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CALCIO ESTERO

L’incomprensibile semestre del Lille

Dopo la conquista di un titolo francese che rimarrà nella storia, le incognite inerenti a quello che sarebbe stato il cammino del Lille Olympique Sporting Club da campione in carica erano tante. Gli interrogativi non riguardavano solo il lato sportivo, ma anche quello dirigenziale. Il primo aveva una doppia causa: l’addio di Christophe Galtier ed il presunto “esodo” di talenti che avrebbero lasciato la città del Beffroi. Il secondo era invece incentrato sul cambio di rotta iniziato nel dicembre 2020, quello che aveva portato Olivier Létang a diventare presidente del club dopo Gérard Lopez. A sei mesi di distanza, fra traguardi storici e scelte discutibili, risulta ancora faticoso valutare il nuovo LOSC per poterne delineare il percorso futuro. Viaggio tra le mille sorprese che Les Dogues potrebbero regalarci in questa stagione.

L’arrivo di Jocelyn Gourvennec ed un nuovo titolo

Dopo quaranta giorni di festeggiamenti e lodi, Lille si risveglia il 5 luglio con l’annuncio del nuovo allenatore. Un annuncio che si rivelerà tutto tranne che prevedibile. Con l’addio di Christophe Galtier, il Lille aveva le carte in regola per puntare a qualche pezzo grosso della panchina, ad un allenatore capace di gestire con carisma un gruppo che iniziava ad avere le sue stelle. Si facevano nomi ambiziosi, da Laurent Blanc a Claudio Ranieri che la Ligue 1 la conosceva dopo un’esperienza nel Nantes nel 2017-2018.

Non sarà nulla di tutto ciò perché il LOSC opterà per Jocelyn Gourvennec, un nome sconosciuto ai più. L’allenatore bretone, grande artefice della scalata del piccolo Guingamp – promozione in Ligue 1 nel 2013, una coppa di Francia vinta nel 2014 – era lontano dalle panchine dal 2019, anno in cui da subentrato nel ritorno a Guingamp non era riuscito a salvare il club dalla retrocessione in Ligue 2. In più, nel suo curriculum vi era poco altro se non un sesto posto con il Bordeaux nel 2017. Insomma, in pochi pensavano a lui, ma la stima che la dirigenza nutriva nei suoi confronti è stata tale da percorrere con fermezza questa scelta.

I dubbi vengono in parte subissati dalle tanti voci di mercato riguardanti i talenti dell’organico: concretamente però, saranno in pochi a muoversi e l’organico rimarrà fondamentalmente lo stesso. Tanto che il Lille andrà a vincere, il 1 Agosto 2021, il Trophée des Champions proprio contro i parigini per 1-0, rompendo un filotto di otto vittorie consecutive del PSG. La gran botta da fuori di Xeka permetterà al nuovo staff di iniziare con il piede giusto la nuova avventura. I campioni di Francia sembrano aver intrapreso un nuovo cammino senza però rimescolare tutto, come lo stesso Gourvennec affermava durante la presentazione. Entrare in punta di piedi, mantenere gli equilibri prestabiliti perfettamente nel triennio precedente e cambiare pian piano le cose a seconda della propria visione del calcio.

Le difficoltà in campionato del Lille

La calma apparente dura 31 minuti, quelli che il 8 Agosto 2021 vedranno il Lille in vantaggio per 0-1 sul Metz nella prima giornata di campionato. Realizzazione ottenuta con uno dei suoi marchi di fabbrica, il gol su palla inattiva, del difensore Sven Botman, altra pepita del club. Dopo il pareggio di Fabien Centonze al minuto 31, la partita sarà un susseguirsi di emozioni e finirà poi 3-3. Il Lille otterrà il pareggio dopo esser stato sotto per 1-3 e metterà a nudo i primi difetti di squadra. Mancanza di concentrazione in alcuni frangenti, poco cambiamento con il passato, gioco a sprazzi. Le difficoltà proseguiranno inesorabilmente: al ritorno al Pierre Mauroy da campioni, dove sarà il Nizza di Galtier ad asfissiare la sua ex squadra andando a vincere 0-4.

