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CALCIO ESTERO

Primeira Liga Awards

La stagione della Primeira Liga portoghese si è conclusa poco più di un mese fa, con il Porto campione davanti a Sporting e Benfica. Come al solito il Braga parteciperà all’Europa League, mentre in Conference andranno Gil Vicente e Vitoria Guimarães. Proprio in questi giorni, in Portogallo si sta eleggendo il miglior 11 della stagione. Qui, si è provato a fare qualcosa di leggermente diverso, più sintetico in certi casi, ma forse più completo in altri, individuando 10 categorie, ognuna delle quali assegna un premio: ai classici miglior allenatore, miglior portiere, miglior difensore, miglior centrocampista, miglior attaccante, miglior U23 ed MVP della stagione, sono stati aggiunti i premi di miglior esordiente, giocatore rivelazione e miglior attore non protagonista. La cosa simpatica del calcio portoghese è che, se dovessimo assegnare questi premi anche l’anno prossimo, molto probabilmente i vincitori sarebbero completamente diversi.

Miglior allenatore: Sergio Conceição (Porto)

Coincecao, miglior allenatore in Primeira Liga
Sergio Conceição è al suo terzo triondo in Primeira Liga in cinque anni (Foto: Patricia De Melo Moreira/AFP via Getty Images – OneFootball)

Noi italiani lo conosciamo bene, non solo per aver giocato con le maglie di Inter, Lazio e Parma. Da quando siede sulla panchina del Porto (2017), ha infatti eliminato Roma e Juve agli ottavi di Champions, battuto e condannato il Milan all’ultimo posto del girone e interrotto il percorso della Lazio ai sedicesimi di Europa League. In 5 stagioni ha vinto 7 titoli: 3 Primeira Liga (un anno sì e uno no), 2 Coppe e 2 Supercoppe del Portogallo. Ogni anno, che sia in estate (l’ultimo è Fabio Vieira, passato all’Arsenal per 40 milioni di euro proprio in questa settimana) o in inverno (in quello di quest’anno ha perso addirittura tre giocatori in un colpo solo: Jesús Corona, Sérgio Oliveira e Luís Díaz), si ritrova senza i migliori della passata stagione. Eppure, continua a vincere, a creare gruppi che diventano vincenti dopo un solo anno di assestamento. È quello che ha fatto anche in questa stagione, in scioltezza senza mai rischiare veramente una rimonta dello Sporting e concedendosi addirittura il lusso di alzare il trofeo al Da Luz di Lisbona, in faccia a tifosi, staff e giocatori del Benfica. Il suo 4-4-2 ricorda vagamente quello del Cholo Simeone, per caratteristiche dei giocatori, grinta ed intensità messe in campo e soprattutto per il fatto di avere la miglior difesa. Il livello del campionato, però, lo “obbliga” a schierare anche il miglior attacco, con 86 gol in 34 partite, più di 2 a partita. Il suo contratto scade fra un anno e, a meno di grossi scossoni, lo rispetterà, cercando quel bis che ancora non gli è riuscito. Poi gli toccherà, inevitabilmente, misurarsi con una big.

Miglior portiere: Diogo Costa (Porto)

Diogo Costa. miglior portiere in Primeira Liga
Diogo Costa ha superato il romanista Rui Patricio nelle gerarchie di Fernando Santos (Foto: Miguel Riopa/AFP via Getty Images – OneFootball)

Se è vero che la linea composta (da destra a sinistra) da João Mario, Mbemba, Pepe e Zaidu Sanusi, con la regia del sopracitato Conceição, è parsa quasi impenetrabile, per mettere insieme 14 reti inviolate e subire 22 gol nelle restanti 20 partite bisogna che anche il portiere ci metta del suo. Infatti, Diogo Costa ha parato un rigore sui tre che gli hanno calciato contro ed ha una media di 1,5 parate a partita (dati di SofaScore). Infatti, dopo una stagione del genere, Diogo Costa ha vinto il premio di miglior portiere della Primeira Liga e, a soli 22 anni, si è preso il posto di titolare nella Seleção di Fernando Santos, soffiandolo al romanista Rui Patricio.

