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VIE DEL CALCIO

Vie del Calcio: Firenze

Il viaggio per le Vie del Calcio non si ferma. Il nostro treno risale l’Italia fino alla Toscana, a quella che ad oggi viene definita dalla Lonely Planet una delle dieci migliori destinazioni europee. Siamo in arrivo alla stazione di Santa Maria Novella: preparatevi a scendere e camminare lungo le vie della Bella Firenze.

Quando pensi a Firenze, ti vengono in mente le classiche fotografie panoramiche scattate da Piazzale Michelangelo, il belvedere di oggi. La città immobile e fiera come ad aspettare di essere ritratta; maestosa con i suoi palazzi carichi d’arte, le sue colline sullo sfondo e un cielo di un accecante pantone azzurro. A quel dipinto meraviglioso però manca una cosa: il carattere. Quello lo si può solo sentire in un viaggio nel tempo lungo le sue strade, le piazze, le vie meno griffate, entrando nelle botteghe artigiane, nei mercati e in quel teatro a cielo aperto che per noi è lo stadio.

L’anima di Florentia (così il suo antico nome), ricca di arte, storia e bellezza, la si percepisce lungo le sponde del fiume Arno o semplicemente passando, magari quando gli scrigni delle botteghe orafe sono ancora chiusi, su Ponte Vecchio, unico ponte di Firenze fino al 1218.

Benvenuti nella città dei Medici, la più celebre delle famiglia fiorentine al potere, nota per aver sostenuto la scena artistica, culturale, spirituale e scientifica del suo tempo.

Benvenuti nella culla del Rinascimento, dove la bellezza della cultura passa dalle stanze degli Uffizi come da un vicolo qualsiasi, là dove la purezza del Giglio viene custodita dalla potenza del Marzocco, il leone il cui nome deriva da Marte, primo simbolo della città.

Benvenuti nella città dei 4 quartieri, benvenuti nel viaggio che parte dalla piazza che ha visto nascere il gioco più bello del mondo (almeno secondo i fiorentini): il calcio.

Basilica di Santa Croce

La grande basilica francescana di Santa Croce, con la sua imponente facciata in marmo policromo aggiunta nel 1863, che ospita le tombe di grandi personaggi italiani, da Michelangelo a Galileo, padroneggia sull’immensa ed omonima piazza. Una volta l’anno, in giugno, quella piazza cambia forma e significato tornando ad assumere una veste medievale, diventando teatro dello storico Calcio Fiorentino, considerato da molti (soprattutto abitanti della città) il babbo del calcio moderno.

Il calcio è nato in questa piazza. Gli inglesi diranno che non è vero, che l’hanno inventato loro: non credetegli.

Ed è proprio durante l’assedio da parte del re di Spagna Carlo V che, il 17 febbraio 1530 con una palla fatta di stracci, paglia, fieno, piume e alcuni giovani calcianti, a scherno degli assedianti accampati sulle colline, fu giocata la prima storica partita del calcio in livrea, calcio in costume o più comunemente chiamato Calcio Fiorentino, nella piazza con la visuale migliore dal belvedere. Bianchi di Santo Spirito contro Verdi di San Giovanni per mandare un segnale forte ai nemici: la città non ha paura.

calcio storico fiorentino
Esibizione dei Bandierai degli Uffizi, che avviene prima della partita (Foto: Gabriele Maltinti/Getty Images)

Di quella partita non venne riportato il risultato finale, ma ancora oggi, con orgoglio, là sul sabbione di Santa Croce, si sfidano le quattro squadre, i quattro colori, i quartieri del centro di Firenze: gli Azzurri di Santa Croce, i Verdi di San Giovanni, i Bianchi di Santo Spirito e i Rossi di Santa Maria Novella e nel giorno del patrono della città, San Giovanni Battista, il 24 giugno tutta Firenze si ferma per la finale.

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Scene da calcio storico fiorentino (Foto: Filippo Monteforte/AFP via Getty Images)

4 Quartieri, 1 Cuore Viola”: il concept della stagione 2017-18 di Le Coq Sportif per le divise gigliate. I colori ed i simboli del calcio storico, il Saluto alla Voce stampato sulla maglia viola. Il calcio storico è Firenze, la Fiorentina è Firenze. Un legame forte con le proprie radici, fortemente sentito dalla città e dalla società allo stadio e nelle campagne abbonamenti.

