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CALCIO ESTERO

Vietato perdere di vista Sebastiano Esposito

In Italia, da qualche anno a questa parte, funziona così: appena un giovane talento fa capolino dalla Primavera viene additato come “il nuovo ...” o “la reincarnazione di …“, finendo per creare aspettative troppo gravose per chiunque che poi, alle prime difficoltà, si divorano il ragazzo e la sua reputazione. Quello che spesso si ignora è che i talenti vanno coltivati. Ci vuole tempo. Quanto? Vorrebbe tanto saperlo anche Sebastiano Esposito.

Dopo le fiammate con l’Inter di Conte se ne parlava come se avesse l’obbligo di lottare per una maglia da titolare nell’attacco dei futuri campioni d’Italia. Poi la crescita del classe 2002 di Castellammare di Stabia ha subito un brusco stop in cadetteria, ed ecco la folla che si affretta per scendere dal carro. La verità è che giocatori così dovrebbero essere preservati, coccolati e messi nelle migliori condizioni – anche mentali – di esprimersi al meglio. Ora vuole farlo al Basilea. Il pensiero rimane uno solo: riprendersi il nerazzurro. È c’è motivo di pensare che possa essere davvero l’anno della sua esplosione…

L’hype per Sebastiano Esposito

Per definizione l’hype indica l’attesa prodotta, anche se non sempre a ragione, dall’uscita di un nuovo prodotto, una serie TV, un film o qualcos’altro. Quel qualcos’altro, ad inizio stagione 2019/20, era proprio Sebastiano Esposito. Il ragazzo era stato aggregato in pianta stabile alla prima squadra dell’Inter dopo gli ottimi segnali mandati nell’annata precedente. Quali? Innanzitutto i 31 gol in 37 partite con le giovanili, coronati dal titolo nazionale e dalla Supercoppa U17. Poi l’esordio assoluto tra i grandi, con lo zampino di Luciano Spalletti, in un Inter-Eintracht Francoforte valido per gli ottavi di UEFA Europa League. Per finire i numeri mostruosi con la nazionale U17: nel cammino che va dalle qualificazioni alla finalissima (poi persa) dell’Europeo 2019, Esposito mette a referto 9 gol e 8 assist.

Comincia da tappabuchi nel reparto avanzato, quinta punta dietro a Romelu Lukaku, Lautaro Martinez, Alexis Sanchez e Matteo Politano. Già dai primi giorni di ritiro diventa l’ombra del belga: non lo lascia un secondo per imparare il più possibile da chi sa fare quel mestiere ed è sempre il primo a scattare dalla panchina verso di lui ad ogni gol. Ad ottobre, però, Antonio Conte decide di dargli una chance…

È la terza giornata del girone di UEFA Champions League e i nerazzurri ospitano il Borussia Dortmund. Il vantaggio di Lautaro nel primo tempo non può bastare e al 62′ c’è bisogno di forze fresche per sostituire un Lukaku sottotono e provare l’affondo decisivo. È il momento di Sebastiano Esposito. Cullato da San Siro, si esalta e azzarda subito un elastico su Akanji. A 600 secondi dalla fine parte in percussione palla al piede, brucia Mats Hummels e viene steso in area: calcio di rigore. La Nord è in visibilio. Burki lo para, ma ci pensa Candreva a chiudere i conti poco più tardi (2-0). Che esordio coi fiocchi.

Esposito Inter - Foto Giuseppe Maffia Imago OneFootball
Sebastiano Esposito prende il tempo a Mats Hummels e si guadagna un calcio di rigore in Inter-Borussia Dortmund, esordio in Champions League (Foto: Giuseppe Maffia/Imago – OneFootball)

La grande prestazione col Dortmund è prodromo del crescente minutaggio a disposizione (nulla di eclatante, ma una somma niente male per un classe 2002). Può vantarsi, poi, di aver vinto la staffetta con Matteo Politano. Perché in quella notte magica Seba era seduto accanto al giocatore ora in forze al Napoli in panchina, ma Conte ha preferito lui. Un passo avanti nelle gerarchie a discapito di un giocatore già scontento per via del passaggio al 3-5-2 e pronto a fare le valigie.

La prima da titolare è datata 21 dicembre 2019. Battendo il Genoa la squadra di Milano può prendersi la vetta della classifica. Esposito fa coppia con Romelu Lukaku. Big Rom è il rigorista designato dell’Inter, ma quando Pairetto indica il dischetto cede il pallone al talentino. Sa quanto può significare per lui un gol con quella maglia. Mani sui fianchi, uno sguardo all’arbitro e destro radente il suolo: rete.

Stanotte non ho dormito. Pensavo a questa serata e non potevo sognarne una migliore. Ringrazio ancora una volta il mister, la società e la mia famiglia. Spero di continuare così e di andare avanti su questa strada.

