fbpx Riserva Di Lusso
COPPE UEL

Nomi e storie dall’Europa League

I personaggi e le storie che rendono affascinante l'Europa League

Dalla nascita della Conference League, l’Europa League ha visto il suo status crescere. Il restyling messo in piedi dalla UEFA ha nobilitato la seconda coppa europea rendendola più difficile, più intensa, con nomi più glamour e, in generale, più elitaria. È inevitabile, se vuoi vendere meglio i tuoi prodotti devi migliorarne la qualità e se da un lato l’Europa League si è pulita e vestita bene, dall’altro ha perso una parte di quel fascino misterioso che portavano le squadre di paesi idealmente lontani. La UEFA ha voluto togliere l’anima europea dall’Europa League, e forse ci è anche riuscita, ma non ha tolto il fascino profondo della competizione. Pur avendo tolto le squadre dall’Europa League, la UEFA non ha tolto l’Europa League dalle squadre.

Gruppo A (Arsenal – PSV – Bodo/Glimt – Zurigo)

Il Gruppo A dell’Europa League è forse più simile a un gruppo di Champions League. La prima fascia spetta all’Arsenal, la cui storia è forse il motivo per cui si trova in Europa League e non in Champions. Lo psicodramma che si aspettava a inizio stagione – con 9 gol presi in tre partite – si è materializzato in modo subdolo alla fine. Il crollo fisico di un Arsenal senza ricambi ha premiato il rampante Tottenham di Conte, uscito trionfante in un derby segnato, in negativo, da un giocatore discretamente Europa League come l’ex interista Cedric Soares, da allora dimenticato da Arteta ma, purtroppo, non dai tifosi.

La seconda fascia prevede il PSV, sconfitto nel play-off in Champions League dai Rangers. Ad alleviare la tristezza nel grigio Brabante è tornato, però, uno dei giocatori più Europa League di sempre: Luuk de Jong. Nei tre anni lontano da Eindhoven, LdJ ha giocato a Siviglia – forse la squadra Europa League – e ha dominato anche la finale del 2020. Serviva una legittimazione ed è prontamente arrivata. In questi anni de Jong ha trovato anche il tempo di giocare nel Barcellona ma non sappiamo quanto sia onorevole per un giocatore Europa League.

Luuk de Jong nel play-off contro i Rangers. Il PSV perderà, finendo in Europa League
Luuk De Jong se fosse una scultura di Michelangelo (Photo: Olaf Kraak / ANP / AFP via Getty Images – OneFootball)

Vicino a lui è tornato in Olanda anche Anwar El Ghazi, reduce da tre anni positivi all’Aston Villa e da sei mesi terribili all’Everton. El Ghazi non ha mai mantenuto l’hype che aveva addosso – come tanti di quell’Ajax – ma non si può dire che non abbia avuto una buona carriera. L’hype di questa squadra sembra, però, concentrato su Xavi Simons, classe 2003 considerato, sin dalla sua primissima gioventù, la next big thing del calcio mondiale. Forse a ragione visto che ha segnato 6 gol nelle sue prime 5 partite di Eredivisie.

L’Europa League poggia, però, su figure come quella di Boy Waterman, il 38enne portiere del PSV. Waterman gioca da oltre vent’anni, metà di questi passati in giro per l’Olanda. Nel 2012 gioca stabilmente proprio nel PSV – tra gli altri di Dries Mertens e Kevin Strootman – ma già dopo un anno si trova in Turchia al Kardemir Karabukspor. Nel 2015 passa all’APOEL di Nicosia dove resta fino al 2020. Il Mediterraneo gli piace: fa altri due anni all’OFI Creta prima di tornare a casa. Ora è di nuovo al PSV, dieci anni dopo l’ultima volta, forse per chiudere definitivamente la sua carriera.