Il Franchi come Santa Croce, almeno fino a poco tempo fa, con il ‘Saluto alla voce’ prima di ogni partita e la sfilata del Corteo Storico della repubblica Fiorentina a ricordare la resistenza della città all’assedio da parte del re di Spagna Carlo V. I calcianti che lottano in Piazza Santa Croce come i tifosi che riempiono l’Artemio Franchi per amore della Fiorentina. Grida, bestemmie, lacrime, abbracci: tutto per quella maglia viola.

State attenti al comando. Badate a voi, le armi in pugno. Presentate le armi, salutate! Rimettetevi, armi a terra. Riposatevi sulle vostre armi. Gridate con me, Viva Fiorenza!

Adrenalina, forza e speranza, tutti uniti e Viva Fiorenza!

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Prepartita di Fiorentina-Atalanta 2018 (Foto: Gabriele Maltinti/Getty Images)

Via de’ Tornabuoni 

Dalla crudità del calcio storico all’eleganza del salotto buono della città: Via de’ Tornabuoni – Via centrale di Firenze, che prende il nome dalla  famiglia di mercanti e politici della quale faceva parte Lucrezia Tornabuoni, la madre di Lorenzo il Magnifico. In passato era luogo solito a cortei, parate e giochi di piazza come le partite di pallone col bracciale o le corse di cavalli; oggi è indubbiamente la via dello shopping di lusso, dov’è possibile spendere uno stipendio anche solo guardando le vetrine di gioiellerie prestigiose e di boutique d’alta moda.

Nel 2011, però, il lusso, in particolare quello calzaturiero, almeno per qualche ora, ha dovuto far spazio alla collera del popolo, e il salotto buono si è trasformato per qualche ora nel palcoscenico perfetto per un flash mob pacifico ma alquanto folcloristico, organizzato dai tifosi viola, in gran parte di casa in curva Fiesole, con l’obiettivo di rispondere senza mandarle a dire alla presidenza dei Della Valle, proprietari dei negozi Tod’s e Hogan.

Della Valle vattene” sui volantini, “Meglio scalzi che con le Hogan” sugli striscioni, lancio di monete all’ingresso dei negozi dei due imprenditori marchigiani, mani alzate e applausi sarcastici per tutta la gestione della squadra, decisamente poco apprezzata dalla piazza.

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Flash mob dei tifosi fiorentini contro la presidenza Della Valle (Fonte Repubblica.it)

Vaia vaia Diego sei esoso e permaloso!

A 50 anni dal secondo scudetto, le contestazioni di strada nonché allo stadio e la lettera scritta da Diego Della Valle e pubblicata su La Nazione metteva nero su bianco (colori antipatici a questa città) che la storia tra le due anime viola, i tifosi e la proprietà, era ormai giunta al termine, e nel modo peggiore.

Piazza della Signoria

Ed è all’ombra del Perseo di Cellini, in Piazza della Signoria, simbolo del potere politico fiorentino, che Firenze celebra il suo Re: Gabriel Omar Batistuta.

Festa grande per celebrare i 50 anni dell’ex attaccante dell’età dell’oro della Fiorentina. “Bati, Bati, Batigol“ le uniche parole che risuonano dalla curva. Ops, dalla piazza. Migliaia di persone adunate per rendere omaggio a colui che ha portato grande rispetto per quella maglia viola tanto amata da queste parti.

Sono qui. La gente mi vuole bene, e questo è il premio più grande. È bello innamorarsi della città, difendere i suoi colori, in una squadra che non ha molte chance. E giocarsela.

“Bati, Bati, Batigol” come le grida del 13 dicembre 1998, quando il Re faceva scoppiare il Franchi con la ‘mitraglia’ sotto la Fiesole e quel gol decisivo alla Juve. Cross di Oliveira, testa di Batistuta e Peruzzi spettatore della storia. Erano gli anni di Rui Costa, Edmundo, Heinrich, Toldo e del Re Leone, gli anni del sogno e della delusione, anni che qui a Firenze sperano di rivivere, nonostante il finale.

L’esultanza della mitraglia, passata alla storia

Bar Marisa

La domenica, prima della partita, scendere dal treno a Campo di Marte ed avviarsi sul viale che porta allo stadio è – o meglio era – una pratica abituale per il popolo del Franchi. Chiunque abbia come meta lo stadio per la partita, deve obbligatoriamente fare una tappa pochi metri prima dei tornelli: Bar Marisa.
Qui lo chiamano l’università del tifo fiorentino. È sicuramente una galleria d’arte viola che profuma di caffè: maglie autografate e fotografie leggendarie che, beh, fanno venire un po’ di pelle d’oca.

