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Dalla periferia del rettangolo verde al centro del gioco, nel cuore pulsante del campo: una mutazione calcistica, quella di Rodrigo De Paul a Udine, che va di pari passo con l’attesa e definitiva maturazione del calciatore. Un doppio processo definitivamente completato in questa stagione di Serie A appena conclusasi, che ci ha mostrato la miglior versione del talento argentino. La versione più continua, più qualitativa, più solida e più matura: ora Rodrigo merita la chiamata di un top club, per giocare stabilmente e finalmente, a ventisette anni, nei palcoscenici più rinomati del calcio.

Io i 36 gol di Higuain li ricordo tutti. Dal primo all’ultimo. Facendo un sforzo riesco a vederli scorrere nella mia mente in ordine cronologico: la doppietta con la Sampdoria, poi quella contro la Lazio e poi i gol vittoria contro Juventus e Fiorentina. Fino al 36esimo, l’ultimo dei tre realizzati nella notte in cui anche il cielo, con un diluvio interminabile, voleva ritagliarsi un ruolo nella scenografia. Di quella notte l’istantanea che resta è la rovesciata (o chiamatela come vi pare) con cui Gonzalo Higuain rese iconico un momento che già di per sé lo avrebbe consegnato alla storia.

Un traguardo inatteso, insperato ad inizio stagione, ma con il passare delle giornate sempre più andato tramutandosi da sogno an obiettivo realmente raggiungibile. Un traguardo che ha posto la parola fine su un’attesa lunga ed estenuante, a tratti incredibilmente dolorosa per il popolo salernitano, durata ben 23 anni, che agli occhi di chi l’ha vissuta sarà apparsa lunga un secolo. Ma ora lo sguardo non può che volgere al futuro, perché la Salernitana è finalmente tornata in Serie A.

Esattamente un girone fa, il Napoli toccava uno dei punti più bassi in stagione perdendo in casa per 1-2 con lo Spezia, capace oltretutto di rimontare in quella partita nonostante l’uomo in meno. Di lì a poco avrebbero preso il via le varie polemiche che per più di un mese hanno finito con il toccare un po’ tutti gli aspetti dell’ambiente partenopeo, ma con (ovviamente) sempre al centro lo scontro tra allenatore e presidente. Da quel momento ad oggi le cose si sono evolute in maniera decisamente positiva e, con un posto in Champions League ancora da conquistare, sono ancora molte le cose che – anche a partire dall’estate – potrebbero cambiare in casa Napoli.

L’11 settembre 2011, Torino tira su le coperte e accoglie una nuova giornata. Un sabato diverso dal solito, nella porzione di città tinta di bianconero. Passano le ore e all’ora di pranzo Stephan Lichtsteiner, Simone Pepe, Arturo Vidal e Claudio Marchisio apparecchiano la tavola per il primo picnic sul prato dello Juventus Stadium. Al 90′, però, quando le posate erano già nel cestino di vimini, pronte per una nuova vita culinaria una volta risciacquate, Marco Dejana urla: “Ha segnato il numero 10, Giovinco.

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