Boy Waterman durante Real Madrid-APOEL, passato anche per la Champions prima della Europa League
Il nostro eroe ha giocato anche al Bernabeu (Photo: GABRIEL BOUYS/AFP via Getty Images – OneFootball)

Quella di Waterman è una storia apparentemente minore come quella del Bodø/Glimt. I norvegesi, fino al 2018 erano una realtà minore del calcio norvegese e in un paio di anni sono diventati i dominatori dell’Eliteserien. Nel 2020 stravincono il campionato – con 81 punti e 103 gol segnati in 30 partite – e riescono a mettere in difficoltà il Milan in un preliminare di Europa League. Nel 2021 ripetono il successo nazionale e diventano la nemesi della Roma, con l’assurda vittoria per 6-1 da cui è, di fatto, nata una bizzarra rivalità tra le due tifoserie.

Dal Bodo/Glimt escono regolarmente giocatori molto interessanti e, infatti, della squadra che ha inflitto i sei gol alla Roma non resta quasi nulla se non Ola Solbakken, forse il talento più raffinato di questa squadra. Anche Solbakken sembra, però, destinato a lasciare, è in scadenza a dicembre e, sorprendentemente, la Roma lo vorrebbe. Una trama enemies-to-lovers che fa molto Europa League.

A chiudere un girone molto bello c’è lo Zurigo, che ha rotto il dominio dello Young Boys in Svizzera ed è tornato in Europa con in campo una figura mitologica del calcio italiano anni ’10 quale Blerim Dzemaili. Se vi foste distratti, negli ultimi cinque anni vi siete persi: il suo addio al Bologna, un trasferimento in Cina a gennaio 2020 – ovviamente senza mai giocare – e il ritorno nella sua Zurigo a dicembre 2020. Ora ha 36 anni e, probabilmente, presto si ritirerà. Altrettanto mitologica è la figura di Ivan Santini, centravanti croato con una incredibile carriera in giro per l’Europa. Ha segnato due gol preliminari giocati dallo Zurigo: in Champions, inutile, contro il Qarabag e in Europa League, un po’ meno inutile, contro il Linfield.

Gruppo B (Dynamo Kiev – Rennes – Fenerbahçe – AEK Larnaca)

Il gruppo B è quello dell’unica squadra ucraina di questa Europa League: la Dynamo Kyiv di Mircea Lucescu. Inevitabilmente l’invasione russa ha fatto andare via quasi tutti gli stranieri. “Quasi” perché Lucescu ha deciso, con grande coraggio di restare a Kyiv. L’eterno tecnico romeno, nei primi giorni di guerra, è stato in prima fila per aiutare l’evacuazione dei giocatori stranieri dalla capitale. Inevitabilmente, molti di questi non hanno più fatto ritorno in Ucraina, tranne alcuni giovani e il polacco Tomasz Kędziora, ormai figura chiave della Dynamo. In Europa la squadra giocherà sempre in Polonia mentre, da qualche settimana, il campionato in Ucraina è ripartito, nonostante i bombardamenti, e la Dynamo ha perso tutte le partite. Un inizio molto particolare.

A portare il buonumore c’è però il Fenerbahçe, la seconda forza dell’ultima Süper Lig. Lo sapete già: la Süper Lig da anni raccoglie materiale umano di dubbio valore dai campionati più importanti. Il Fener, però, ha deciso di calcare la mano: il reparto offensivo della squadra gialloblu può contare su una pletora di talenti Süper Lig come Michy Batshuayi, Enner Valencia e Joshua King, ulteriormente rinforzato dalla presenza di João Pedro. Dietro di loro figurano due grandi incompiuti come il portoghese Bruma e la promessa mai mantenuta di Emre Mor – appena arrivato dal Fatih Karagümrük – insieme all’ex Empoli Miha Zajc. Nel reparto difensivo troviamo il macedone Ezgjan Alioski – in passato pretoriano di Bielsa a Leeds – e l’ex promessa della nazionale uruguagia Mauricio Lemos, che abbiamo visto soffrire a Sassuolo. A guidare il tutto, a sorpresa. c’è Jorge Jesus.