Miglior difensore: Pedro Porro (Sporting)

Pedro Porro, miglior difensore in Primeira Liga
Pedro Porro, strappato al Manchester City per soli 8,5 milioni di euro, è definitivamente esploso in Portogallo (Foto: Carlos Costa/AFP via Getty Images – OneFootball)

“Morto un papa se ne fa un altro”. Nonostante tutti gli ordini ecclesiastici in Portogallo siano stati sciolti da una vita, sembra che questo detto sia particolarmente caro al futebol portoghese. Prendiamo lo Sporting ad esempio. Ad un certo punto dello scorso mercato estivo si è ritrovato a dover cedere al PSG il proprio talento generazionale, e prezioso esterno sinistro a tutta fascia, Nuno Mendes. No problem, ecco pronti 8,5 milioni per il riscatto di Pedro Porro dal Manchester City, che già nella passata stagione era il titolare a destra. Ruben Amorim deve solo modificare la pendenza del proprio centrocampo a 5 e spostare la spinta e l’esuberanza che prima gli erano assicurate da Mendes sulla fascia opposta, quella già occupata da Porro. Risultato? Lo spagnolo è appena stato eletto miglior terzino destro del campionato ed a 22 anni è già uno dei più forti d’Europa in quel ruolo. Non più promettenti, più forti. Al di là di numeri quasi normali (4 gol e 4 assist, in entrambi i casi uno in meno di Grimaldo del Benfica), visto dal vivo, pur in un derby casalingo perso 2-0 dai Leões, è impressionante. Ha una facilità di corsa e un dribbling che lo rendono devastante anche contro una difesa bassa come quella del Benfica. Per caratteristiche ricorda molto Hakimi, che oggi infatti fa coppia con Nuno Mendes a Parigi.

Miglior centrocampista: Ricardo Horta (Braga)

Ricardo Horta, miglior centrocampista in Primeira Liga
Nessun centrocampista si è minimamente avvicinato ai numeri che ha fatto registrare Ricardo Horta in questa stagione di Primeira Liga (Foto: Miguel Riopa/AFP via Getty Images – OneFootball)

Per poter assegnare questo premio ad un giocatore del Braga e non ai vari Vitinha, Fábio Vieira ed Otavio de Porto, Pedro Gonçalves, Matheus Nunes e Pablo Sarabia dello Sporting e Rafa Silva del Benfica, bisogna che sia successo qualcosa di veramente sopra le righe: o il Braga è andato quantomeno in Champions o un singolo ha fatto qualcosa di incredibile. Come al solito, il Braga è arrivato dietro alle tre big in Primeira Liha. Di inconsueto ci sono invece i 18 gol di Ricardo Horta, terzo marcatore del campionato (i primi due li vedremo fra poco), primo fra i centrocampisti (dopo di lui André Franco dell’Estoril a quota 11), a cui si aggiungono anche 5 assist. Se poi contiamo anche le 4 marcature e 4 assistenze in Europa League, Ricardo Horta ha partecipato direttamente a 31 gol della sua squadra. Questi numeri impressionanti gli sono valsi la convocazione in nazionale per le partite di Nations League, 8 anni dopo la sua prima e ultima volta. Nel caso in cui ci volesse un’ennesima prova del suo stato di grazia, alla prima uscita – praticamente un (ri)esordio – contro la Spagna, non una partita qualunque quindi ma LA partita, ha segnato.

Miglior attaccante: Mehdi Taremi (Porto)

Medhi Taremi, miglior attaccante in Primeira Liga
Medhi Taremi, capocannoniere del Porto campione di Portogallo (Foto: Miguel Riopa/AFP via Getty Images – OneFootball)

Ma come non è Darwin Nuñez? Eh no. Alla fine per un centravanti quello che conta più di tutto sono i gol, non solo i gol fatti ma anche quelli fatti fare e, anche se Mehdi Taremi non è il capocannoniere della Primeira Liga, è quello che ha portato in dote alla propria squadra il maggior numero di gol. Con 20 reti e 13 assist è capocannoniere e miglior assistman (al pari di Otávio e Fábio Vieira) della squadra che ha vinto il campionato. La somma fa 33, tre in più di Nuñez. Alla fine, se pensiamo che il Porto vanta il minor numero di gol subiti e il maggior numero di gol segnati, è giusto che il miglior portiere e il miglior attaccante del campionato vestano la camisola dei Dragões.

MVP: Darwin Nuñez (Benfica)

Darwin Nuñez, MVP della Primeira Liga
Tempo di prendersi il titolo di MVP in Primeira Liga che Darwin Nuñez fa le valigie: raggiungerà Klopp a Liverpool (Foto: Carlos Costa/AFP via Getty Images – OneFootball)