Nel 2016, il video simpatico della campagna abbonamenti “Selfie ‘56” è stato girato proprio in questo locale, con Borja Valero, Gonzalo e gli uomini del primo scudetto.

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Frame del video ufficiale della campagna abbonamenti della Fiorentina nel 2016

Questo non è un locale per soli tifosi: i giocatori venivano qui, si fermavano e godevano dell’entusiasmo fiorentino (nel bene e nel male), proprio come diceva uno degli ultimi numeri 10 viola, un signore che all’anagrafe è iscritto come Rui Manuel César Costa.

Per andare a fare allenamento lasciavo la mia macchina davanti al Bar Marisa, fuori dal Franchi. Perché quando finivo volevo sentire tutto il calore dei tifosi viola, mi piaceva l’aria che si respirava. Stavo da Dio e Firenze era la mia seconda casa.

Stadio Artemio Franchi 

E mentre ti godi una birra gelata e una schiacciata, che solo a guardarla ti fa sentire già sazio, alzi gli occhi e sei allo stadio comunale di Firenze, oggetto di tante discussioni, da ormai troppi anni. Buttarlo giù, ristrutturarlo, ricostruirlo, abbandonarlo: lo Stadio Artemio Franchi con i suoi 40.000 posti, le sue scale elicoidali e la sua struttura a D, resta ad oggi un’opera d’arte per la sua identità inconfondibile di razionalismo italiano degli anni ’20.

Tante le polemiche, tante le discussioni. C’è chi non vorrebbe mai vedere uno stadio diverso da questo, ma se la Viola, secondo la tradizione, ha scelto il suo famoso colore dopo un lavaggio sbagliato della maglia in origine biancorossa, forse anche lo stadio dovrebbe prendere una forma diversa. Magari più accogliente e fruibile? Forse più sicuro? Di proprietà, anche solo per garantire un’entrata importante alla società che finora ha arrancato, e non poco. Un “okay?” alla Rocco Commisso, nuovo proprietario della Fiorentina e anche Magnifico Messere della finale del Calcio Storico fiorentino del 2019.

Il Franchi è stato la passerella di tanti campioni: Batistuta, Rui Costa, Antognoni, Roberto Baggio, solo per citarne alcuni. È stato palcoscenico per una notte con la presentazione show di Franck Ribery, sulle note di “Eye Of The Tiger”. È stato terreno di numerose sfide e scenografia di bei ricordi, molti troppo sbiaditi, ma non per la squadra femminile fiorentina condotta dal suo capitano Alia Guagni e guidata da Sauro Fattori e Antonio Cincotta che, proprio su quel prato, nel 2017, davanti a circa 8.000 spettatori, è andata a prendersi il primo Scudetto della sua storia battendo 2-0 il Tavagnacco.

 

Festa per lo Scudetto femminile al Franchi (Copyright: cge fotogiornalismo)

È stato anche un luogo dove il tempo si è fermato: come dimenticare la prima partita in casa dopo la scomparsa di Davide Astori?

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L’omaggio dei tifosi ai cancelli del Franchi in omaggio a Davide Astori

Un minuto di silenzio partito dallo stadio ma che è arrivato in ogni casa d’Italia. Migliaia di palloncini al cielo, l’omaggio dei giocatori con la sua maglia, il ricordo della curva al 13′ con la scritta “Davide 13”.
La partita con il Benevento finirà 1-0, con un gol decisivo di Victor Hugo, segnato proprio alle ore 13, lui che porta sulle spalle la maglia numero 31 (gli anni di Astori). Fuori dal Franchi, il viola non predomina più: una parete di sciarpe provenienti dalle curve di tutta Italia rendono omaggio al capitano della Fiorentina. La confusione tipica di uno stadio lascia spazio solo al silenzio e il rispetto, troppo spesso dimenticato nel calcio, prende di gran lunga sopravvento.

Un ringraziamento speciale a Matteo e Alessio di 999 RicordiViola

Autore

Illustratrice e storyteller con un passato da esterno nel Mojito Football Club. Oggi realizza contenuti che traducono i pensieri in un’armonia d’immagini e parole. Per lei il viaggio è vita ma si completa solo quando, dal finestrino del treno, rivede il mare alla sua sinistra.

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