Batshuayi in un'amichevole con il Chelsea
L’ultima partita di Batshuayi per il Chelsea risale a poco più di un mese fa (Photo: Ethan Miller/Getty Images – OneFootball)

Tra le favorite del passaggio per il turno c’è il Rennes. Questa è la squadra dei grandi talenti come Doku, Sulemana e Gouiri, ma anche dell’ex Bologna Arthur Theate e di un grande abbaglio del Tottenham come Joe Rodon. Anche in porta i nomi interessanti non mancano: il titolare sarà probabilmente l’italo-senegalese Alfred Gomis, passato per Torino e SPAL; in panchina, invece, siede Steve Mandanda, andato via dall’OM dopo quindici anni interrotti da un passaggio al Crystal Palace.

Pur avendo l’aspetto della squadra materasso, i ciprioti dell’AEK sono arrivati in Europa League facendo cadere il Dnipro-1 – erede del Dnipro, finalista nel 2015 e fallito nel 2019 – e il Partizan. Cipro è una meta molto cercata dai calciatori in declino e lo dimostra la presenza dell’ex Malaga Roberto Rosales ma soprattutto di Nenad Tomovic, storico incubo dei tifosi della Fiorentina.

Gruppo C (Roma – Ludogorets – Betis – HJK)

Il Gruppo C è il gruppo della Roma ma questo ora non ci interessa. Il Gruppo C è soprattutto il gruppo del Ludogorets dell’ex Cagliari Kiril Despodov ma anche del ghanese Bernard Tekpetey, passato dallo Schalke.

Nonostante la terza fascia il Betis è, credibilmente, la vera contender per il primo posto. Il Glorioso si è qualificato grazie alla vittoria in Copa del Rey ed è ancora in mano a un inossidabile Manuel Pellegrini. L’ingegnere può contare su una linea difensiva presidiata dal cileno Claudio Bravo e che davanti può schierare due meteore della Serie A quali Martin Montoya e Victor Ruiz. Seriamente parlando, il leader difensivo è l’ex capitano della Fiorentina German Pezzella e, vicino a lui, troverà spazio l’ex laziale Luiz Felipe. Tra i centrocampisti figurano ancora William Carvalho e Andrés Guardado ma soprattutto un infinito Joaquin, ormai quarantenne. Inevitabilmente il giocatore di riferimento resta il francese Nabil Fekir.

Marcelo, Joaquin, German Pezzella ed Eder Militao durante Real Madrid-Betis
Rara foto di Joaquin che cerca di convincere Marcelo a giocare in Europa League: ci riuscirà (Photo: Angel Martinez/Getty Images – OneFootball)

La quantità di provincia italiana che si può trovare nei finlandesi dell’HJK è sorprendente. I campioni di Finlandia possono contare su un eterno Perparim Hetemaj, leggenda del Chievo e con un ultimo biennio passato tra Benevento e Reggina. Sorprendentemente, però, Hetemaj non è l’unica conoscenza del calcio italiano visto che a guidare l’attacco c’è Roope Riski, sceso in campo una volta con il Cesena un decennio fa. Degna di nota è anche la presenza di un giocatore della Papua Nuova Guinea come David Browne. Come sia finito lì non è dato saperlo.

Gruppo D (Braga – Malmö – Union Berlino – Saint Gilloise)

Il Gruppo D dell’Europa League ha ben due squadre che hanno la parola Union nel nome. Entrambe sono reduci da campionati straordinari: l’Union Saint Gilloise ha sfiorato il titolo in Belgio, dominando la stagione regolare e cedendo al Club Brugge solo nel girone finale, mentre l’Union Berlin ha chiuso al quinto posto l’ultima Bundesliga, raccogliendo, per dire, 15 punti più dei campioni uscenti dell’Eintracht.

