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CALCIO ESTERO

Luis Díaz: from zero to hero

Chelsea-Liverpool, uno dei grandi classici del calcio inglese riproposto in versione “finale di League Cup“. Sono tante le possibili letture di questo match, come ad esempio la sfida tutta tedesca in panchina tra Thomas Tuchel e Jürgen Klopp, ma stavolta preferiamo concentrarci su un singolo: el Fideo Luis Díaz.

A neanche un mese dal suo approdo alla sponda rossa del Mersey, il colombiano ha già l’opportunità di scendere in campo in una partita che vale un trofeo. Ne ha già ottenuti cinque nella sua giovane carriera, ma questo avrebbe un sapore diverso: indossando la maglia del Liverpool, sotto l’arco di Wembley, in quel tempio del calcio che sembra irraggiungibile per chi come lui parte dai campi polverosi di Barrancas.

Uno su un milione

Luis Díaz è originario di Barrancas, nel dipartimento di La Guajira. Si tratta della zona più a nord della Colombia, bagnata dal Mar dei Caraibi, confinante col Venezuela e separata dal resto del paese dai rilievi della Sierra Nevada de San Marta. Da sempre terra Wayuu, la sua conformazione ha permesso alla popolazione indigena colombiana di resistere all’avanzata dei coloni. Motivo d’orgoglio e al tempo stesso di arretratezza: ad oggi La Guajira rappresenta forse l’unico vero luogo di povertà assoluta in una nazione in via di sviluppo (basti pensare ai passi in avanti fatti dalla capitale Bogotá).

In quel deserto geografico e sociale Luis Díaz non ha avuto un’infanzia facile. Il suo soprannome el Fideo – lo Spaghetto, diremmo noi in italiano – deriva proprio dal fatto che la malnutrizione lo aveva portato ad avere un corpo gracile, senza un filo di grasso e con braccia e gambe molto esili. C’era solo un modo per dimenticarsi dei problemi della vita e quel modo era giocare a calcio, rigorosamente scalzo su uno di quei campi di terra che ti fanno mangiare polvere ad ogni passo. E in questo, ovviamente, il classe 1997 era a dir poco bravo.

Caso volle che nel 2015 la CONMEBOL decise di organizzare – oltre alla tradizionale Copa América – la Copa Americana de Pueblos Indígenas, ovvero una competizione in cui si sarebbero confrontate tra loro le nazionali composte da soli indigeni. A Carlos Valderrama e John Pocillo Díaz fu affidato il compito di stilare la rosa dei Cafeteros per il torneo. Durante la spedizione a La Guajira notano un Luis Díaz 18enne che col pallone fa faville, ma fisicamente non dà garanzie. Le due leggende del calcio colombiano si prendono tutto il tempo per pensarci, poi decidono di convocarlo. A distanza di anni Pocillo confesserà:

Per un momento abbiamo pensato che sarebbe stato veramente difficile per lui dimostrarsi all’altezza: si vedeva che Lucho aveva problemi legati alla malnutrizione, era molto magro e per questo perdeva sempre i duelli. Tuttavia è riuscito ad entrare nella lista dei 26 convocati per il torneo, mettendosi alle spalle altri 400 candidati. Era rapido e tecnico, la palla gli rimaneva incollata al piede.

Fu il primo passo di Luis Díaz verso Liverpool.

Il grande salto

La Copa con la nazionale indigena, conclusa con una medaglia d’argento, è stata una bella vetrina per il talento di Luis Díaz. Tanto è vero che, di ritorno dal Cile (dove si era svolto il torneo), il ragazzo di Barrancas viene messo sotto contratto dal Barranquilla FC, squadra di seconda divisione. Il calcio professionistico gli diede una grande mano per risolvere il problema legato al fisico: lo staff Barranquilla infatti lo seguì personalmente e preparò una dieta speciale che tra le tante cose prevedeva anche la pasta a colazione, ma gli permise di mettere su 10kg e migliorare le sue performance fisiche in campo.