Ah ecco! Per lui parlano i numeri. Anzi, più che i 26 gol in Primeira Liga e 6 in Champions, parlano i soldi: i 100 milioni di euro che il Liverpool, fra parte fissa e bonus, verserà nelle casse del Benfica. Certo, si fosse trattato di una di quelle squadre (senza fare nomi), che spendono i soldi a casaccio, 100 milioni non farebbero nemmeno tanto clamore. Il Liverpool però i soldi li spende bene l’ex 9 del Benfica non è il classico sfizio di metà giugno. Nuñez è uno dei centravanti più forti al mondo, uno fi quelli che segneranno il decennio che è appena cominciato. Se poi volessimo andare oltre ai numeri potremmo dire che Darwin è uno che segna in tutti i modi, di testa, di destro, di sinistro, di forza, di classe, di volontà: ineluttabile. È uno che fa la guerra lì davanti, anche da solo contro due, uno disposto al sacrificio, che sfrutta la profondità come pochi, che incide da qualunque zona del campo, uno che, quando parte, chi lo ferma più? Forse sarebbe stato giusto che l’MVP del torneo fosse stato un giocatore del Porto, visto che sono loro ad aver sollevato il trofeo. Sicuramente, in qualunque altra stagione lo sarebbe stato, ma non in quella che ha consacrato Darwin Nuñez.

Miglior U23: Evanilson (Porto)

Evanilson, miglior U23 in Primeira Liga
Solo Nuñez ha segnato più gol di Evanilson tra gli U23 del campionato portoghese (Foto: Miguel Riopa/AFP via Getty Images – OneFootball)

Esclusi coloro che sono stati già nominati, si intende. Evanilson è il secondo miglior attaccante U23 e il secondo miglior attaccante del Porto. Ha l’età di Nuñez ma è un anno indietro, a livello di consacrazione. Quest’anno è stata la sua prima volta con continuità ad alti livelli, con 14 gol e 4 assist e il prossimo anno ci sono ottime probabilità che rubi il posto di Taremi, se non addirittura che sostituisca Darwin, al momento dell’assegnazione dei premi di fine stagione. Il classe ’99 cresciuto nella Fluminense è un attaccante completo: fisico (183 cm, ma molto ben piazzato), agile, grintoso, molto bravo a proteggere il pallone e a giocare con la squadra, più del suo compagno di reparto. Quello che stupisce di più, però, è il suo controllo. Così se ne vedono pochi: semplice, mai arzigogolato, ma con il pallone sempre incollato al piede, il che gli consente di poter fare un tocco in meno ed anticipare il momento del tiro, rendendolo più imprevedibile sia a chi lo marca che a chi lo deve parare. A meno che il Porto non riceva offerte molto molto convincenti già quest’estate, resterà sulle rive del Douro e fra un anno il suo valore di mercato subirà un’impennata vertiginosa.

Miglior esordiente: Paulo Bernardo (Benfica)

Paulo Bernardo, miglior esordiente
Il classe 2002 Paulo Bernardo ha dimostrato di poter essere presente e futuro del Benfica (Foto: Patricia De Melo Moreira/AFP via Getty Images – OneFootball)

Era da João Felix che il Benfica Campus di Seixal, sulla riva del Tago che guarda Lisbona negli occhi, non produceva talenti di questo livello: l’attaccante dell’Atlético è un ’99, lui un 2002, quindi in pratica 3 anni. Ora che le Aguias hanno vinto la Youth League, attorno ai loro talenti c’è di nuovo hype, ma al Da Luz hanno fatto appena in tempo a crescere un regista niente male, lontano da occhi indiscreti. Paulo Bernardo fino a novembre non era niente più che la stella del Benfica B, in seconda divisione portoghese (anche se aveva già esordito in nazionale u21 a settembre con due gol consecutivi a Liechtenstein e Grecia). Poi, il 2 novembre, Jorge Jesus lo butta nella mischia nel 5-2 subito in casa del Bayern ai gironi di Champions: al 77’ prende il posto di un deludente – per tutta la stagione – João Mario. Cinque giorni dopo tocca di nuovo a lui, in un altro big match, anche se sicuramente meno complicato. Contro il Braga parte titolare. Il Benfica vince 6-1 e riscatta la figuraccia bavarese. Il 15 dicembre fa il suo primo assist, in Taça da Liga contro il Covilhã. Al primo gennaio 2022 non è più la stella della seconda squadra, ma presenza fissa nella rosa che nel frattempo è stata affidata a Nélson Vérissimo. Alla fine della stagione ha totalizzato 17 presenze in campionato, di cui 8 da titolare. Paulo Bernardo è un regista classico, gioca molto di prima e cerca spesso l’uno-due. Gioca già come se avesse una manciata di stagioni sulle spalle, sicuro nella propria metà campo (88% di passaggi riusciti per SofaScore), più audace (83%) e verticale in quella avversaria. Probabilmente già dalla prossima stagione troverà maggior spazio nelle rotazioni assieme a Weigl e al nuovo arrivato Enzo Fernandez.