L’Union Saint Gilloise non ha mai avuto grandi nomi nelle sue file e di fatto agisce da squadra B per il Brighton, con cui condivide la proprietà. Nonostante ciò, il nome forse più stupefacente è quello di José Rodriguez, cresciuto nelle giovanili del Real e poi mandato a spasso tra Europa e Asia. Per lui si segnalano esperienze con: Galatasaray, Mainz, Fortuna Sittard, Maccabi Tel Aviv e Maccabi Haifa. Non male per un ventottenne.

La stori dell’Union è abbastanza famosa – soprattutto in quanto squadra di Berlino Est – ma potreste esservi persi il loro acquisto più interessante: Morten Thorsby. In un’intervista al Guardian, l’ex doriano ha raccontato di venir definito “Greta Thunberg del calcio” per il suo impegno sui temi del cambiamento climatico. Ad affiancarlo in campo c’è spesso Rani Khedira, fratello minore di Sami.

Il gruppo D è anche quello del Malmö di un altro ex del Chievo come Anders Christiansen ma anche di due leggende del calcio nordico come il finlandese Niklas Moisander, che potreste ricordare con Sampdoria e Ajax, e lo svedese Ola Toivonen, tornato a casa nel 2020 dopo quasi quindici anni in giro per l’Europa e con anche un’esperienza a Melbourne.

A dominare questo girone ci aspettiamo, però, il Braga e il suo incredibile stadio senza una tribuna. Sul mercato lo Sporting si è assicurato il wonderkid messicano Diego Lainez, accolto in estate con un entusiasmo simile a quello di Dybala a Roma, mentre in rosa hanno, ancora, l’ex talento del Barcellona Abel Ruiz. Decisamente meno glamour è, invece, Iuri Medeiros, che potreste ricordare con il Genoa.

 

Gruppo E (Manchester Utd – Real Sociedad – Sheriff – Omonia)

Nel 2021 il Manchester United ha giocato una delle più brutte finali di Europa League della storia, perdendola pur partendo come netta favorita. La storia di questa squadra è quella, inevitabilmente di Cristiano Ronaldo. Per il portoghese, infatti, l’ultima partecipazione in una coppa diversa dalla Champions risale a una doppia sfida di Coppa Uefa dell’ottobre 2002, in cui, appena diciassettenne, aveva preso all’eliminazione del suo Sporting per mano del Partizan. In quella partita figurano anche un giovane Ricardo Quaresma e il bielorusso Vitali Kutuzov, a cui Cristiano serve un assist per il momentaneo 2-0 dello Sporting.

Cristiano Ronaldo si dispera con la maglia del Manchester, probabilmente anche per via della Europa League
A nulla sono serviti gli strenui tentativi di evadere al fato, l’Europa League è arrivata anche per Mr. Champions League (Foto: Oli Scarff/Getty Images – OneFootball)

Insieme allo United, a cannibalizzare sul Gruppo E c’è la Real Sociedad, che in estate ha perso Alexander Isak ma che ha optato per sostituirlo con l’ex romanista Umar Sadiq, definito da Daniele Manusia un “uomo fatto di fiammiferi”. Sadiq ha girato molto per trovare la sua dimensione fino a rompere la Segunda Division con 18 gol. A San Sebastian troverà David Silva, una coppia che in passato probabilmente non vi sareste mai immaginati.

Ma il resto del gruppo? Dalla terza fascia è arrivato lo Sheriff Tiraspol che, però, non giocherà più in quel surreale angolo di mondo che è la Transnistria ma dovrà spostarsi a Chisinau per la presenza di truppe russe nel territorio di Tiraspol. Dallo Sheriff sono andati via molti giocatori che hanno disputato la scorsa Champions League ma, nel frattempo, è arrivato Felipe Vizeu, attaccante brasiliano passato da Udine in un misterioso giro che comprende la Cecenia, il Brasile e Yokohama.

