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CALCIO ITALIANO

Danilo Cataldi è il nuovo giocattolo preferito di Sarri

Quella di domenica scorsa a San Siro è stata una doppia sberla: non solo la prima sconfitta stagionale per mano dell’Inter di Simone Inzaghi, ma anche il grave infortunio che terrà fuori per mesi Victor Osimhen. Il Napoli è chiamato a reagire immediatamente per non buttare al vento il vantaggio conquistato col sudore in questo avvio di campionato. Il destino vuole che sulla sua strada ci sia un allenatore che prima si è fatto amare e poi odiare dalla città di Napoli: Maurizio Sarri.

Il Comandante torna al San Paolo, ora Stadio Diego Armando Maradona. Lui sembra sempre lo stesso: il cappellino, gli occhiali, la sigaretta, il taccuino. Cambiano giusto lo stemma sulla tuta, l’aquilotto della Lazio, e gli interpreti del suo calcio. Intatte, invece, le sue idee di gioco che in campo passeranno ancora una volta dai piedi di Danilo Cataldi.

Mediani e sarrismo

Nel 2018 compare un neologismo sull’Enciclopedia Treccani:

sarrismo (Sarrismo) s. m. La concezione del gioco del calcio propugnata dall’allenatore Maurizio Sarri, fondata sulla velocità e la propensione offensiva […]

Tutti ne parlano. C’è chi lo definisce “filosofia di vita” e chi addirittura lo interpreta in maniera estensiva come sinonimo di “rivoluzione“. A noi interessa l’atto pratico, concreto, il calcio giocato, e quindi per sarrismo intendiamo l’idea tattica portata avanti da Maurizio Sarri per tutto il corso della sua carriera dalla Seconda Categoria Toscana alla Serie A e Premier League. Un’idea che poi si concretizza in un 4-3-3 (o, più raramente, nella variante 4-3-1-2) spregiudicato a cui piace tenere le redini del match, dettando il proprio ritmo grazie ad una fitta rete di passaggi.

Sarri (Foto: Marco Rosi/Getty Images - OneFootball)
Maurizio Sarri è stato chiamato da Lotito a sedersi sulla panchina che per oltre cinque anni è stata di Simone Inzaghi (Foto: Marco Rosi/Getty Images – OneFootball)

In questo schema il centrocampo a tre assume ovviamente un ruolo di primaria importanza. Scendendo ancora di più nel dettaglio, è il mediano il cuore pulsante del centrocampo di Sarri e, di conseguenza, dell’undici e del sarrismo stesso. Punto di riferimento in mezzo al campo, il play ha il compito di rendere fluido il giro palla da una fascia all’altra; allo stesso tempo, deve avere le qualità per giocare la sfera in verticale, andando alla ricerca della prima punta o delle ali offensive che tagliano dentro e si inseriscono dietro la difesa avversaria.

Il primo interprete di questo ruolo in Serie A è stato Mirko Valdifiori con l’Empoli. Il classe ’86 rendeva così bene in quel centrocampo che strappò una convocazione e persino una presenza in nazionale. Sarri decise di portarlo con sé a Napoli, ma alle pendici del Vesuvio c’era già un certo Jorginho pronto ad ereditare il testimone. Se l’italo-brasiliano è tra i candidati per la vittoria finale del Pallone d’Oro, parte del merito va riconosciuta all’impronta che Sarri è riuscito a dargli tra Napoli e Chelsea (dove il Sarriball ha fruttato il 3° posto in Premier, la finale di Coppa di Lega e il trionfo in UEFA Europa League). Alla Juventus, orfano di Jorginho per la prima volta dopo quattro stagioni e 162 partite, Sarri cerca di cucire l’abito di “mediano sarrista” a Miralem Pjanic. Risultati? Altalenanti.

Anche alla Lazio non c’era un vero e proprio giocatore adatto a svolgere questi compiti, così il tecnico toscano è andato per tentativi: prima Lucas Leiva, ora Cataldi. E forse la quadra è stata finalmente trovata…

Come ha fatto Cataldi a stregare Sarri?

Il centrocampista romano sembrerebbe aver vinto il ballottaggio con Leiva, cosa che non era mai riuscito a fare quando sulla panchina biancoceleste sedeva Inzaghi. Che ci sia o meno un reale rapporto di causa-effetto, dopo la debacle di Verona (4-1 con l’Hellas) Sarri ha deciso di cambiare il proprio play mandando in campo Cataldi in tutte e quattro le successive gare di A. Suo malgrado abituato ad una vita da comprimario, il numero 32 si ritrova ora con la titolarità in una tasca e le chiavi della Lazio nell’altra. Sa che può finalmente mettersi in mostra e, almeno per il momento, non si sta lasciando sfuggire questa occasione a suon di prestazioni autorevoli. Non tutti se lo sarebbero aspettati, ma:

Danilo ha sempre avuto qualità tecniche di buon livello, ho cercato di portarlo a Empoli in tutti i modi, qualche anno fa. In passato ha avuto problemi in quel ruolo ma ora si sta abituando. Le qualità nel palleggio sono ottime, è dinamico e in fase difensiva è importante.