Giocatore rivelazione: Pedrinho (Gil Vicente)

Pedrinho, giocatore rivelazione
Pedrinho ha trascinato il Gil Vicente alla sua prima qualificazione ad una competizione UEFA (Foto: Miguel Riopa/AFP via Getty Images – OneFootball)

Questa categoria trova il suo senso nel divario fra le prime quattro del campionato e le altre squadre, troppo ampio perché qualunque giocatore che non militi in Porto, Sporting, Benfica e Braga possa ambire ad essere eletto nelle categorie che precedono e che seguono quella presente. È però giusto raccontare anche le altre storie, quelle che sfuggono ai riflettori del calcio europeo, che già sono puntati con luce affievolita su quello portoghese.

Si può essere rivelazione a 29 anni? Sì, chiedere a Pedrinho. C’è una canzone, particolarmente in voga in Portogallo di questi tempi che si chiama Acorda, Pedrinho! Il ritornello fa così: “Acorda, Pedrinho, que hoje tem campeonato. Vem dançar comigo…” (il resto è meglio lasciarlo perdere). Tradotto: “Sveglia, Pedrinho, che oggi c’è il campionato. Vieni a ballare con me”. Ora, fra Brasile e Portogallo ci saranno un’infinità di Pedro detto Pedrinho, quindi no, la canzone non parla del nostro Pedrinho, eppure è come se lo facesse. Una mattina di agosto, dopo una manciata di stagioni al Paços de Ferreira e una in Lettonia al Riga, Pedrinho si è svegliato, ha deciso che quello che si è appena concluso sarebbe stato il suo campionato, si è alzato e ha cominciato a ballare, o meglio a far ballare i suoi compagni. Da centrocampista centrale li ha mandati in porta 14 volte (una sola in meno rispetto a Rafa Silva) e segnato un gol.  Lui, il centravanti Fran Navarro (16 gol) e l’ala sinistra Samuel Lino (già acquistato dall’Atlético Madrid in inverno) hanno condotto il Gil Vicente al quinto posto in Primeira Liga, eguagliando il miglior risultato di sempre, ottenuto dal club nel 2000, che varrà loro la prima storica partecipazione ad una coppa europea. La squadra con cui Pedrinho ha deciso di recitare la parte della miglior rivelazione del campionato non è però banale. Il Gil Vicente ha sede a Barcelós, cittadina dove ha avuto origine la leggenda del Gallo di Barcelós, divenuto poi il più importante simbolo del Portogallo, ma soprattutto il club prende il nome da colui che è considerato il padre del teatro portoghese, Gil Vicente appunto. Nemmeno in tempo di finire la sua performance che Pedrinho ha deciso di riaddormentarsi. Dal primo luglio sarà ufficialmente un giocatore dell’Ankaragükü.

Miglior attore non protagonista: Zaidu Sanusi (Porto)

Sanusi, miglior attore non protagonista
Non sempre sotto i riflettori, Zaido Sanusi si è preso tutto ciò che gli spettava nel trionfo del Da Luz (Foto: Octavio Passos/Getty Images – OneFootball)

A proposito di teatro, non poteva mancare colui che ha spento la luce, per usare un gioco di parole tanto caro ai giornalisti portoghesi: “apagou a Luz”. Qui, è necessario tonare un attimo indietro, precisamente di undici anni, ovvero all’ultima volta che, con Vilas-Boas in panchina, il Porto vinse la Primeira Liga in casa del Benfica, all’Estadio Da Luz. In quel caso, qualcuno spense le luci dello stadio e fece partire l’impianto d’irrigazione per rovinare la festa agli eterni rivali. Questa volta, nessun giochetto, il Porto è stato libero di festeggiare e a far piombare il Da Luz nell’oscurità è stato soltanto Zaidu Sanusi con il suo gol in contropiede nel recupero. Allora altro che “non protagonista”, direte. In realtà non è stato quello il gol scudetto. Il Porto era già campione. Bastava lo 0-0 ed era appena svanito l’ultimo eroico tentativo del Benfica di non subire l’umiliazione. Zaidu ha solamente anticipato il verdetto, non l’ha deciso. Anche il suo apporto non è stato quello di un protagonista, ma di un buon comprimario. Ha giocato 20 partite da titolare, vincendo il più delle volte il ballottaggio con Wendell e Manafà, e segnando 3 gol. Con lui in campo, inoltre, sono arrivate 9 delle 14 reti inviolate. Ha spento lui i riflettori su questa stagione di calcio portoghese. Ora li spegne anche su questo articolo.

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