A chiudere il pacchetto è l’Omonia, squadra di Nicosia che come l’altra cipriota ha raccolto scarti da tutta Europa. Da marzo la squadra è in mano al nordirlandese Neil Lennon, che potreste aver sentito soprattutto al Celtic. Poco dopo di lui a Nicosia sono arrivati Gary Hooper e Adam Matthews, dimenticabili giocatori del suo primo Celtic. I due britannici si uniscono a un inglese, Brandon Barker, ma anche al giramondo americano Mix Diskerud, passato per le mani del City Football Group. Tra gli altri, il comoriano Fouad Bachirou ma soprattutto a Tim Matavz, gigantesco attaccante sloveno che potreste ricordare per una tripletta al Napoli nel 2012 con il PSV e un surreale passaggio al Genoa nel 2016. Per la quota nomi buffi: nel preliminare con il Gent ha segnato, all’andata e al ritorno, il centrocampista Charalambos Charalambous. Reiterativo.

Dainelli contrasta Matavz durante Chievo-Genoa
Dainelli che anticipa Matavz ma è un quadro rinascimentale (Photo: Marco Luzzani/Getty Images – OneFootball)

Gruppo F (Lazio – Feynoord – Midtjylland – Sturm Graz)

Il Gruppo F è quello della Lazio, ormai una certezza dell’Europa League. La squadra biancoceleste, infatti, è quarta nel ranking storico della coppa e con una buona performance potrebbe salire fino al secondo posto, dietro solo al Villarreal. Decidete voi se questa è una squadra Europa League.

La seconda fascia del sorteggio ha portato in dote il Feyenoord. Gli olandesi hanno raggiunto la finale dell’ultima Conference ma sul mercato ha perso quasi tutti i suoi migliori giocatori. Cosa resta quindi? L’iraniano Alireza Jahanbakhsh, un giocatore dal nome altisonante e dalla lunga carriera in Europa ma anche il marocchino Oussama Idrissi, tornato in Olanda dopo essere stato scartato dal Siviglia.

Ciò che sorprende, però, è la presenza di ben due giocatori passati dalla Fiorentina: lo slovacco David Hancko e il danese Jacob Rasmussen. Il primo, preso nel 2016 dalla Viola, è stato ripetutamente mandato allo Sparta Praga, da cui il Feyenoord lo ha acquistato dopo la cessione di Senesi. Rasmussen, invece, è ancora di proprietà della Fiorentina, che lo ha preso dall’Empoli nel 2018 per poi mandarlo in prestito, prima allo stesso Empoli, poi al Vitesse e, infine, al Feyenoord. A fine stagione tornerà a Firenze, auguri.

David Hancko presentato alla stampa dopo il passaggio al Feyenoord
David Hancko è esattamente come potreste aspettarvi un giocatore medio (Photo by Koen van Weel / ANP / AFP via Getty Images – OneFootball)

Dalla terza fascia, invece, è arrivato il Midtjylland, una squadra a cui siamo abituati ma ancora molto particolare. È nata nel 1999 e da qualche anno è una presenza fissa nelle competizioni europee. Il suo proprietario, Matthew Benham, controlla anche il Brentford – in cui ha portato un’enormità di danesi – e usa il Midtjylland come reparto di sviluppo. In panchina, sorprendentemente, c’è un allenatore spagnolo, Albert Capellas. In campo, invece, diversi brasiliani, tra cui il quotatissimo Evander, un esterno belga, Dion Cools, che ha scelto di giocare con la nazionale malaysiana, e soprattutto Pione Sisto.