Il LOSC continuerà a sfornare partite dalla corrente alternata, in cui la bravura nello sbloccare gli incontri si imbatterà nell’incapacità di mantenere il risultato. In altri frangenti invece sarà l’impossibilità di segnare il vero tallone d’Achille, non accompagnata questa volta da una difesa che al contrario mostra falle mai viste prima. I tanti dubbi riguardano l’atteggiamento della squadra in campionato, un certo marginalismo verso l’allenatore e l’ambizione di voler vedere qualcosa di nuovo. I campioni continuano con il 4-4-2 che fu credo vittorioso di Galtier, ma piuttosto che velocizzare meccanismi ben noti dagli interpreti (ripartenza, gioco sulle fasce, difesa ermetica) sembrano quasi giocare a memoria senza una guida, a ritmi ben più contenuti. Come può lo stesso organico mostrare un viso così diverso rispetto a qualche mese prima?

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Un inizio complicato per Burak e compagni. (Foto: Julian Finney/Getty Images  One Football)

Mentre i #GourvennecOut sui social si moltiplicano, i mastini restano in vita in una Ligue 1 spettacolare ed estremamente equilibrata nella parte alta grazie soprattutto a due filotti positivi. Quello a cavallo tra settembre ed ottobre (3 vittorie consecutive con Reims, Strasburgo e Marsiglia) ed il ben più recente doppio colpo, prima a Rennes (1-2 il 1 Dicembre) e poi in casa contro il Troyes 2-1 nel weekend successivo. Parlando in termini meno tangibili, al Lille sembra girare tutto male quando il fato potrebbe fare il suo, come se la squadra dovesse saldare i suoi debiti con la fortuna.

Tali mancanze girano attorno alla stagione di Burak Yilmaz, meno ispirata di quella precedente. Ecco che partite come il derby contro il Lens – finito 1-0 il 18 settembre – o la rimonta del PSG 2-1 al Parco dei Principi diventano un macigno come il mito di Sisifo. Piccola parentesi: nella squadra di Gourvennec si era comunque intravisto un atteggiamento ben diverso nei match di cartello, partite in cui il LOSC aveva fatto rivedere quanto di buono proposto lo scorso anno come intensità, velocità in ripartenza e matrimonio d’intenti tra gli undici in campo. E se ai gol in campionato di Burak Yilmaz si sostituiscono quelli di un Jonathan David (11) trascinante ed ispiratissimo da inizio 2021, l’orizzonte non appariva così offuscato.

L’epopea di Champions League

Con queste premesse, in quanti avrebbero creduto ad un Lille capolista nel gruppo G di Champions League? Visti i sorteggi di agosto, con Wolfsburg, Siviglia e Salisburgo i margini di manovra apparivano evidenti ma non scontati. A ciò bisogna aggiungere quella sfortuna quasi romanzata che colpisce anche in Europa: durante la prima partita del girone, in un periodo di per sé complicato in Ligue 1, i mastini restano bloccati sullo 0-0 contro un Wolfsburg non irresistibile e si vedono annullare un gol nel finale in maniera dubbiosa per un pallone uscito a fondo campo.

La sconfitta di Salisburgo ed un soporifero pareggio in casa contro il Siviglia non fanno che rincarare la dose, con un Gourvennec sempre più in crisi. In entrambe le partite casalinghe, nonostante le difficoltà della squadra, i cambi sono giunti sempre dopo il minuto 70, a riprova di come il coach bretone si sentisse sotto pressione e non avesse tranquillità nel rimescolare le carte.

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Le espressioni dopo il pareggio con il Siviglia (Foto: Denis Doyle/Getty Images – OneFootball)

La forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni.