Al di là del fatto che il retroscena di mercato fa capire che già da tempo Sarri considerava Cataldi all’altezza del suo gioco, proviamo a dare il giusto peso a questa dichiarazione e in particolare all’ultima frase:

  1. Le qualità nel palleggio sono ottime…”
    Secondo i dati raccolti da SofaScore relativi al campionato di Serie A in corso, Cataldi riceve di media 44,8 palloni giocabili a partita e tenta 38,2 passaggi a partita. Quelli completati, invece, sono 35,1; vien da sé che la percentuale della precisione sarà estremamente positiva: 92% (nella propria metà campo aumenta fino al 97%). Senza assist o grandi acuti, Cataldi sta silenziosamente svolgendo il compito di fluidificante affidatogli dal suo allenatore.
  2. “...è dinamico
    Come mostra la mappa di calore, Cataldi occupa con costanza e resilienza il centro del campo. Allo stesso tempo, però, ama abbassarsi per ricevere palla e alzare il baricentro, accompagnare l’offensiva della squadra e andare alla ricerca dello spiraglio giusto per provare la battuta a rete; proprio così ha messo a segno il gol del 2-2 contro il Cagliari.

    Heatmpa Cataldi 21-22
    Heatmap di Danilo Cataldi, Serie A 2021/22 (Fonte: SofaScore)
  3. “...e in fase difensiva è importante.
    Delle tre caratteristiche messe sotto la lente d’ingrandimento, questa è quella forse più carente. Cataldi vince “solo” il 50% dei contrasti e non cerca il tackle tanto quanto Lucas Leiva. Allora perché sarebbe così importante in fase di non possesso? Il classe ’94 è un’ottimo schermo davanti la difesa, ha intelligenza tattica, sa quando aggredire il portatore di palla e sa spendere sapientemente i falli d’ammonizione (3 sin qui).

Insomma, Danilo Cataldi sembrerebbe avere il profilo tecnico-tattico ideale per portare avanti il nuovo progetto laziale di Sarri.

Cataldi vs Cagliari (Foto: Marco Rosi/Getty Images - OneFootball)
Il destro all’incrocio dei pali nella sfida dell’Olimpico contro il Cagliari è valso a Cataldi il primo gol in stagionale (Foto: Marco Rosi/Getty Images – OneFootball)

Quel qualcosa in più

In realtà le possibilità che Danilo Cataldi continui a prestare nel centrocampo della Lazio di Sarri non sono legate solamente alle sue doti fisiche e mentali. Il cuore, in tutto questo, giocherà la sua parte. Portare sulla propria pelle i colori della squadra per cui hai sempre fatto il tifo è una sensazione che tutti vorrebbero sperimentare nella loro carriera, ma non tutti hanno il privilegio di provarla. Il ragazzo di Ottavia non solo ci è riuscito, ma ora ha anche l’opportunità di diventare un intoccabile per i biancocelesti e non più uno dei tanti.

Lo sognava probabilmente da quando ha memoria, e senz’altro ha iniziato a crederci ai tempi della Primavera. A quei tempi era solito portare la 5 sulle spalle e trascinare gli aquilotti, un po’ come quando grazie ad una doppietta in finale sull’Atalanta vinsero il titolo di Campioni d’Italia 2012/13. Tuttavia, ogni cosa a suo tempo: un prestito stagionale al Crotone in Serie B, due anni e mezzo di nuovo alla Lazio tra alte aspettative e appuntamenti mancati, sei mesi al Genoa e dodici al Benevento.

Dopo l’esperienza campana torna a casa, ma sembra quasi che il treno sia ormai passato e che lui sia destinato ad una carriera nelle retrovie della rosa. Vince la Coppa Italia 2018/19 senza mai mettere piede in campo in quella competizione, ma è proprio grazie a quel trionfo che Cataldi segnerà il gol più importante della sua vita.

Dicembre 2019, siamo al King Saud University Stadium, Riad, Arabia Saudita. Lazio e Juventus si stanno dando battaglia per conquistare la Supercoppa Italiana e al momento dell’assegnazione del recupero il risultato dice 2-1 per i biancocelesti. I dententori della Coppa Italia hanno un’ottima occasione per chiudere i conti, un calcio di punizione dal limite. Va Cataldi, game, set, match…

Il talento non gli è mai mancato, la passione neanche. E con la fiducia e la stima del suo pubblico che continua a crescere, è lecito aspettarsi da lui un ulteriore passo in avanti nel corso di questa stagione. Maurizio Sarri ha un nuovo giocattolo preferito e non vede l’ora di portarlo con sé in quello stadio dove il sarrismo si è preso prime pagine e titoli di giornale, pronto a fronteggiare il suo passato.

Autore

Viterbese classe ’99, muove i primi passi con ai piedi un pallone e, neanche a dirlo, se ne innamora. Quando il calcio giocato smette di dare speranze, ci pensa giornalismo sportivo a farlo sognare. E se si fosse trattato di campo, essere riserva di lusso lo avrebbe fatto rosicare… alla tastiera non potrà che essere un valore aggiunto.

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