Se vi foste persi la sua storia, Pione Sisto è tornato in Danimarca due anni fa, quando nel marzo 2020, in pieno lockdown, è scappato da Vigo con la sua macchina e ha viaggiato per quasi tremila chilometri, attraverso cinque paesi, per tornare in Danimarca. Il Celta lo ha multato per 60mila euro per poi cederlo al Midtjylland in estate. Neanche in patria sta andando benissimo ma, come detto da lui: “ci sarà sempre pressione quando sei Pione”. Intanto, ha trovato il tempo di segnare un (inutile) rigore col cucchiaio al Da Luz.

La quarta squadra di questo gruppo è lo Sturm Graz. Nello Sturm l’attacco è affidato ad Albian Ajeti, attaccante svizzero passato da due esperienze spiacevoli con West Ham e Celtic. Potreste avere memoria del fratello, Arlind Ajeti, attualmente a spasso in Serie C dopo anche dei passaggi in A con Frosinone e Torino. In Serie A (e anche B), nella scorsa stagione, è passato anche David Schnegg. Se non ve lo ricordate con la maglia del Venezia o del Crotone, non stupitevi.

Gruppo G (Olympiacos – Qarabağ – Friburgo – Nantes)

Il Gruppo G è forse il gruppo più Europa League dell’Europa League e la voce grossa dovrebbe farla l’Olympiacos. Con il ritorno in Premier League del Nottingham Forest, sulla ribalta è salito Evangelos Marinakis, una figura torbida della politica e dello sport greci. Il Forest ha comprato venti giocatori, l’Olympiacos molti meno ma potete trovarci un fil rouge.

L’Olympiacos è il Real Madrid del calcio decadente: nei campioni di Grecia è facile vedere in campo il portiere ceco Tomas Vaclik e l’ex romanista Kostas Manolas. In panchina non si fatica a trovare l’ex interista Yann M’Vila o il suo connazionale Mathieu Valbuena, ormai membri storici della squadra. L’ultimo mercato ha portato al Pireo, tra gli altri, Marcelo, il croato Sime Vrsaljko e la meteora del Verona Panagiotis Retsos.

Una delle storie più interessanti riguarda, però, quella di Aboubakar Kamara. Salito alla ribalta durante la sua permanenza al Fulham, quando Ranieri dichiarò di lui che “avrebbe voluto ucciderlo” per aver sottratto a Mitrovic un rigore, poi sbagliato, contro l’Huddersfield. Verrà ceduto in Turchia qualche giorno dopo.

Kamara e Mitrovic discutono prima di tirare un rigore durante Fulham-Huddersfield
Pochi secondi prima del dramma (Photo by Clive Rose/Getty Images – OneFootball)

Nel Gruppo G c’è inoltre il Nantes dell’ex portiere della Fiorentina Alban Lafont ma anche di Fabio Pereira Da Silva. Probabilmente lo ricorderete in un pacchetto con il fratello Rafael. In estate, a Nantes è arrivato anche il francese Moussa Sissoko, reduce da una brutta stagione al Watford dopo diversi anni al Tottenham.

L’altra tedesca che prenderà parte all’Europa League è il Friburgo di Christian Streich, sorpresa della Bundesliga e che può contare su Vincenzo Grifo ma anche su Mathias Ginter, fresco di ritorno dopo dieci anni tra Borussia Dortmund e Mönchengladbach. Insieme a Grifo, in attacco, c’è Roland Sallai, ungherese passato da Palermo cinque anni fa.

Una presenza fissa delle competizioni europee è, come al solito, il Qarabag. Quest’anno gli azeri offrono pochi spunti se non nel colombiano Kevin Medina. Cosa può spingere un colombiano ad andare in Azerbaigian?

Gruppo H (Stella Rossa – Monaco – Ferencvaros – Trabzonspor)

L’ultimo gruppo di questa edizione è quello del Monaco. In estate sono arrivati nel principato Breel Embolo e Takumi Minamino, mentre tra i titolari resiste ancora il trentaduenne Wissam Ben Yedder.