Rafael Nadal

Nella stessa terra di Nadal è proprio uno sblocco mentale a dare il là alla cavalcata del Lille. La vittoria del Ramón Sánchez-Pizjuán, ottenuta con una rimonta 1-2 ai danni del Siviglia, è la chiave di volta di tutto. In una delle classiche serate andaluse in cui il tepore non ha ancora fatto spazio al fresco, il 2 novembre 2021, i campioni di Francia ribaltano la situazione dopo un gol di Lucas Ocampos grazie ad un rigore di Jonathan David a fine primo tempo e ad una ripartenza impetuosa che termina con un gol di Jonathan Ikoné ad inizio della ripresa. Senza il fallo lontano dalla palla di Thomas Delaney su Jonathan Bamba al minuto 42, staremmo sicuramente raccontando di un’altra storia.

Le due vittorie che seguiranno rappresenteranno il ritorno dello spirito lillois della stagione precedente. Contro il Salisburgo il trionfo non è plateale ma si rivela efficace: 1-0 e schemi difensivi ermetici che impediscono all’avversario di rendersi minaccioso. Mentre a Wolfsburg l’arma vincente è del resto la migliore della squadra, con ripartenze veloci che mettono a ferro e fuoco il reparto arretrato dei tedeschi. Match importante non solo per il sontuoso 1-3 che qualifica il Lille come primo, ma anche per la lezione tattica di Jocelyn Gourvennec, che in emergenza a centrocampo inizia la sfida con un terzino sinistro – il neo arrivato Gabriel Gudmundsson – al posto dello squalificato Jonathan Bamba.

Il nuovo che si aggiunge ed amalgama al vecchio facendo “prendere la maionese“, come usano dire i transalpini. Alla presenza di Gudmundsson si aggiungeranno gli ingressi vincenti di Amadou Onana – la palla rubata per il secondo gol è sua – e di Angel Gomes – 1 gol e 1 assist in 22 minuti – due nuovi acquisti dalle ampie prospettive. Et voilà che il Lille si qualifica primo sedendosi al tavolo con le grandi sedici del continente per la seconda volta nella sua storia – la prima fu nella stagione 2006/2007 sotto la guida di Claude Puel.

E adesso cosa aspettarsi dal Lille?

In francese esiste un tempo verbale che riassume esattamente il momento del Lille: il futur proche. Si tratta del corrispettivo di “stare+per” italiano: insomma, programmare qualcosa nel breve. Il breve si chiama Lione quest’oggi, in una sfida chiave per risalire la china in campionato, in cui l’11^ posto non fa di certo giustizia a quanto visto sino ad ora. Fare pronostici più lunghi risulta davvero impossibile. Da una parte l’urna di Nyon potrebbe regalare un confronto alla portata ed un sogno storico di raggiungere i quarti, dall’altra c’è la necessità di confermare le ottime prestazioni europee anche in campionato.

Gourvennec è entrato nella storia del club nonostante le critiche ricevute, Olivier Létang è stato invece premiato da Tuttosport come miglior presidente dell’anno. Un aspetto confermato anche dal punto di vista societario. Il Lille ha infatti superato entrambi i controlli della Direction Nationale du Contrôle de Gestion, migliorando la propria situazione economica grazie ad un’oculata gestione ed un abbassamento dei salari. Se da una parte il club continua a vivere di rendita dopo le grandi operazioni di mercato dell’ex direttore sportivo Luis Campos, dall’altra gli incassi dovuti alla qualificazione agli ottavi, circa 20 milioni di euro, potrebbero significare un’altra sessione di mercato senza vendite importanti. In questo marasma di eventi, il LOSC sembra davvero aver intrapreso il cammino post-Galtier che ci si aspettava da tempo. Per farlo ha usato gli stessi ingredienti di sempre: mordere quando aveva più paura, come cita il motto des Dogues.

 

 

Autore

Nato in Italia, girovago per studi tra Francia e Spagna, poi Argentina per passione: scrivo per amore innato verso questo sport e per la necessità di esprimermi condividendo le mie idee. Amo raccontare storie particolari e poco conosciute, da quelle legate al calcio francese o agli angoli più remoti dei confini argentini.

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