L’urna ha portato in dote un altro avversario super-organizzato come il Porto di Sergio Conçeicao: a meno di un grande passo in avanti nell’implementazione delle idee del tecnico toscano in questa rosa tra oggi ed il doppio confronto di febbraio, sembra alquanto complicato pensare alla squadra capitolina in grado di impensierire la squadra portoghese.

Per l’Atalanta l’accoppiamento contro l’Olympiacos rappresenterà il ritorno in Europa League dopo l’eliminazione per mano del Dortmund del 2018, da allora la squadra di Gasperini ha accresciuto in maniera esponenziale il proprio valore tecnico e, sulla carta, ha la possibilità di fare un boccone della squadra greca che, però, sa essere molto organizzata ed anche molto solida difensivamente, in linea con l’anima portoghese della propria guida tecnica Pedro Martins. Il cammino della squadra bergamasca in Europa League ci dirà qualcosa in più anche sul valore generale della rosa nerazzurra che, molto probabilmente, a febbraio sarà in piena lotta anche per portare a casa quello che potrebbe essere uno storico scudetto.

L’augurio da febbraio in poi è quello di vedere le squadre italiane dare la giusta importanza a questa competizione, non solo per il prestigio che può dare una finale europea, seppur non in Champions, ma anche perché si tratta di aggiungere punti al ranking (che conta tanto quando si stabiliscono le fasce dei sorteggi di Champions).

Saranno giovedì molto appassionanti

Con l’inizio della fase ad eliminazione diretta e l’ingresso successivo in campo anche delle prime dei gironi, l’Europa League è pronta a regalare sfide degne di grandi palcoscenici. Per le 24 contendenti rimaste in corsa ogni partita sarà una sfida dove misurare lo stato dei propri progetti tecnici ed una prova necessaria ai propri giovani talenti di accelerare gli step di crescita necessari a diventare giocatori di primo livello.

Insomma, proprio nel giorno in cui la UEFA si è resa protagonista di un’altra memorabile figuraccia, l’esito dei sorteggi delle competizioni riformate dall’organo con sede a Nyon, mostrano come si può ancora pensare ad un calcio che metta al centro del palcoscenico realtà meno munifiche ma che curano la crescita del talento dei propri atleti. E questo rende il calcio uno sport ancora bello da seguire, nonostante tutto.

Per cui dal 17 febbraio non dimenticate di tenervi degli slot di tempo ogni giovedì, non ve ne pentirete.

Autore

Cresciuto con l'amore per la Samp di Vialli e Mancini e della curva Nord dello stadio San Nicola. Da grande trasformo il mio tifo in passione per lo sport, la tattica e la performance analysis. Giochista convinto.

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