Il Barranquilla FC gode di buoni rapporti con l’Atletico Junior, una delle società più rinomate in Colombia. Non fu faticoso trovare l’accordo per il passaggio di Luis Díaz in Primera. In due stagioni con i rojiblancos vince un titolo di Apertura e uno di Finalización, sfiorando la Copa Sudamericana del 2018 che si accasa con il Club Athletico Paranaense dopo la lotteria dei rigori. Sono anni che confermano quanto di buono si diceva sul ragazzo Wayuu e che lo spingono verso il calcio europeo.  Durante gli ultimi mesi in Colombia il suo agente aveva raggiunto un accordo verbale con il Cardiff. Con la retrocessione dei gallesi, però, il trasferimento saltò e Luis Díaz seguì le orme dei connazionali Falcao e James Rodriguez unendosi al Porto.

Luis Díaz vs Milan (Foto Fernando Veludo - AFP via Getty Images OneFootball)
Luis Díaz sfugge a Davide Calabria in Porto-Milan, terza giornata della Champions League 2021/22 (Foto: Fernando Veludo/AFP via Getty Images – OneFootball)

Dal momento del suo arrivo in Portogallo, Luis Díaz ha iniziato un percorso di crescita che lo sta  portando ad essere uno dei migliori esterni d’attacco in circolazione. Ma agli occhi del grande pubblico la sua stella si è accesa definitivamente in occasione della Copa América 2021: pur partendo dietro nelle gerarchie, el Fideo si prende le luci della ribalta con delle fiammate da campione, come il gol capolavoro in rovesciata contro il Brasile campione in carica.

Chiude la manifestazione a quota 4 reti, capocannoniere insieme a Lionel Messi, venendo premiato come “calciatore rivelazione” del torneo. Già in quell’estate sembrava tutto apparecchiato per il trasferimento in una big mondiale; non che il Porto non sia una squadra importante, ma il colombiano era arrivato ormai a livelli superiori, di chi deve giocare ogni anno per i massimi titoli della scena calcistica. La rincorsa per il grande salto dura mezza stagione di troppo, poi ecco le sirene inglesi.

Luis Díaz-Liverpool: un matrimonio destinato a durare

Per 50 milioni di sterline (l’equivalente di 60 milioni di euro), Luis Díaz saluta il Porto e firma con il Liverpool diventando il quarto acquisto più oneroso della storia dei Reds. Negli ultimi anni a Liverpool non si ricordano molti flop dal mercato, merito di una strategia perfetta e di colpi mirati che si sposano perfettamente con le esigenze di Klopp. Anche in questo caso la mossa è incredibilmente azzeccata: il trio storico Salah-Mane-Firmino va in scadenza nel 2023 e l’acquisto di Luis Díaz serve sia a rimarcare la volontà del club di rimanere competitivo, sia a mettere i tre giocatori spalle al muro nelle negoziazioni per i rinnovi. Uno di loro più degli altri, quel Sadio Mane fresco campione d’Africa che è chiamato a prendere in fretta una decisione. In tutto ciò il Liverpool si è messo in anticipo e ha il sostituto in casa.

Le prime apparizioni in maglia rossa di Luis Díaz fanno ben sperare: ha esordito subentrando a Curtis Jones in FA Cup contro il Cardiff, risultando decisivo nell’azione del gol di Minamino; alla seconda presenza in campionato ha trovato il suo primo gol con il Liverpool, scartando un cioccolatino di Jordan Henderson e chiudendo il match col Norwich sul 3-1. Dopo un inizio del genere, le aspettative sono altissime.

Primo gol Luis Díaz (Foto Oli Scarff AFP via Getty Images OneFootball)
Luis Díaz ha trovato il suo primo gol in maglia Reds in Liverpool-Norwich 3-1 (Foto: Oli Scarff/AFP via Getty Images – OneFootball)

Chissà se prima di scendere in campo nella finalissima col Chelsea el Fideo ripenserà alla strada che ha fatto per arrivare fin lì. Quel che è certo è che Luis Díaz è il futuro del Liverpool che bussa alle porte del presente.

Autore

Viterbese classe ’99, muove i primi passi con ai piedi un pallone e, neanche a dirlo, se ne innamora. Quando il calcio giocato smette di dare speranze, ci pensa giornalismo sportivo a farlo sognare. E se si fosse trattato di campo, essere riserva di lusso lo avrebbe fatto rosicare… alla tastiera non potrà che essere un valore aggiunto.

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