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Davide Gualano

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In questo particolare periodo storico, ricco di stranezze e paradossi, l’Italia calcistica può vantare la sua personalissima tragedia sportiva anche nel 2022: il mancato approdo ai mondiali della nazionale. Da buoni italiani abbiamo fatto un bel processo sul perché, anche se probabilmente è più semplice di quanto non vogliamo accettare. I problemi sistemici del nostro calcio sono un argomento da affrontare tutti i giorni, al posto delle polemiche arbitrali, anziché una volta ogni quattro anni. Comunque sia, perché non parlare di un ragazzo di chiaro talento, che ha fatto la trafila delle nazionali giovanili italiane ed è riuscito a rompere quella strana barriera invisibile che impedisce ai cosiddetti under di giocare in A?

Sono passati solo due anni da quando il Lione prima dei lockdown europei batteva la Juventus e attirava molte attenzioni su di sé, poi costantemente cresciute fino al momento in cui il percorso europeo dei francesi venne fermato dal futuro campione d’Europa, Bayern Monaco, nelle semifinali a turno unico. Aouar era al centro di molte voci di mercato: Juventus, Manchester City e Arsenal per dirne alcune. A due anni da quel momento, però, Aouar è ancora al Lione, un Lione che a tre giornate dalla fine della Ligue 1 è settimo in classifica a cinque punti da un posto in Europa. Depay è andato via in estate, Paquetà sembra essere la stella della squadra e Bruno Guimaraes è andato al Newcastle a imporsi come uno dei migliori centrocampisti in circolazione, o almeno uno dei più forti e meno chiacchierati. Aouar nel frattempo è diventato capitano del Lione e sembra giocare un gradino, se non due, sopra tutti gli altri suoi compagni eccetto i sopra citati. 

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