Il Monaco sarebbe in seconda fascia perché la prima appartiene alla Stella Rossa. I campioni di Serbia hanno appena cacciato Dejan Stankovic dopo l’eliminazione nel play-off di Champions League contro il Maccabi Haifa. A contribuire l’eliminazione è stato un errore del portiere e capitano Milan Borjan, intervenuto debolmente su un tiro da fuori neanche venti secondi dopo aver parato un rigore.

Borjan è, però, la storia Europa League di questa squadra. Nato in Croazia, emigra in Canada giovanissimo per via della guerra e inizia a giocare con la squadra della sua scuola. A diciassette anni, il giovane Milan ottiene un provino per il Boca Juniors ma non viene confermato. Fa un passaggio con il Nacional di Montevideo prima di venir scartato dal River Plate. Dopo un’esperienza al Quilmes va in Serbia, poi Sivasspor, Vaslui, Ludogorets, Radnicki, Korona Kielce e infine Stella Rossa. Nel frattempo è diventato il portiere della nazionale canadese e probabilmente andrà ai prossimi mondiali. Una carriera in viaggio e infine la serenità di casa, cos’è se non una metafora dell’Europa League?

Davanti a lui è arrivato da poco Aleksandar Dragovic, grande promessa infranta del calcio austriaco, ora trentunenne. Conoscenza dimenticata del calcio italiano è, invece, Aleksandar Pesic, passato dall’Atalanta nel 2016 e poi andato in giro per il mondo, giocando in Corea del Sud, Arabia Saudita, Israele e Turchia prima di tornare, a luglio, in patria.

In terza fascia il posto è dei campioni di Ungheria del Ferencvaros. A Budapest, in estate, è arrivato Amer Gojak, centrocampista bosniaco passato dal Torino nella scorsa stagione ma senza lasciare reali tracce. Insieme a lui c’è il connazionale Mo Besic, grande talento disperso e tornato al Fradi dopo la scadenza del suo contratto con l’Everton.

Sorprendentemente in quarta fascia è il Trabzonspor. Dopo quasi quarant’anni, il club di Trebisonda è tornato a vincere la Süper Lig facendo esplodere di gioia la sua città. I nuovi campioni di Turchia hanno, però, mancato l’ingresso in Champions nel turno play-off, uscendo con discreta sfortuna contro il Copenhagen. Tuttavia, il club non si è lasciato abbattere e ha fatto quello che i club turchi sanno fare meglio: comprare giocatori da mezzo mondo. Negli ultimi giorni di mercato sul Mar Nero è, a sorpresa, tornato Yusuf Yazici. Due anni fa Yazici metteva a ferro e fuoco il Milan in Europa League prima di arrivare a vincere la Ligue 1 con il Lille. Ora è già nella sua parabola discendente. A gennaio il Lille lo aveva prestato ai russi del CSKA, ora lo ha rimandato a casa sua.

Yazici è, però, solo l’ultimo colpo di un mercato in cui il Trabzonspor ha messo sotto contratto l’ex Bologna Stefano Denswil e l’ex Udinese Jens Stryger Larsen, suggellando un grande connubio con la Serie A. Nulla di nuovo per un club che dal nostro campionato pesca sempre a piene mani. Sicuramente più inedita è stata la scelta, dei campioni di Turchia, di guardare anche sulla Liga. Sempre in questa estate sono arrivati il fantasista macedone Enis Bardhi, l’attaccante uruguagio Maxi Gomez e, soprattutto, il difensore ex Barcellona Marc Bartra. Questi giocatori si inseriscono su un’ossatura formata da personaggi come Bruno Peres, Vitor Hugo, Edin Visca e Marek Hamsik. Tanta qualità e, sicuramente, tanta simpatia.

Autore

Nasce a Roma nel 1999. Tifoso di Roma e Arsenal, dal 2015 scrive di calcio inglese e dal 2022 ne parla anche. È fan dei calzettoni bassi, delle punizioni sopra la barriera e dei falsi terzini.

Lascia un commento

Top