Ridimensionamento

Con lo Scudetto solo sfiorato, Conte decide di puntare su un instant team fatto di giocatori già maturi e pronti a vincere. Esposito non ne fa parte e viene messo sul mercato. L’idea iniziale era quella di cederlo in prestito a una squadra di A, ma ad accaparrarselo è la SPAL appena retrocessa in Serie B. I presupposti per far bene in cadetteria con la casacca dei ferraresi ci sono tutti: il club è ambizioso e punta a tornare immediatamente in massima serie. Ulteriore motivazione arriva dal ricongiungimento col fratello Salvatore Esposito, con il quale aveva condiviso il percorso di formazione calcistica tra Campania e Lombardia. Pasquale Marino però non gli concede troppo spazio e, dopo aver realizzato solo un gol nel girone d’andata, viene rispedito al mittente.

Esposito SPAL - Foto Filippo Rubin LaPresse Imago OneFootball
Sebastiano Esposito nella sua anonima parentesi ferrarese (Foto: Filippo Rubin/LaPresse via Imago – OneFootball)

Se il prestito alla SPAL è stato fallimentare, il secondo stagionale al Venezia è andato leggermente meglio. Se guardiamo solo ed esclusivamente ai gol – 2 in 19 presenze – potremmo rimanere indifferenti, ma l’esperienza maturata in laguna è senz’altro maggiore. Già, perché passando al Venezia Esposito ha avuto la possibilità di rimanere nella zona alta della classifica e di aiutare la squadra a garantirsi un posto per i playoff. Nel minitorneo della post-season gli vengono concessi solo 7 minuti nella finale di andata contro il Cittadella. Gli arancioneroverdi sono la terza promossa in Serie A della stagione 2020/21 e la firma dell’ex Inter, per quanto non smisurata, c’è.

Esposito Venezia - Foto Rogers Tim LaPresse Imago OneFootball
L’esultanza di Sebastiano Esposito dopo il gol su punizione in Venezia-Cosenza, un marchio di fabbrica (Foto: Rogers Tim/LaPresse via Imago – OneFootball)

La rivincita di Sebagol

Al contrario di quello che si è fatto con Martin Satriano, sul futuro di Sebastiano Esposito non c’è stato alcun dubbio sin dal termine della scorsa stagione: la prima girandola di prestiti non ha fruttato quanto doveva, quindi c’è bisogno di proseguire su questa strada e perseverare finché non si sarà fatto le ossa. E con l’approdo del Venezia in Serie A si veniva a concretizzare una situazione favorevole a tre parti: al Venezia, perché avrebbe riconfermato un giocatore che si era ambientato abbastanza bene e che avrebbe dato il suo contributo alla causa; all’Inter, perché avrebbe fatto crescere il suo talentino nel campionato italiano; e ad Esposito, che avrebbe trovato stabilità a Venezia e minutaggio in massima serie.

Ma le trame del mercato sono infinite e lo stabiese finisce in Svizzera, al Basilea. I rossoblu sono una squadra abituata a vincere: avevano iniziato il terzo millennio con 8 campionati nazionali in bacheca, mentre ora ne hanno 20. Tuttavia il titolo manca da quattro stagioni, le stesse in cui lo Young Boys è cresciuto vertiginosamente è ha assunto una posizione di dominio nel calcio svizzero. Con l’arrivo di Esposito tra i tanti e con la terza rosa più giovane della Super League (età media 23,8 anni – fonte: Trasfermarkt), il Basilea di Patrick Rahmen proverà a riprendersi lo scettro.

Scalda i motori subentrando contro gli albanesi del FK Partizani in UEFA Conference League, poi si trasforma in Sebagol alle primissime apparizioni nel campionato svizzero: si sblocca in casa del Grasshoppers, segna di trivela con il Sion e scucchiaia da rigore contro il Servette.

A solo un mese dall’inizio della stagione Esposito ha già collezionato 3 gol e 4 assist tra campionato e Conference League. È lecito aspettarsi un miglioramento sostanziale di queste statistiche e – perché no? – il raggiungimento di quella che potremmo chiamare doppia doppia. A Basilea ha trovato lo schema adatto alle sue qualità, il 4-2-3-1. Nasce punta centrale, ma facendo qualche passo indietro fino alla trequarti può entrare di più nel vivo del gioco e mettersi in mostra; ed è proprio lì che Rahmen lo sta sfruttando. La concorrenza non manca, compresa quella di un altro interista in prestito che risponde al nome di Darian Males, ma Sebastiano Esposito è pronto a zittire tutti e a riprendersi quello che gli è stato tolto.

Quando facevo bene all’Inter tutti mi chiamavano e avevo tanti amici, poi l’anno successivo ho avuto un po’ di difficoltà e sono spariti tutti. Ora aspetterò le chiamate di qualche finto amico. Le critiche fanno parte del gioco, lo so, ma credo nei miei mezzi e voglio lavorare con umiltà per smentirle.

Autore

Viterbese classe ’99, muove i primi passi con ai piedi un pallone e, neanche a dirlo, se ne innamora. Quando il calcio giocato smette di dare speranze, ci pensa giornalismo sportivo a farlo sognare. E se si fosse trattato di campo, essere riserva di lusso lo avrebbe fatto rosicare… alla tastiera non potrà che essere un valore aggiunto.

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